Telegiornaliste anno XX N.
14 (761) del
17 aprile 2024
Cinzia Giorgio, la mia opera per le donne
di
Giuseppe Bosso
Scrittrice e docente, natia di Venosa, cuore della Basilicata, abbiamo
il piacere di incontrare
Cinzia
Giorgio per parlare della sua recente pubblicazione, edita da
Newton Compton Editori, e anche per una disamina della sua ampia
bibliografia.
Benvenuta sulle nostre pagine, Cinzia, anzitutto parliamo della tua
ultima opera,
Io sono la Contessa. Come nasce e perché hai deciso di
svilupparlo?
«Salve a te e ai tuoi lettori. Il mio precedente libro,
Cassandra,
aveva riscontrato un buon successo; avevo comunque in mente, e qui
l’editore si è trovato pienamente in sintonia con me, di realizzare
un’opera incentrata su una figura storica, reale, e tra le varie opzioni
è spuntata Matilde di Canossa, personaggio che già avevo avuto modo di
studiare e alla quale ho dedicato una delle lezioni sulla mia Storia
delle donne».
Matilde di Canossa è una figura ancora attuale per la nostra epoca?
«Secondo me è persino più moderna di molte altre, anzitutto per il suo
atteggiamento nei riguardi della ‘questione femminile’, che ovviamente
al suo tempo, a ridosso del Basso Medioevo, era ben lungi dall’assumere
l’importanza che secoli dopo avrebbe progressivamente assunto; eppure
era riuscita a coglierne alcune sfaccettature, era una donna che
esprimeva il suo pensiero, combatteva, amministrava le sue terre e al
tempo stesso donna di grande cultura che aveva arricchito di pezzi rari
e importanti la sua biblioteca. Sul versante sentimentale non si può
dire sia stata molto fortunata, ma in questo, ahimè, direi che i tempi
di allora non fossero poi così diversi dai nostri. Insomma, Matilde per
molti aspetti può apparire davvero come una nostra quasi contemporanea
piuttosto che una donna vissuta mille anni fa».
Molte delle tue opere, sia saggi che romanzi, hanno donne come
protagoniste, sia personaggi reali che di tua invenzione: come delinei,
in linea di massima, queste figure e quale messaggio cerchi di
trasmettere?
«Potrei parlare di deformazione professionale, da docente di storia
delle donne che, come dicevo, ho insegnato per diciassette anni. Parlare
di donne e di storia della questione femminile mi viene abbastanza
naturale, anche se ho abbracciato svariate tematiche; ma è comunque un
argomento al quale mi rapporto sempre con rinnovata passione,
soprattutto quando mi capita di raccontare storie inedite o poco
conosciute, principalmente per rendere giustizia a figure che hanno
davvero cambiato la storia con la ‘s’ maiuscola ma che non hanno poi
ricevuto nei secoli il doveroso tributo».
La tua opera è anche un’occasione per compiere un excursus sul ruolo
della donna nel passato e ai giorni nostri?
«Sì, è un aspetto che affronto nei mie saggi: ho sempre un occhio di
riguardo per la questione femminile, che mi ha portato anche a fondare
nove anni fa una testata per occuparmi di formazione alternativa, Pink
Magazine Italia; è una missione vera e propria per me».
Cosa ha rappresentato per te entrare a far parte del ‘team’ di Gigi
Marzullo per la sua trasmissione
Milleueunlibro Scrittori in Tv?
«Fui contattata dalla regista Patrizia Caldonazzo un anno fa, che fu
molto gentile nei miei confronti, ricordandosi di come avessi già avuto
modo di partecipare alla trasmissione per presentare le mie precedenti
pubblicazioni. Poi, risentendoci tramite i social, le è venuta l’idea di
coinvolgermi in maniera più attiva, sebbene non mi possa definire una
presenza fissa, ma frequente. Sono lieta di avere avuto questa
possibilità che mi consente di leggere testi che mai avrei letto, e
soprattutto di conoscere i loro autori, persone di spessore, giornalisti
e personalità. Marzullo è un professionista serissimo che ha saputo
circondarsi di personalità importanti».
Da scrittrice ti suscita più ottimismo quello che ha detto il
Presidente Mattarella sui libri strumento irrinunciabile di crescita o,
se ti capita, vedere in giro ragazzi con un libro piuttosto che chini su
uno smartphone?
«Questa è una bellissima domanda – sorride, ndr- appartengo alla fazione
‘libri cartacei per sempre’ ma è anche vero che non potrei vivere senza
Kindle, dispositivi comodissimi da usare soprattutto in viaggio, che mi
hanno aiutato a fronteggiare ultimamente dei problemi che ho avuto alla
vista. Quando vedo sulle metropolitane dei ragazzi con la testa sugli
smartphone, io spero sempre che stiano leggendo un libro. Concordo
assolutamente con le parole del Presidente Mattarella, potendo dire
davvero di nata tra i libri, quelli della libreria di mio nonno, che
allora era l’unica nella nostra cittadina (oggi ce ne sono di più
fortunatamente). Confido in queste nuove generazioni che hanno saputo
diventare anche book-toker come segno della loro voglia di leggere e
imparare, e su questo resto ottimista anche attraverso l’esperienza
diretta dei ragazzi che frequentano i miei corsi. Non mi riconosco nella
corrente “si stava meglio prima” (ride, ndr)».