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Intervista a Carla Schiavo (2)   Tutte le interviste tutte le interviste
Carla SchiavoTelegiornaliste anno XXI N. 28 (807) del 5 novembre 2025

Carla Schiavo, nuove opportunità
di Giuseppe Bosso

Abbiamo nuovamente il piacere di incontrare Carla Schiavo, che ha deciso di dare un'importante svolta alla sua vita professionale, diventando una vera e propria imprenditrice della comunicazione con la creazione della sua agenzia.

Bentrovata Carla. Per la serie dove eravamo rimasti, facciamo un passo indietro con un flashback che ci riporta al 2010 quando intervistai una frizzante giornalista che conduceva un programma dedicato all'enogastronomia, Show Wine, con una sua cara amica (Rosaria Sica) e il collega Peppe Alviggi. Avevamo parlato di tante cose, mi avevi detto che avresti intitolato un film su di te e adesso metti le ali e che la tua regola di vita è punta sempre in alto, ma non dimenticare mai da dove vieni. In questi quindici anni cosa hai fatto, le ali le hai messe davvero?
«Ho vissuto in Spagna dove ho condotto il telegiornale, in lingua spagnola, in un paese della comunità valenziana, Ontinyent, per una tv che si chiamava MK Televisiòn e conducendo delle trasmissioni, un'esperienza che mi ha permesso di scoprire come molte tradizioni dell'Italia del sud siano le stesse, e questo mi fa pensare che si tratti di un lascito della dominazione spagnola dei secoli scorsi. L'esperienza mi ha consentito di pagarmi il master in giornalismo radiotelevisivo. Poi sono andata a vivere a Roma, da ormai dieci anni, seguendo un percorso che inizialmente mi ha permesso di lavorare presso le Istituzioni fino ad arrivare a decidere di dedicarmi a me stessa».

In questo mondo che è passato tra Papi, rivoluzioni digitali, cambi di governo, purtroppo conflitti solo per citare alcune cose, come ti sei adattata e con quali ritmi?
«Dici bene, siamo passati anche attraverso eventi che ho avuto la fortuna di vivere in prima persona, a Roma, dal termine del mandato del Presidente della Repubblica, alla morte del Papa all'alternanza dei governi, lavorando alla Camera ho spesso percepito prima del tempo che fossero in corso dei cambi imminenti. Bisogna stare al passo con i tempi e posso dire di aver imparato a non fare resistenza ai cambiamenti, anche con l’intelligenza artificiale, bisogna governarla e supervisionarla. Per me l'intelligenza artificiale è diventata il mio assistente. Sono dell'idea che non bisogna opporsi al cambiamento ma adeguarsi e accoglierlo per velocizzare».

Ripercorriamo le tappe che hanno portato alla nascita della tua agenzia. Quando è nata questa idea anzitutto, con quale ispirazione?
«Rappresenta il frutto di un percorso, non una cosa pensata e realizzata sul momento. Era un'idea che ho avuto già dieci anni fa, con l’allora editore di Ofcs Report, il Sen. Giuseppe Esposito, quando però non ero ancora pronta, ma la mia voglia di fare mi spingeva ad agire. Mio padre mi diceva che mi sentivo come una Ferrari che andava a 50 km/h, mentre volevo andare a 200 km/h, e che la mia voglia di fare mi depistava. Ogni cosa viene a suo tempo, in quella fase ero ancora 'acerba', per così dire, ma ho saputo aspettare, vivendo nel mentre i passaggi che da telegiornalista mi hanno portata a dedicarmi alla comunicazione istituzionale... per poi agire quando è stato il momento, al culmine di questi passaggi».

Nello specifico cosa farai e a quali potenziali clienti/fruitori sei orientata?
«Resto comunque sulla comunicazione istituzionale e politica, con ampio respiro anche alla comunicazione per professionisti e aziende. Il passaggio da giornalista a imprenditrice della comunicazione non è scontato. Ho la fortuna di avere accanto persone che credono in me sotto tutti i punti di vista. A partire da questo mese mi è stata affidata la gestione e il coordinamento della testata Agen Food; il mio team Domenico Esposito come strategist, Luca Giorgio per la parte grafica, Deborah Cosenza per la parte social media manager, Vittorio Ragazzo per la parte marketing, Michael Grimaldi che definisco un battitore libero, Roberto Pepe, commerciale fortissimo e Solange Corso, montatrice ed attrice, sono grata a tutti perchè sono persone che sono con me da tempo e che stanno lavorando con la voglia di fare e di emergere»

Non sono mancati passi falsi, intoppi, momenti in cui forse hai anche pensato di desistere dal tuo progetto: anche queste cadute sono state comunque essenziali per la riuscita finale?
«Sì. Sono sempre stata convinta che quelli che chiamiamo 'fallimenti' in realtà siano delle nuove opportunità. O meglio opportunità di fare meglio».

Avevamo parlato anche di punti di partenza e di arrivo allora. Questo passaggio dove pensi di collocarlo tra le due prospettive?
«Punto di partenza di una nuova era della mia vita, ma anche un punto di arrivo per gli obiettivi che mi ero prefissata. Mettermi in proprio significa non solo fare qualcosa per me stessa, ma anche per gli altri, perché questo significa formare personale, diventare punto di riferimento».

Chiudiamo con un impegno reciproco di non far passare altri 15 anni per una nuova chiacchierata e soprattutto se chiudi gli occhi come immagini la nostra prossima intervista?
«Metà percorso per aggiornarti su come sta andando e per dirti che nell'ambito dei servizi che offro sono diventata una delle eccellenze anche grazie a te che hai creduto in me, eccellendo nell’ ufficio stampa, nella comunicazione pubblicitaria e nella comunicazione strategica».

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