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Intervista a Corinna Zaffarana   Tutte le interviste tutte le interviste
Corinna ZaffaranaTelegiornaliste anno XXI N. 8 (787) del 5 marzo 2025

Corinna Zaffarana, divulgare storia ed esoterismo
di Giuseppe Bosso

Corinna Zaffarana nasce a Lodi nel 1981, dopo la maturità classica si laurea in archeologia classica e quindi decide di dedicarsi, insieme allo studio e all’insegnamento della storia, alla divulgazione culturale, come scrittrice e come conferenziere e oratore in particolare per temi relativi alla storia, alle religioni e al mito. Per questo, partecipa con passione a trasmissioni, convegni ed eventi e ha al suo attivo articoli e libri.  Fra questi: L’Archetipo nel mito e nella fiaba, Ester, 2016; La scoperta di Troia, Historica, 2018; Il Bastone di Asclepio: magia e medicina dalla Grecia arcaica alla Roma imperiale, Formamentis, 2018; Le grandi epidemie della storia, Historica, 2020; Guida al mito greco, Formamentis, 2023.

Come ha conciliato nel suo percorso formativo esoterismo e storia?
«Mi occupo di storia da una vita, anche l'esoterismo ha una sua storia, e quindi mi occupo anche di storia dell'esoterismo come tantissime persone che si sono occupate di questa disciplina affascinante per quella parte di storia europea che si è caratterizzata attraverso tanti momenti, nell'ottica della sua evoluzione, delle sue caratteristiche e dei suoi processi interni, per quanto sia possibile venirne a conoscenza visto che purtroppo non sempre l'esoterismo ci fornisce dati analizzabili».

È una attivissima divulgatrice tramite soprattutto il canale youtube del Centro Studi e Ricerche: com'è nato questo suo impegno e quali riscontri ha avuto?
«L'impulso che mi ha animato è sempre stato quello di portare avanti qualcosa che potesse riempire una forbice sociale che si sta aprendo sempre più che si sta in qualche modo portando nell'allontanamento dall'istruzione superiore. In questo senso ritengo che la divulgazione sia un elemento fondamentale per colmare questa lacuna e a tal proposito i riscontri sono quelli che una divulgazione, se ben fatto, crea degli elementi di contrasto all'imperare della post verità che è un elemento abbastanza pericoloso nel nostro contesto sociale».

Possiamo definirla una divulgatrice del nostro tempo?
«Lascio che siano gli altri. Se ciò che faccio piace, se ha dei riscontri, mi farebbe piacere essere ricordata come una divulgatrice».

Recentemente ha realizzato una interessante diretta di quasi due ore dedicata alla cultura 'Woke': possiamo definire questo termine un male del nostro tempo?
«La diretta è stata così lunga proprio perché l'argomento lo richiedeva, com'è nato e come si è andato a evolvere il fenomeno che, per certi aspetti, ha portato con sé dei fraintendimenti catastrofici che sono stati e sono molto pericolosi per la comprensione approfondita di altri fenomeni e in questo senso purtroppo anche la cultura woke, intesa nel suo senso, ci tengo a sottilinearlo, più becero, rispetto alle origini, che per come si è manifestata ora non aiuta nella battaglia contro le analisi superficiali e contro il meccanismo post verità».

L'utilizzo che lei e i suoi colleghi fate di questi canali divulgativi rappresentano in qualche modo anche una forma di salvaguardia culturale?
«Spero davvero che sia questo che verrà inteso dalla maggioranza delle persone, che la divulgazione culturale sia considerata salvaguardia della bellezza del dialogo culturale e della cultura in generale. Lo prendo come un augurio per il futuro».

Prossimamente a cosa si sta dedicando?
«Adesso mi sto dedicando alla stesura di una serie di articoli e, tornando alla storia dell'esoterismo, allo stendere delle linee sull'influenza esercitata da Bisanzio nell'ambito del neoplatonismo che ha influenzato la cultura rinascimentale».

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