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Intervista a Davide Albano   Tutte le interviste tutte le interviste
Davide AlbanoTelegiornaliste anno XXI N. 26 (805) del 22 ottobre 2025

Davide Albano, dare il meglio in tutto
di Giuseppe Bosso

Attore, doppiatore, musicista e non solo. Incontriamo Davide Albano.

Benvenuto su Telegiornaliste, Davide, anzitutto dove possiamo ascoltarti in questo periodo?
«Ciao e grazie per questa intervista e la vostra disponibilità. In questo periodo i due prodotti che vanno per la maggiore sono La promessa e Occhi di gatto. Ci sono anche molte altre soap e serie dove ho la fortuna di esserci ma queste sono le due che mi vengono subito in mente e dove mi è stata data la possibilità di avere un ruolo importante».

Non solo doppiaggio, anche musica e recitazione nel tuo percorso: in quale contesto hai trovato la tua vera dimensione?
«La mia dimensione è tutto, è l'insieme di queste cose. Se, da un lato, il mestiere dell'attore implica la precarietà, dall'altro ti permette di poter sperimentare più cose, a volte anche contemporaneamente. Certo, bisogna stare attenti a non mettere troppi impegni in contemporanea per evitare di affaticarsi e non riuscire bene in nessuno. Ma è il mio lavoro, è la mia vita, quindi cerco di fare il meglio e di fare tutto ciò che mi diverte. La musica è il mio grande amore, è quello che mi rende più felice in assoluto. Ma senza il doppiaggio e la recitazione verrebbero a mancare dei complementi fondamentali che non mi permetterebbero di migliorare e trovare sempre un punto di arrivo che sia un gradino più in su. In questo periodo sto preparando la release live di un singolo del mio progetto musicale Black And Blue Radio che si terrà a novembre a Roma con un concerto full band. Sarà molto emozionante poter esprimere una parte della mia personalità in questo modo. Inoltre è in preparazione anche uno spettacolo teatrale che debutterà a Roma a fine dicembre. Per fortuna i due eventi non si accavalleranno nella lavorazione, se non in coda. Altrimenti sarebbe stato complicato. Oltre a questo ci sono le attività extra lavorative come lo sport, il fatto di essere da poco diventato sommelier e di voler continuare a studiare per essere sempre più preparato, la vita in generale, ecco. Perché se non fosse per tutte queste cose...la professione di attore ne risentirebbe. La vita, la quotidianità, le passioni, i divertimenti, lo studio...sono fondamentali nella recitazione. Danno una marcia in più, aumentano il bagaglio di emozioni da cui attingere quando ci si trova a leggio, in scena, sul palco»

Tra i tuoi ultimi lavori grande successo ha avuto la serie francese Cat's eyes, ispirata al celebre anime Occhi di gatto, dove hai prestato voce all'attore e beatboxer Mb 14, non molto conosciuto in Italia ma una vera e propria celebrità non solo in Francia. Come ti sei approcciato a questa serie e a questo interprete?
«La serie l'ho trovata molto bella e ho trovato gli attori molto bravi. La preparazione purtroppo avviene direttamente in sala, quando ci presentiamo per il turno. Non abbiamo la possibilità di vedere il prodotto prima o fare i compiti a casa, per così dire. Di solito si cerca di osservare attentamente ciò che è stato fatto in originale, di guardare e cogliere ogni dettaglio possibile e riprodurlo con suoni più affini alla nostra lingua. L'attenzione e la fedeltà nel riprodurre quanto fatto nell'originale sono il modo in cui proviamo a rendere al meglio un prodotto recitato in una lingua diversa dalla nostra»

Inevitabile parlare della vera e propria minaccia che per la vostra categoria rappresenta l'intelligenza artificiale, a poco a poco in realtà invasiva non solo nel settore artistico: siamo ancora in tempo per mantenere la tecnologia come un supporto e non un sostituito dell'attività umana?
«Per quanto riguarda L'AI, la mia paura va oltre il doppiaggio: sono a rischio migliaia di posti di lavoro, non solo il mio. E questo è ciò che mi spaventa di più: il rischio che interi settori (non solo artistici) vengano spazzati via dalla tecnologia. Penso sia normale che lo sviluppo tecnologico e le nuove scoperte ottimizzino alcuni (o molti) settori, come è sempre stato nella storia dell'umanità. Ma qui il rischio è che sia la macchina a controllare l'uomo e ci sono centinaia di film e romanzi che testimoniano il fatto che, quando questo succede, non va mai a finire bene per noi».

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