Telegiornaliste anno XX N.
6 (753) del
14 febbraio 2024
Marilina Succo, tra meteo e arte
di
Giuseppe Bosso
Dallo scorso autunno è diventata un volto familiare per il
pubblico di
Rainews 24. Abbiamo il piacere di incontrare Marilina
Succo, originaria del Canavese, che ogni mattina ci racconta le
previsioni del tempo.
Com’è iniziata questa sua avventura al meteo di Rainews e
come ha cambiato la sua vita e i suoi impegni?
«Sono originaria di Torino e mi sono laureata in un’accademia di
Arte Drammatica: la mia agenzia mi ha indirizzata a partecipare
a questo provino per Rainews che ha rappresentato una novità
inaspettata; in quanto attrice sono abituata a calarmi nei panni
di personaggi che non siano me, anche se questo ruolo da
conduttrice mi sta divertendo molto perché mi ha permesso di
entrare a far parte di una importante redazione che ha deciso di
puntare su di me».
‘Entrare in casa delle persone’ per questo spazio breve ma
importante per lei è più responsabilità o piacere?
«Entrambe le cose: responsabilità derivata dall’essere stata
scelta per essere il volto di questo spazio di Rainews 24, che
inizia con le riunioni di redazione e si concretizza con la
messa in onda, ma anche piacere, legato al pensiero che entro in
casa delle persone che stanno iniziando la loro giornata in
quelle ore mattutine; ho ricevuto dei feedback molto positivi».
Ha avuto modo di rivedersi o di ascoltare consigli di persone
a lei vicine per individuare possibili accorgimenti o punti da
migliorare?
«Ogni giorno possiamo migliorare, a maggior ragione in
un’emittente innovativa come Rainews che è in continua
evoluzione e crescita anche a livello di strutture. I consigli
posso riceverli dall’emittente televisiva, dal pubblico ricevo
per fortuna complimenti e sostegno per il mio buon lavoro, e di
questo credo che ne sia felice anche la rete».
Meteo oggi è anche fare i conti con le problematiche legate
ai cambiamenti climatici: cosa ha potuto riscontrare da questo
punto di vista anche interagendo con le persone che la seguono
da ottobre?
«Ahimè, questo è legato anzitutto al fatto che l’essere umano
oggi è troppo preso dalla frenesia della propria vita per
comprendere la necessità di pensare al bene comune, che è anche
attenzione per l’ambiente e per le conseguenze climatiche che
comporta la sua noncuranza. Non ci rendiamo conto che esiste uno
spazio più ampio del nostro singolo orticello, ed è una cosa
molto grave che mi lascia anche un senso profondo di impotenza,
perché singolarmente non siamo nessuno, ma lavorando insieme
possiamo davvero migliorare le cose. Purtroppo andiamo sempre
più verso un degrado di educazione che mi spaventa, appartenendo
a una generazione che è nata poco prima del nuovo millennio e
che è riuscita ad apprendere dei valori dai nostri genitori e
che progressivamente stanno venendo meno negli ultimi anni. Ne
ho parlato anche nei miei ultimi spettacoli».
Oltre a questa esperienza lei è anche attrice e artista: a
cosa sta lavorando in questo periodo?
«Io nasco come attrice, la mia attività artistica per molti anni
è rimasta isolata rispetto a tutto il resto, ma a un certo punto
possiamo dire che la pittura e la scultura si siano unite al mio
percorso di recitazione. Il mio vero trampolino di lancio come
artista si è verificato ad aprile dello scorso anno, quando i
miei lavori sono stati esposti nello showroom aperto in
occasione della
Milano Design Week dalla Erco, tra le
principali del settore dell’illuminazione museale con sedi in
tutto il mondo; lo scorso 25 novembre, in occasione della
giornata mondiale contro la violenza sulle donne, ho preso parte
a una mostra, durata dieci giorni, che si è svolta a Roma presso
la
Galleria la Nuvola in Via Margutta; ho in programma
altre mostre per marzo, che si svolgeranno a Cassino e a Roma;
per quanto riguarda il mio lavoro da attrice sono appena stata
in scena con uno spettacolo scritto da me intitolato
The
Process e che conto di replicare la prossima primavera».
Qualche anno fa sarebbe stata probabilmente definita
“meteorina”, ricordo del periodo in cui anche sulle tv
commerciali si è preferito delegare a ragazze con una formazione
più artistica che specialistica questi spazi di comunicazione:
si sarebbe sentita sminuita?
«E che vuol dire meteorina? Non è questione di sminuire o meno,
ma anzitutto di significato di questo termine. Le parole e i
modi di usarle contano: esistono le conduttrici, le giornaliste;
se lei mi definisse ‘meteorina’ semplicemente non mi starebbe
definendo».
Quello che sta facendo oggi in futuro potrebbe essere
sostituito da un’intelligenza artificiale o comunque dalla
tecnologia: è una inquietudine per il futuro?
«Spaventosa, direi. Non sono contro la tecnologia e
l’intelligenza artificiale, ma a condizione, mi conceda il gioco
di parole, che vengano usate con intelligenza. Può essere comoda
e fruibile da utilizzare, certo, ma proprio per la mia
formazione teatrale so bene quanto essenziale sia l’empatia tra
le persone. Anche quando conduco il meteo realizzo uno scambio
energetico impagabile con le persone che mi guardano, che
nessuna intelligenza artificiale potrà mai dare. Mi spaventa
molto anche per le ripercussioni che questa cosa sta avendo
sulle relazioni umane sempre più artificiali, sempre più
fluide».
Usando una metafora meteorologica si può dire che pioggia e
freddo possono non piacere, ma che servono per apprezzare di più
il bel tempo?
«Assolutamente sì. Bisogna passare attraverso al buio per
trovare la luce».