Telegiornaliste anno XVIII N. 26 (710)
del 19 ottobre 2022
Valentina Clemente, Usa e internazionalità
di
Giuseppe Bosso
Incontriamo
Valentina Clemente,
volto di
Sky Tg24
per parlare sia del suo lavoro di telegiornalista che della sua ultima
fatica letteraria, un’analisi dell’attualità statunitense e non solo.
Grazie della disponibilità Valentina. Anzitutto parliamo del suo
libro appena pubblicato Biden primo tempo: come nasce e perché
proprio adesso?
«Grazie a voi per questa bellissima opportunità! Da tempo cullavo l’idea
di scrivere un libro sulla politica americana, idea che sono riuscita a
concretizzare solo lo scorso anno, quando la
casa
editrice Santelli mi ha contattata dopo aver visto alcuni miei
approfondimenti – proprio sull’America – a Sky Tg24. La proposta era: tu
decidi il focus, noi ti diamo carta bianca. Era fine settembre 2021, e
già i quotidiani statunitensi parlavano di Midterm. Bene, mi sono detta:
questo libro sarà un’analisi della presidenza Biden in vista delle
elezioni di metà mandato, ma anche in vista del 2024, quando l’America
tornerà alle urne per scegliere il (nuovo) presidente ».
Non sembra tuttavia che questo presidente abbia soddisfatto
pienamente il popolo statunitense. Da osservatrice qual è la sua
valutazione?
«Joe Biden ha ereditato un paese in difficoltà economica, sofferente a
causa di una pandemia che l’ha colpito con violenza ma anche molto
diviso. Il suo arrivo alla Casa Bianca è stato visto, sin dal giorno
zero, come l’ancora di salvezza per l’America. Quando è iniziata la
corsa per la Casa Bianca, Biden ha voluto accanto a sé Kamala Harris,
che poi è diventata la prima vicepresidente donna di colore, cosa mai
successa nella storia degli Stati Uniti. E, non meno importante, gli
americani l’hanno visto vicino a Barack Obama per otto anni, per i due
mandati presidenziali, nel ruolo di vice. Tutti questi elementi facevano
pensare (e sperare) che la sua presidenza sarebbe stata in grado di far
ripartire il paese dopo 4 anni a guida Donald Trump. Una luna di miele
che, però, si è conclusa in poco tempo. Le difficoltà sono molteplici,
dallo stato di salute economica del paese, ma anche alla politica
estera, che contagia anche la politica interna».
E parlando in generale degli Stati Uniti, ritiene condivisibile
l’idea che nella situazione attuale non siano più considerabili
realmente la prima potenza?
«È sicuramente una delle potenze, questo è indubbio. Fare una classifica
delle potenze credo sia rischioso e inaccurato, quindi ritengo più
opportuno dire che l’America è uno dei paesi più importanti sullo
scacchiere internazionale. E non solo oggi. Ogni presidente decide di
seguire una propria politica estera, e questo condiziona anche i
rapporti con i leader di alcuni paesi».
Venendo a lei, quanto è stato importante per il suo percorso
professionale la possibilità di viaggiare e avere esperienze all’estero?
«Importantissimo, direi essenziale. Sono sempre stata incuriosita da ciò
che non conoscevo, e poter viaggiare mi ha permesso di conoscere e
approfondire temi apparentemente sconosciuti. Aver studiato negli Stati
Uniti è stato fondamentale per la mia crescita, e non solo lavorativa.
Ho preso un aereo per Los Angeles a 20 anni, a nove ore di fuso orario
da casa, in una città lontanissima dai canoni europei, dove ho
frequentato l’università. È stato un salto culturale molto forte e,
anche se inizialmente non è stato facile, sono sempre stata convinta che
quella fosse la scelta più giusta, per me ma anche per il mio lavoro. E
lo sono ancora oggi. Ma non mi sono fermata agli studi, poi ci sono
state tante altre opportunità utili a plasmare in lavoro la passione che
ho sempre avuto».
Tornare in Italia e approdare a un network come Sky cosa ha
rappresentato?
«Fondamentale per poter continuare a “respirare” internazionalità, di
cui da sempre mi nutro. A Sky Tg24 un ampio spazio è dedicato alla
politica estera, ma anche allo spettacolo in chiave internazionale.
Lavorare in un contesto come questo è stimolante e arricchente».
Fare informazione in un momento delicato per tante cose, dalla crisi
economica al terribile conflitto in Ucraina con una pandemia che non è
certo da considerare un’emergenza superata: con quale spirito?
«Raccontare i fatti, dare tutti gli strumenti necessari a chi guarda e
ascolta per farsi un’opinione, senza falsi allarmismi: fare informazione
significa anche questo. Soprattutto negli ultimi due anni e mezzo,
quando abbiamo raccontato passo dopo passo gli sviluppi della pandemia,
l’insediamento di Joe Biden alla Casa Bianca e l’assalto al Congresso da
parte dei sostenitori di Donald Trump. La guerra in Ucraina, la campagna
elettorale e le elezioni nel nostro paese: fatti diversi ma tutti
importantissimi. Lo spirito è sempre lo stesso: fare informazione,
chiara e comprensibile a tutti».
In prospettiva futura si vede ancora in Italia oppure nuovamente al
di là dell’Atlantico?
«Chissà… il desiderio di andare a vivere in una casa sull’oceano, a
Laguna Beach, c’è sempre, ma ho imparato a vivere il presente, giorno
dopo giorno, costruendo il futuro. Almeno due settimane, ogni anno, sono
proprio lì, in California, ma poi ritorno sempre a Milano per Sky Tg24.
Poi vedremo!».