Intervista ad Armando Serpe | tutte le interviste |
Telegiornaliste anno V N. 41 (212) del
16 novembre 2009
Armando Serpe, il jolly del giornalismo casertano di Giuseppe Bosso Nato a Caserta, Armando Serpe conduce da fine ottobre su Teleprima il programma Caserta gol con Vittoria Biancardi. Come nasce Caserta gol? «Il programma è il prosieguo di quanto ho fatto a Teleluna. Ho avvertito poco interesse per il calcio di Lega Pro (la ex serie C), e con Vittoria Biancardi abbiamo sviluppato questo progetto che segue le tre squadre della provincia di Caserta: la Casertana, il Real Marcianise e l’Aversa Normanna». Quali prospettive intravedi per il calcio casertano? «Dopo molti anni bui, finalmente qualche luce si intravede. La Casertana è tornata in serie D e ha l’ambizione di tornare ai livelli professionistici. Anche l’Aversa Normanna, guidata da Spezzaferri, sta maturando progetti ad alti livelli. Sfortunatamente, invece, la maglia nera per ora tocca al Real Marcianise, in quanto pare che Bizzarro voglia farsi da parte; spero che ci ripensi, perché l’idea di poter andare in B nel giro di qualche anno è tutt’altro che una pura utopia». Quanto è importante il filo diretto con i tifosi? «Fondamentale, direi. Abbiamo nel programma proprio uno spazio per il contatto diretto con il pubblico che è il nostro vero giudice, e i tifosi (dodicesimo uomo in campo si dice, per noi terzo elemento della trasmissione) sono contenti di poter avere a disposizione uno spazio come il nostro. Le tre tifoserie del casertano sono molto calorose e partecipano attivamente alle nostre attività». Nelle serie minori il calcio, lontano dai miliardi delle metropoli, riacquista la sua genuinità? «Il calcio ormai è un business anche a questi livelli. È impossibile tornare a quel periodo, diciamo fino a metà anni ’90, in cui non c’era tanta frenesia. Ormai, solo per acquistare i diritti di cronaca delle partite anche in Lega Pro, una società può arrivare a chiederti fino a 7mila euro. Così non si può andare avanti, queste squadre dovrebbero capire che le emittenti locali non sono un mezzo per fare soldi, ma un’indispensabile canale di comunicazione con le loro tifoserie; anche questa storia della tessera del tifoso renderà sempre più difficile avere un seguito fuori casa... insomma, è un periodo in cui occorre una grande riflessione per molti aspetti». La dimensione casertana ti sta stretta? «Non nascondo di avere molte ambizioni. Intendiamoci, sono contentissimo di quello che sto facendo adesso a Teleprima, ma il mio obiettivo è quello di arrivare ad un network dalle grandi possibilità. Purtroppo la crisi ha inciso anche per i canali locali che sono stati costretti a tagli non da poco, anche a livello di personale, per mancanza di sponsor. Spero sempre in una chiamata importante». Qual è il tuo sogno professionale? «Spero di poter arrivare in alto, sono anche fotografo professionista e operatore, un vero jolly per usare un paragone calcistico, fin dai tempi di Teleluna. Sono molto contento di questa innovazione del digitale terrestre che, pian piano, sta diventando una realtà importante e che, se manterrà le promesse e le premesse che lo circondano, creerà davvero nuovi posti di lavoro e più canali, per cui ci sarà bisogno sempre più di grandi professionalità. In questo contesto spero di potermi inserire anche oltre il livello locale». |
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