Telegiornaliste anno XX N.
10 (757) del
13 marzo 2024
Livia Ronca, soddisfazioni Telelombardia
di
Giuseppe Bosso
Incontriamo
Livia Ronca,
volto dell'emittente
Telelombardia.
Dalla laurea a Perugia e gli inizi all’emittente Umbria Tv a
Telelombardia: riguardandosi indietro quali pensa siano stati i momenti
chiave del suo percorso?
«Sicuramente il periodo più bello è individuabile al momento in cui ho
deciso che era questa la mia strada; avendo due fratelli calciatori ho
seguito fin da bambina questo sport, che mi ha accompagnato per lunga
parte del mio percorso; quando sono andata a lavorare a
Il Giorno
ho potuto contare sul supporto di validi professionisti che mi hanno
bene accolta, come l’ormai scomparso direttore Renato Vassallo e
Xavier Jacobelli, che mi hanno
fatto imparare il vero mestiere. Poi è arrivata l’esperienza a 7 Gold
dove seguivo l’Inter e Telelombardia, quando mi sono spostata alla
politica, un nuovo mondo, con un punto di riferimento come Fabio
Ravezzani».
L’incontro con Ravezzani e l’inizio dell’avventura a Telelombardia
cosa ha rappresentato per lei?
«Ho subito riscontrato la sua attenzione e rispetto per le donne; punta
tantissimo sulla qualità dei giornalisti, ed è una cosa estremamente
gratificante perché nel mondo del giornalismo, soprattutto calcistico,
le donne sono sempre state molto bistrattate; qui a Telelombardia c’è
ascolto e rispetto come dovrebbe essere sempre nei nostri confronti;
tengo anche a evidenziare il costruttivo rapporto quotidiano con i miei
colleghi Giorgia Colombo e Marco Oliva».
Forte e Chiaro, la sua trasmissione del mercoledì in seconda
serata, una finestra sulla vita della gente comune: quali sono i
riscontri che ha avuto dal pubblico e quali sono le tematiche su cui
vorrebbe incentrarsi prossimamente?
«Ho ereditato questa trasmissione da Roberto Poletti e oggi posso dire
di essere soddisfatta dei risultati raggiunti, cercando sempre di fare
del mio meglio. Vedo che la politica ha un po’ stancato, gli interpreti
purtroppo sono quasi sempre gli stessi; ho cercato di dare più spazio a
temi che agli attori protagonisti, soffermandosi su tematiche come la
violenza e le problematiche dei giovani; le difficoltà di una
popolazione come quella lombarda, per quanto appaia privilegiata, di
arrivare alla fine del mese e di trovare lavoro. Ho pensato di
raccontare tutto con il supporto di figure ‘tecniche’ esperte. Abbiamo
parlato anche di rom, con la storia di un ragazzo che ha purtroppo
pagato in prima persona per avere avuto il coraggio di difendere una
anziana signora che era stata aggredita con un intervento alla
mandibola. L’ascolto è essenziale».
Fa parte di una generazione di giovani giornaliste che si sono
progressivamente affacciate al mondo del calcio: rispetto ai colleghi,
ha mai avvertito diffidenza nei suoi confronti?
«Sì, quando lavoravo sulla carta stampata qualche collega critico nei
miei riguardi l’ho trovato… ma credo che le donne abbiano per molti
aspetti la loro peculiarità rispetto ai colleghi, riuscendo a volte ad
arrivare dove gli uomini non arrivano. Mi hanno sempre caratterizzata
attenzione, dedizione e voglia di lavorare, sono contenta la sera di
andare stanca a letto per quello che ho fatto».
Si sente pesce piccolo in grande stagno o è soddisfatta del percorso
che ha finora compiuto?
«Sono soddisfatta della scelta consapevole che ho fatto, quando, finita
l’esperienza a 7 Gold, mi si erano aperte due proposte nella stessa
settimana, da parte di Telelombardia e anche da parte di Mediaset, che
mi proponeva un progetto molto ambizioso, ma che ho preferito declinare
quando ho capito che a Telelombardia avrei trovato un direttore che su
di me ci puntava seriamente, e che ho colto senza remore».
Più orientata sul domani o sull’oggi?
«Mi piace guardare anche al domani, ho molte idee in testa, sono la base
del futuro; però attualmente sono più orientata sul fare al meglio ogni
giorno per il presente».