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Emanuela GiovanniniTelegiornaliste anno VIII N. 30 (332) del 24 settembre 2012

Emanuela Giovannini: in giro per l'Italia con Ballarò
di Giuseppe Bosso

Emanuela Giovannini, professionista dal 2008, alle spalle anche esperienze come autrice di programmi televisivi, dal 2005 fa parte della squadra di inviati di Ballarò, programma di Rai 3 condotto da Giovanni Floris.

Un aggettivo per definire Floris.
«Affidabile».

Nell'ultima puntata della scorsa stagione hai intervistato Benigni: che impressione ti ha dato? È davvero uno dei pochi italiani per cui poter essere orgogliosi oggi?
«È stata una grande emozione. Benigni ha una leggerezza e una capacità di raccontare la realtà che incanta. Ma non credo sia uno dei pochi italiani di cui essere orgogliosi. Ce ne sono tanti, magari non sono famosi, ma l'Italia è piena di persone per bene, che lavorano, che compiono piccoli miracoli ogni giorno».

Le elezioni incombono, la crisi è sempre più forte, la sfiducia nel domani soprattutto nei giovani tanta: quali sono le tue sensazioni sia come giovane italiana che come giornalista?
«Io sono un'ottimista. La penso come gli economisti che sostengono che le crisi sono anche delle grandi occasioni. Sono un modo di toccare il fondo per poi risalire. Capire gli errori e saper trovare nuove strade».

Realisticamente credi che ci possa essere un'Italia governata dai grillini?
«In Italia governa chi viene votato dalla maggioranza. Ma al di là di chi governerà questo paese nei prossimi anni, io spero che la politica sappia presto riconquistare la fiducia della gente, dimostrando di avere buone idee e la coerenza di metterle in pratica».

Cosa ti aspetti dalla nuova edizione di Ballarò?
«Nuove sfide e tante emozioni. Il privilegio più grande di chi fa il mio mestiere è quello di poter vedere da vicino quello che accade. Con Ballarò ogni settimana è un viaggio in una realtà diversa, un'esperienza nuova che ti fa crescere. Cambi tema, cambi città, cambi orizzonti. E io mi emoziono e mi sorprendo ogni volta. Spero mi capiti ancora, come nella scorsa edizione, di raccontare le diverse facce della crisi in Europa, dalla Germania alla Grecia, passando per la Francia e la Spagna. Magari quest'anno per raccontare che la crisi sta finendo. E poi spero di avere ancora il privilegio di intervistare grandi personaggi, come è stato con Woody Allen e con François Hollande, che ho intervistato poco prima che venisse eletto presidente».

Tanta gavetta da inviata: e dopo cosa ci sarà?
«Non me lo chiedo mai. Il mio lavoro mi ha sorpreso sempre. Sono a Ballarò da sette anni ma ho fatto molta gavetta anche prima di arrivare qui. La gavetta è giusta e bisogna farla. Io ne ho fatta tanta ma credo oggi sia davvero la mia forza. Dopo la laurea in Filosofia a 23 anni volevo fare la sceneggiatrice. Ho iniziato a lavorare nelle redazioni di alcuni programmi televisivi, intanto scrivevo soggetti per cortometraggi. Facevo l'autrice di Un Posto al Sole il giorno dell'attentato alle Torri Gemelle. Mentre guardavamo sconvolti le immagini alla tv, pensavo che avrei voluto essere lì a raccontare quello che avveniva. Così ho cambiato rotta. Chissà che non succeda ancora».

Cosa farai da grande?
«La notizia, quindi, è che sono ancora piccola? Buono a sapersi».

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