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Intervista a Ritastella Liberale   Tutte le interviste tutte le interviste
Ritastella LiberaleTelegiornaliste anno XX N. 23 (770) del 25 settembre 2024

Ritastella Liberale, la mia city e la mia community
di Giuseppe Bosso

Questa è la storia di una ragazza che non si è lasciata abbattere dalle difficoltà della vita e che nelle sue varie espressioni ha saputo conquistare tutti, fossero i suoi follower sui social o i fan che l’hanno seguita nelle sue avventure da artista, conduttrice radiofonica, volto televisivo e altre cose che probabilmente non riusciremo ad elencare. Da Avellino con tutta la sua verve irpina incontriamo Ritastella Liberale.

Benvenuta su Telegiornaliste, Ritastella. Allora anzitutto chi sei e come nasce il fenomeno So Stella?
«Sono una sognatrice, una persona che cerca di rimanere sempre una bambina, avendone purtroppo viste tante dall’infanzia. So Stella nasce fin da allora, avrei voluto fare sempre l’artista, mi sono concentrata su questo, studiando, lavorandoci su ma mettendoci sempre del mio, per quello che riuscivo a fare».

Musica e social nel segno dell’Irpinia e di Avellino: possiamo dire che sei un punto di riferimento per una terra forse un po’ sottovalutata?
«L’Irpinia è sottovalutata su alcuni campi, ma su altri sa farsi valere. Io ci provo, mettendomi in gioco, a portare Avellino dappertutto, con quello che faccio, inseguendo i miei obbiettivi, ed è da qui che nasce il mio Avellino è quella city che… e ci sto riuscendo grazie alla mia squadra, a Shout che è la realtà che in questo momento ho abbracciato».

E a proposito appunto di Avellino è quella city che… che è diventato il tuo marchio di fabbrica: quali sono state le risposte e le associazioni che più ti sono rimaste impresse, se ne possiamo indicare giusto un paio tra le più fantasiose?
«La cosa bella è che questo motto ha unito tutta la nostra terra, siamo stati visualizzati in tutte le cittadine irpine e oltre, arrivando anche in Puglia, ed è la cosa davvero più bella aver creato questo legame tra persone anche lontane tra loro ma unite da una realtà come Avellino, e posso dire che riesco davvero a rispondere a tutti; dipende ovviamente anche dall’argomento del giorno, ma le visualizzazioni sono sempre molto alte; riscontro anche la fiducia della gente che mi chiede consigli su dove andare a mangiare, cosa visitare… come anche confrontarmi con persone di altre realtà da Benevento, Salerno, Napoli; come dicevi prima è facile cadere nell’errata convinzione che l’Irpinia sia un territorio che non meriti attenzione, ma è altrettanto facile una volta avuto un contatto diretto o visitato con i propri occhi che non è vero».

Sei tra i volti della trasmissione Pacche d’Oro: ti vedremo lì anche prossimamente?
«Sì, non vi posso spoilerare nulla se non che sono felicissima di aver preso parte a questo progetto di Sky con un fantastico amico e collega come Luca Virno, dove ho potuto tra le altre cose recitare uno splendido monologo proprio su Avellino che ha avuto un grande successo. Stiamo lavorando per rendere il progetto sempre più connesso con chi ci guarda».

Possiamo definirti un influencer del nostro tempo o è una definizione che non ti rispecchia, intendo influencer?
«Mi piace l’arte, mi piacere diffondere, parlare, condividere con la community che definisco la mia ‘famigliola’. Non mi sento proprio ‘influencer’, ma mi rendo conto che lo faccio, anche se è un’etichetta che non mi piace».

Quali riscontri hai avuto, dentro e fuori Avellino, sia in termini di sostenitori che di detrattori?
«Se per detrattori intendi i cosiddetti ‘haters’ mi ritengo abbastanza tosta da potergli rispondere a tono, e in questo la community mi appoggia anche con like e ironia. Non rispondo certo con cattiveria, ce n’è già abbastanza».

I tuoi prossimi impegni?
«Troppi, in definizione (ride, ndr). Seguitemi e saprete».

Momento Marzullo in conclusione: è più Ritastella a dovere qualcosa ad Avellino o Avellino a dovere a Ritastella?
«No, è sempre Ritastella che deve alla sua city ciò che è diventata».

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