Telegiornaliste anno XIX N. 5 (721)
del 8 febbraio 2023
Laura
Parise, passione lettura
di
Tiziana Cazziero
Incontriamo la scrittrice genovese Laura Parise.
Ciao Laura e grazie per aver accettato questo invito. Chi
sei? Presentati in breve ai nostri lettori.
«Sono una ultracinquantenne nata a Genova che ha viaggiato un
po’ tra Italia ed estero e ho vissuto nella Svizzera tedesca per
circa trent’anni. Sono mamma e tra i differenti lavori svolti,
ho sempre mantenuto vive alcune passioni: leggere, scrivere,
cucinare e guardare partite di calcio».
Quando hai scoperto la passione per la scrittura e cosa ti ha
fatto scattare la scintilla che ti ha portato verso la
pubblicazione?
«La passione per la scrittura deve per forza essere nata con me,
altrimenti non me lo spiego visto che già alle medie amavo
scrivere lunghissimi temi che facevano impazzire la mia Prof
perché li consegnavo sempre in brutta copia».
Ho letto il tuo libro di Natale: Una famiglia per Natale,
una storia carina che parla dell’amore verso gli animali, com’è
giunta l’ispirazione?
«Premesso che ho sempre amato gli animali, che in giovane età ho
avuto un cane, qualche pesce rosso e in seguito anche due
tartarughe terrestri, e che non ho concesso ai miei figli di
averne quando me li chiedevano perché ero consapevole che tra
famiglia, lavoro e impegni vari non avrei potuto accudire anche
loro, ora che ho il tempo, ho due cani. Pitbull maschio e
femmina. L’ispirazione mi è venuta il giorno che davanti al mio
cancello si sono presentati tre cuccioli abbandonati
(nell’angolo in basso a sinistra della copertina ci sono due di
loro). Io non potevo prenderli perché con i miei non sarebbero
andati d’accordo, ma ho fatto di tutto, interpellando Sindaco,
Assessori e Animalisti del mio paese di residenza perché venisse
qualcuno a prenderli per farli adottare. Da lì, l’idea di dar
loro voce con la speranza che qualcuno si metta una mano sulla
coscienza quando adotta un cane».
L’assassino dei confetti è una tra le tue ultime
opere, un giallo che incuriosisce molto, vuoi parlarcene?
«Leggo da sempre con molto piacere i libri gialli e ho sempre
ammirato tantissimo chi è in grado di creare quelle trame
particolari. Un conto è una trama romantica che bene o male fa
parte di quasi tutti noi, un conto è mettersi nei panni di un
assassino, ragionare come lui, creare intrighi. Non deve essere
semplice. E per questo ho sempre desiderato riuscire a
intrecciare una storia gialla. L’assassino dei confetti si è
presentato a me una notte, come idea brillante e inusuale, così
pian piano sono riuscita a dargli forma e voce. Pensavo: “Chi
mai penserebbe di far fuori uno sposo a poche ore dal sì?” non è
stato facile trovare il movente».
Quanto c’è di te nei tuoi testi?
«Credo che in ogni testo di ogni scrittore ci sia sempre una
parte di sé stesso sia essa una frase, un pensiero o un
desiderio è impossibile estraniarsi completamente».
Parliamo di libri e pubblicazione, oggi il selfpublishing è
diventata una scelta sempre più diffusa tra gli autori? Secondo
te perché? Racconta un po’ la tua esperienza.
«Quando ci capita di vedere un film americano dove un autore
riceve addirittura un anticipo per scrivere un libro, vorremmo
tutti essere quell’autore. Da noi le case editrici, vuoi per la
penuria di lettori, vuoi per altri problemi legati ai costi,
tendono a pubblicare solo personaggi noti, anche se si avvalgono
di ghostwriter mentre noi poco conosciuti facciamo fatica a
essere presi in considerazione, a meno che, per poter firmare il
contratto editoriale non sovvenzioniamo noi stessi le
pubblicazioni comprando centinaia di copie. Inoltre, la
pubblicità grava sempre sulle nostre spalle, sono davvero pochi
i casi in cui uno scrittore sconosciuto riceve visibilità in
senso mediatico e concreto. E poi gli esigui guadagni e la
diffidenza sul reale numero di copie vendute, sono un altro
punto a sfavore. Da qui l’idea di auto pubblicarsi perché vedere
il proprio libro stampato fa tutto un altro effetto. Non dico
che le spese con l’autopubblicazione non ci siano, tutt’altro,
senza tener conto del lavoro di stesura, ma per lo meno si ha la
netta sensazione che il poco guadagno sia controllato, e la
gestione sia completamente nelle proprie mani. In pratica tutto
questo è parte anche della mia esperienza».
In Italia si legge purtroppo molto poco, secondo te che cosa
si potrebbe fare per incentivare la lettura nel nostro
“Stivale”?
«Si dà sempre colpa alla scuola e forse in parte è vero. Se i
professori invogliassero gli allievi a leggere magari qualche
romanzo “meno scolastico” per poi discuterne in classe come
facciamo noi sui social con, ad esempio, i gruppi di lettura,
forse molti giovani troverebbero la cosa più interessante. Per
quanto riguarda gli adulti, la cosa diventa più complicata e
purtroppo non ho un consiglio da dare in merito. Forse si
potrebbe eliminare qualche ora di TV sostituendola con un libro
in tal modo si darebbe anche il buon esempio ai figli».
Dove possono trovare i lettori e i tuoi libri?
«Essendo auto pubblicazioni non mi troveranno in tutte le
librerie o edicole, ma solo sul web. Io pubblico su
Amazon, ma se voglio possono prendere contatto con le
librerie Giunti al Punto che hanno molte sedi in parecchie città
italiane e far in modo di ritirare direttamente da loro uno dei
miei libri».
Progetti all’orizzonte? Vuoi anticiparci qualcosa?
«Sto per terminare la stesura di un nuovo romanzo. Credo uscirà
verso la seconda metà di febbraio e sarà lo spinoff della mia
prima novella natalizia:
Il suo primo vero Natale. L’idea
di approfondire la storia dei protagonisti è partita dalla
richiesta di alcune lettrici. Non sarà ambientato a Natale e non
sarà soltanto una storia romantica ma ci saranno anche un po’
giallo e di…».
Se vuoi aggiungere qualcosa che non è stato detto, questo
piccolo spazio conclusivo è tuo.
«Io ringrazio voi per lo spazio che mi avete dedicato e a chi
leggerà questa mia intervista. Spero di non essere stata troppo
logorroica. Leggere deve essere in primis uno svago della mente
e io, con i miei libri, avendo spaziato in molte categorie, mi
auguro di riuscire a farvi emozionare, divertire e svagare;
perché sono certa che tra tutti i miei vari titoli troverete
quello che può interessarvi. Ricordate che in ogni libro
facilmente troverete anche una parte di voi perché chi scrive è
prima di tutto un essere umano che vive, si emoziona, gioisce e
soffre proprio come voi lettori».
Grazie per il tuo tempo.