Telegiornaliste anno VI N. 31 (248) del 27 settembre 2010
Laura
Gambacorta, vino e dintorni di
Giuseppe Bosso
Telegiornaliste incontra questa settimana
Laura Gambacorta, esperta di enogastronomia.
Hai scelto il settore enogastronomico per
passione o per caso?
«Tutte e due le cose. Ho iniziato a scrivere un
po' per gioco mentre mi occupavo di finanza e
praticavo attività sportiva a livello
agonistico. Con il tempo l’attività
giornalistica ha occupato sempre più spazio
nella mia vita fino a diventare un lavoro».
Nella buona tavola ci può essere la chiave
per la ripresa e lo sviluppo del sud?
«Sì, e devo dire che non capisco come in passato
si sia puntato tutto sull'industria trascurando
le grandi eccellenze su cui possiamo contare in
ambito gastronomico. Questo è un settore dalle
infinite potenzialità in cui possiamo vantare
una tradizione che forse altri Paesi non hanno».
Si pensa che sia uno dei pochi ambiti in cui
non esiste il rischio contraffazione...
«Invece è proprio il contrario. Il rischio c’è,
eccome. Quella della tutela dei prodotti è una
battaglia che può essere vinta soprattutto con
l’aiuto dei consumatori che si spera diventino
sempre più consapevoli negli acquisti».
Rispetto ad altri ambiti giornalistici come
ci si deve porre nel tuo campo?
«Non penso ci siano grandi differenze.
Personalmente ritengo che sia fondamentale porsi
sempre con garbo perché ciò consente di
stabilire rapidamente una reciproca fiducia».
Napoli, rispetto ad altre realtà, offre più o
meno spazi per una donna giornalista?
«Non saprei rispondere. Ho vissuto solo qui e
non ho sperimentato altre realtà, se non le
felici collaborazioni che ho con alcune riviste
del Nord per cui rappresento, diciamo, la 'voce'
del Mezzogiorno. Sicuramente la ricchezza e la
varietà di prodotti agroalimentari di eccellenza
della mia regione offrono spunti infiniti per
chi si occupa di questo settore».
La tua più grande soddisfazione?
«Sul piano personale, senza dubbio i tanti
rapporti di vera amicizia stabiliti con persone
conosciute inizialmente per motivi di lavoro.
Sul piano lavorativo, mi gratifica riuscire a
trasmettere ad altri la curiosità con cui mi
avvicino ai tesori del Sud, in particolare agli
oli di qualità».
Guardando al domani, sarai a Napoli o fuori?
«Qui a Napoli, assolutamente. Non potrei proprio
andare via, ho comprato anche casa da poco!
(ride,
ndr) Scherzi a parte, il mio
impegno è rivolto proprio a valorizzare le
eccellenze della mia terra, a cui sono
particolarmente legata».
Per una donna giornalista è più difficile
conciliare lavoro e affetti?
«Sicuramente. Per quanto mi riguarda cerco di
barcamenarmi per conciliare gli impegni
lavorativi con la vita familiare. Del resto,
confrontandomi con le colleghe, riscontro che è
un problema comune aggravato dal fatto che gli
eventi enogastronomici si svolgono
prevalentemente di sera».
E con le colleghe c'è più amicizia o
rivalità?
«Con alcune sono nati rapporti di vera amicizia,
con altre meno. D’altronde la rivalità, se
mantenuta nell’ambito della correttezza, è
un'occasione di crescita e di miglioramento».
Come ti descrivi?
«Pignola, nel senso buono del termine. Sono
attenta ai particolari, e per questo non amo le
persone superficiali e disattente. Magari per
questo motivo qualcuno potrebbe ritenermi una
rompiscatole. Se devo aggiungere un’altra
caratteristica, direi che mi sforzo di essere
corretta e disponibile con i miei
interlocutori».