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Intervista ad Annalisa Baldi   Tutte le interviste tutte le interviste
Annalisa BaldiTelegiornaliste anno XXI N. 8 (787) del 5 marzo 2025

Annalisa Baldi, musica e interviste
di Giuseppe Bosso

Musica e tv per Annalisa Baldi, cantante e inviata della trasmissione di Rai 1 Camper e per La biblioteca dei sentimenti su Rai 3

Da cantante a inviata: come hai conciliato la tua anima musicale con questo lavoro giornalistico?
«Da sempre mi piace lo spettacolo e l'intrattenimento in tutte le sue forme. Avevo già collaborato ad alcuni format televisivi prima di iniziare questo percorso in veste di inviata. Dopo la partecipazione alla prima edizione di X Factor e alcuni passaggi a Quelli che il calcio su Rai 2, ho iniziato a lavorare in diverse emittenti televisive e radiofoniche in Umbria, Toscana e Lazio, fino ad approdare su Rai 1 nella trasmissione estiva Camper».

Per La biblioteca dei sentimenti ti abbiamo vista intervistare personaggi di varia formazione: chi ti ha maggiormente colpita?
«Ognuno di loro mi ha lasciato qualcosa. Ultimamente ho fatto delle bellissime interviste a Giacomo Poretti, Gigi Marzullo e Giobbe Covatta, che mi sono rimaste nel cuore. Ogni puntata è incentrata su un argomento diverso che, partendo dai libri, viene approfondito in studio dalla conduttrice Greta Mauro, affiancata da ben due poeti Franco Arminio e Davide Rondoni, che dialogano con scrittori e ospiti sempre diversi. Le interviste e i servizi che realizzo ruotano quindi intorno al focus della puntata. È stato emozionante e divertente parlare con Giacomo (di Aldo Giovanni e Giacomo) avendo visto tutti i loro spettacoli e film, che ci hanno fatto ridere ma al tempo stesso anche riflettere. Così come è stato bello l'incontro con Giobbe, uno dei pochi veri comici di satira che abbiamo e che ammiro anche per il suo impegno sociale e umanitario. Gigi Marzullo instancabile che non molla di un centimetro con le sue trasmissioni e che mi ha confidato che vorrebbe fare televisione fino alla fine dei suoi giorni, anzi si augura di passare a miglior vita mentre è in tv (ride, ndr); ultimamente molto bella anche l'intervista a Marco Giusti, il “papà” di Blob con Enrico Ghezzi. Insomma, artisti professionisti e percorsi di vita da cui c'è sicuramente tanto da imparare».

Possiamo dire che c'è ancora spazio per la vera cultura nei palinsesti sia pure in contesti di nicchia come La biblioteca dei sentimenti?
«Assolutamente sì! Parliamo di un programma che dura 35 minuti a puntata circa e che è collocato in una fascia oraria particolare il sabato pomeriggio alle 16.30 ma a cui il pubblico si sta affezionando e cresce di puntata in puntata. Un riscontro positivo l'abbiamo avuto il sabato in cui l'attenzione generale era catalizzata dalla finale di Sanremo, e siamo stati gli unici nel daytime a non occuparci del festival, ottenendo un buonissimo 5%. Lo spazio c'è, ce ne potrebbe essere di più, magari ripescando anche un format come Stracult che manca da tempo o creandone di nuovi magari sulla musica e sugli eventi culturali».

Per Camper ti abbiamo vista in giro per l'Italia: cosa ha rappresentato, anche emotivamente, questa esperienza per te?
«Tanto! E non vedo l'ora di ripartire questa estate alla scoperta del nostro meraviglioso territorio, delle piccole realtà che hanno tanto da raccontare e degli eventi e tradizioni da preservare. Sto troppo bene in giro per l'Italia perché si entra in contatto con tante persone, ogni luogo è diverso, con una sua identità, le sue tipicità e c'è sempre uno scambio reciproco culturale e anche di emozioni. Si instaurano anche delle belle amicizie. Un mio grande desiderio sarebbe poter co-condurre Linea Verde... magari con Peppone! Penso che ci divertiremmo molto ».

Un passo indietro, hai partecipato alla prima edizione di X Factor, vedendo quindi nascere l'era dei 'talent' che nel corso degli anni hanno spesso favorito l'ascesa di nuove voci. Ma il lato dell'intrattenimento non rischia di andare a discapito di quello artistico?
«Come hai detto tu ho preso parte alla prima edizione, che come tutte le prime edizioni rappresentava una novità ed era una scommessa per tutti, persino noi concorrenti non sapevamo come si sarebbe sviluppato il programma. Condividevamo una casa tutti insieme e non potevamo comunicare con l'esterno, un po' stile Grande Fratello, ma studiavamo e ci preparavamo per le esibizioni della diretta. Nella mia edizione c'erano Mara Maionchi, Morgan e Simona Ventura in veste di giudici e si dava priorità più alla musica e al percorso artistico dei concorrenti e meno alla "spettacolarizzazione" e allo show con scenografie pazzesche. E non esisteva autotune! (ride, ndr) Con 10 puntate in diretta poi c'era più tempo anche per gli spettatori di affezionarsi ai cantanti e seguirne il percorso»

Se dovessi proprio essere messa nelle condizioni di dover scegliere tra continuare la tua carriera musicale o dedicarti solo alla televisione, quale bivio seguiresti?
«Che domandona (ride, ndr)...  sono due percorsi paralleli che si possono anche incrociare. Io vengo da una lunga gavetta sul palco e quindi sempre a stretto contatto con le persone e la televisione la vedo come una specie di grande "amplificatore" che ti permette di arrivare ancora a più persone. Mi auguro di non dover mai scegliere anche perché c'è ancora tanta strada da percorrere, tanto da scoprire e da condividere».

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