Telegiornaliste anno XIX N. 30 (746) del
29 novembre 2023
Tiziana
Ciavardini, il mio impegno per le donne
di
Silvestra Sorbera
Abbiamo il piacere di incontrare Tiziana Ciavardini,
antropologa culturale, giornalista, scrittrice e molto altro
per parlare della sua rubrica, cruciale nei giorni a ridosso
del 25 novembre, in onda il venerdì dalle 11 alle 12, su
Radio Cusano Campus.
Dottoressa, di cosa parla la sua rubrica?
«
Il Crimine in Rosa è un programma di approfondimento
a mia conduzione nato lo scorso settembre 2023 all’interno
del format
La storia oscura che si occupa di cronaca
nera, di misteri e cold case a Radio Cusano Campus la radio
dell’Università Niccolò Cusano con il conduttore Fabio
Camillacci ogni giorno dalle 11 alle 12.00. Abbiamo pensato
di creare questo approfondimento in particolare il venerdì
per indicare anche tutte le iniziative nazionali e
internazionali legate alla questione femminile. Questo
approfondimento è qualcosa di inedito in Italia, poiché al
momento non esistono programmi radio che si occupano
esclusivamente di femminicidio, di violenza sulle donne, di
stalking. Dopo anni di vita all’estero e dopo decenni in cui
mi sono occupata dei diritti delle donne, soprattutto in
quei paesi come in Medioriente, in cui la libertà è ancora
lontana, ho pensato di mettere a disposizione la mia
esperienza per dare vita a qualcosa di nuovo e soprattutto
di utile.
Il Crimine in rosa non vuole essere solo
intrattenimento, ma un vero e proprio servizio pubblico.
Attraverso i numerosi ospiti che spaziano da avvocati,
psicologi, criminologi, presidenti di associazioni e di
centri antiviolenza, nonché alle testimonianze dirette di
donne vittime di violenza, cerchiamo di dare sostegno ed
aiuto a tutte quelle donne che si trovano in difficoltà. Un
programma che tratta di donne, di violenza, di femminicidi
ma anche di rinascite. Storie di donne che hanno subito
violenza ma che da quella violenza sono rinate più forti e
determinate di prima. Abbiamo deciso di chiamarlo
Il
Crimine in rosa perché i termini ‘crimine’ e ‘rosa’
rimandano immediatamente al concetto di reato femminile. La
radio così come i tanti programmi tv dovrebbero avere una
duplice funzione la prima è quella di far riflettere sui
problemi della società contemporanea la seconda quella di
‘aiutare’ il prossimo dando anche suggerimenti ad esempio
nel nostro caso su cosa fare e chi contattare nei momenti di
pericolo. Proprio per questo la rete,
Cusano Media Group ha messo a disposizione i numeri
della redazione che sono sempre utilizzabili per ogni
ascoltatore o ascoltatrice nel caso vogliano intervenire in
diretta o lasciare messaggi whatsapp o sms».
Il femminicidio è sempre più all'ordine del giorno.
Secondo lei come mai?
«Se avessimo una risposta a questo avremmo anche la
soluzione e potremmo lavorare per trovarne una. Eppure non
ne abbiamo. Sono tanti i motivi per cui il femminicidio è
diventata un’emergenza sociale. Oggi molti uomini hanno
perso l’autostima. L’uomo di oggi non è l’uomo di trenta
anni fa. In alcuni casi questa nostra società invece di
evolvere ha creato dei ‘mostri’ capaci di soddisfare il
proprio ego solo attraverso crimini efferati, eliminando
cioè la causa del loro fallimento. Alcuni uomini non sono
mai cresciuti, sono rimasti nella prima fase evolutiva
dell’essere umano. Sono rimasti psicologicamente eterni
bambini, convinti che la donna sia il loro giocattolo e nel
momento di rottura, metaforicamente quando la donna decide
di allontanarsi, iniziano a battere i piedi, perché non
riescono a concepire che quella donna è in grado di vivere
anche senza di loro. A mio avviso in molti dei casi “
il
femminicidio è l’esasperazione di un ‘capriccio’ maschile
non assecondato”. Sicuramente abbiamo sbagliato
qualcosa, come società, come famiglia e come scuola.
Qualcosa ci è sfuggito e non ce ne siamo accorti. Sono anni
che parliamo di femminicidio e di come arginarlo eppure non
siamo riusciti nemmeno ad arretrare il fenomeno. Ora si
parla molto di introdurre nelle scuole l’educazione
all’affettività o alla sessualità, credo sia davvero molto
importante come materia di approfondimento, ma non è
sufficiente come soluzione al problema. Serve una
‘rivoluzione culturale’ che torni a far apprezzare i valori
che abbiamo perso repentinamente negli ultimi 20 anni».
Cosa ne pensa dell'esposizione mediatica della vittima
come è accaduto per lo stupro di Palermo?
«Potrei essere d’accordo se il racconto della donna vittima
di abusi fosse utile a tante altre ragazze, ma di fatto
abbiamo visto che queste storie raccontate in tv diventano
motivo di accanimento mediatico. Si arriva così a quello che
trovo un ossessivo racconto nei particolari della violenza
che nulla aggiungono alla storia se non un morboso livore
mediatico. Rabbia che alimenta ancora più rabbia. Dietro
ogni stupro ad ogni violenza ci sono storie diverse, cuori
che battono e famiglie che soffrono. Ci sono lacrime di
dolore, ma anche tanta vergona e paura. Chi è stata vittima
di stupro difficilmente riuscirà a condurre una vita
‘normale’, difficilmente riuscirà a trovare fiducia in se
stessa e negli altri. Spesso dimentichiamo che le ferite per
una donna che ha subito violenza, non sono solo fisiche, ma
sono soprattutto lacerazioni dell’anima».
Le donne denunciano o denunciano poco?
«La situazione è molto complessa. Ci sono donne che
denunciano e vengono immediatamente aiutate. Ci sono tante
altre che denunciano, ma non vengono ascoltate e non vengono
credute. Altre che non hanno il coraggio di andare a fare
una denuncia e per questo si rivolgono magari a un’amica o a
un familiare. Tante donne si rivolgono ai centri
antiviolenza, ma capisco benissimo quanto sia difficile per
una donna fare un passo del genere. Soprattutto quando non
si ha una propria autonomia economica. Perché ogni atto di
controllo nei riguardi di una donna che tende a privarla
della propria indipendenza finanziaria, è un atto di
violenza e di potere in cui l’uomo vuole mostrare la propria
supremazia attraverso lo strumento del denaro».
Cosa vorrebbe dire alle ragazze che ci leggono?
«
Dovete studiare. L’educazione, la formazione e il sapere
sono le uniche vere armi che vi renderanno libere. Mi
permetto di dire che questo monito non debba essere preso
solo come un suggerimento, ma come una vera e propria
‘imposizione’. Perché solo attraverso lo studio e una
successiva autonomia economica una donna più dirsi davvero
libera. Senza mai dover dipendere da un altro uomo. Inoltre
alle tante giovani ragazze vorrei spiegare qualcosa che loro
troppo spesso confondono con l’amore ma si tratta invece
solo di una forma di violenza psicologica. Purtroppo la
violenza non è fatta solo di botte non lascia solo lividi
esterni ma è più subdola. Quando un ragazza o un uomo adulto
vi critica, quando vi vuole diversa per come parlate vestite
o agite, quando vi insulta o vi controlla, quando non vi
permette di uscire con le amiche, quando non vi sentite ad
agio in una relazione ecco pensateci perché quella è una
relazione tossica che a lungo andare può portare ad epiloghi
estremi. Uscite da questa situazione. Se non ce la fate da
sole chiedete aiuto. Ci sono sempre persone disposte ad
ascoltarvi. Chi veramente ha a cuore la vostra serenità la
vostra spensieratezza è un uomo che vi aiuta ad emergere è
un uomo felice se voi siete felici. So che è molto difficile
da comprendere. Fortunatamente il mondo, non dimentichiamolo
mai, non è fatto solo di uomini maschilisti, possessivi e
potenziali omicidi, ma esistono tantissime meravigliose
persone che abitano questo nostro complesso e affascinante
pianeta chiamato Terra. E prima o poi avrete la fortuna di
conoscerlo».