Telegiornaliste anno XX N.
18 (765) del 29 maggio 2024
Ilaria
Fratoni, non solo meteo
di
Giuseppe Bosso
Da ormai dieci anni è uno dei volti di
Meteo.it. Ilaria Fratoni, originaria di Torre del
Greco (Napoli) si divide tra Milano e Londra.
Benvenuta su Telegiornaliste, Ilaria. Anzitutto, lei e il
meteo, un incontro nato come?
«Un incontro nato tramite una selezione: una mia collega
attrice pubblicitaria mi segnalò questo provino, andai
dunque in uno studio televisivo molto grande; c’erano
tantissime donne, molto belle e molto preparate, non avrei
mai pensato di superare la selezione ed essere presa».
Agli inizi si è dedicata molto alla tv dei ragazzi,
prendendo parte a uno storico e mai dimenticato contenitore
come La Melevisione: quanto è stata importante quella
esperienza per la sua formazione artistica?
«È stata un’esperienza importantissima, appena uscita dalla
Scuola del Piccolo Teatro, sono stata presa ne
La
Melevisione, li eravamo tutti attori teatrali proprio
perché quel programma era teatro in tv. Sono stati anni
meravigliosi, noi attori eravamo tutti simili sia
artisticamente che personalmente, eravamo molto uniti e
molto in sintonia. Quell’esperienza mi ha dato molta
dimestichezza con la telecamera e anche negli eventi live».
Il pubblico dei ragazzi è storicamente considerato quello
più esigente, almeno fino a qualche anno fa: è stata una
buona palestra?
«Assolutamente. Davamo il cento per cento per arrivare al
cuore dei ragazzi. È stata un’ottima palestra per imparare a
bucare lo schermo per arrivare il più direttamente possibile
al pubblico a casa».
Tante parti, tanti piccoli ruoli, possiamo dire che la
gavetta l’ha fatta davvero senza sosta: oggi sembra essersi
persa questa consapevolezza dell’importanza dei piccoli
passi iniziali, è così?
«I tempi sono molto cambiati e con i social tutti possono
avere a disposizione una vetrina enorme e arrivare più
facilmente all’obiettivo. È tutto più veloce oggi, il che
non è sempre un male».
Quali sono state le difficoltà che ha affrontato
nell’avvicinarsi allo specifico settore della meteorologia?
«Capire bene le varie sfaccettature della materia,
memorizzare le definizioni dei fenomeni atmosferici, ma
soprattutto saperli poi associare alle caratteristiche del
territorio. C’è voluto tempo, molta formazione, i
meteorologi sono stati molto bravi a trasmettermi la materia
con passione e semplicità».
Si è molto ironizzato, anni fa, sulla figura della
‘meteorina’, ragazze avvenenti che presentavano questi spazi
di informazione: ha dovuto anche lei misurarsi con questo
stereotipo o è riuscita a bypassarlo?
«All’inizio molto, poi con il tempo, credo di aver
dimostrato di essere una professionista. La bellezza dura
poco se sotto non c’è sostanza».
Oltre al meteo a cosa sta lavorando adesso?
«Lavoro in moltissimi eventi live, sulla salute, sulla
musica, automotive e tanti altri. Devo dire che vivendo tra
Milano e Londra, l’inglese mi ha aiutata tanto perché c’è
sempre più richiesta di conduzioni sia in italiano che
inglese. Gli eventi live mi piacciono particolarmente perché
stanno a metà, tra teatro e televisione».