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Intervista a Silvestra Sorbera (2)   Tutte le interviste tutte le interviste
Silvestra SorberaTelegiornaliste anno XVII N. 34 (684) del 15 dicembre 2021

Silvestra Sorbera, la mia Martina un mix
di Tiziana Cazziero

Intervistiamo Silvestra Sorbera che ci racconta la sua ultima fatica letteraria, Martina.

Martina è la protagonista del tuo ultimo romanzo, chi è e come nasce l'idea di questa storia?
«Martina è una donna comune. All’inizio del romanzo è una ragazza alle prese con l’esame di maturità. Cresce nel corso del romanzo diventando una donna, una moglie, una madre. Martina è tante donne insieme. La sua personalità, e quindi il personaggio, è nato un po’ da un’inchiesta che ho portato avanti per un giornale con il quale collaboro e un po’ dalle varie donne che conosco. Donne che, per diversi motivi, si sentono addosso il peso dell’etichetta che qualcuno, solitamente un uomo, le ha appiccicato addosso».

C’è un messaggio nascosto nella tua opera?
«Sì, ma non lo svelo altrimenti abbiamo risolto il mistero (ride). Leggendo il sottotesto capirete che Martina, così come gli altri personaggi, si muovono all’interno del testo seguendo il loro concetto d’amore. Martina probabilmente è quella più confusa, è quella che ha perso la sua giovinezza per seguire l’ideale romantico che le regala anni di felicità. Un nuovo incontro la confonde nuovamente e forse, e sottolineo forse, solo alla fine della storia sembra trovare la sua strada che pagherà a caro prezzo».

Ti rivolgi a un pubblico specifico?
«No, la storia all’apparenza racconta la vita di una coppia che viene travolta da una novità. I temi trattati sono diversi: l’amore, la nascita e la prematura perdita di un figlio, il successo, l’omosessualità, la separazione, la vita felice di una coppia e di una famiglia».

Chi è Martina, c’è qualcuno nella vita reale che ti ha ispirato questo personaggio?
«No, nessuno in particolare. Martina è un mix di donne che ho conosciuto e che si portano dietro il ruolo che la società le ha assegnato. Un ruolo che vivono come un peso, donne che vorrebbero poter fare ma non riescono perché ingabbiate in ruoli precostituiti».

Quali sono gli altri protagonisti della storia, cosa puoi dirci di loro?
«Il protagonista maschile è Massimo. Un uomo che ama sua moglie e la sua famiglia. Il suo amore all’inizio è fatto d’attenzioni poi la carriera lo spinge sempre più lontano dalla famiglia e il tempo da dedicare a moglie e figli è sempre meno. Massimo è un uomo sempre presente, i figli stravedono per lui che riesce sempre a trovare il modo di renderli felici anche nel poco tempo che passa con loro. L’altra protagonista è Isabella, coetanea di Martina ma con una vitalità prorompente, molto diversa da lei».

Quando hai capito che la scrittura era nel tuo futuro?
«Ho sempre scritto, io sono una giornalista e ho iniziato con la carta stampata, per poi passare alla tv e poi ai webzine. Quindi vivo di parole, scritte o meno poco importa. Diciamo dal 2009 però sento la necessità di scrivere anche storie. Nel tempo poi la scrittura creativa è diventata parte della mia vita».

Sei un’autrice che affronta diversi generi, trasporti il lettore dal giallo al genere rosa, quale tra questi senti più vicino a te?
«Sicuramente il giallo. Provengo dalla cronaca nera e quindi sento molto vicino a me questo genere narrativo. E poi amo i libri gialli e le fiction poliziesche italiane e non. Il genere rosa, nel mio caso, è un po’ più marginale. Solitamente sono veicolo di un pensiero, un concetto che mi sta a cuore e che non trova spazio nel giallo».

Il commissario Livia è la protagonista della tua serie scritta nel segno del giallo, come nasce l’idea?
«Ero giovane, una ragazza avevo 17 anni e mi ero appena diplomata. Mio padre, che è un lettore accanito, legge La forma dell’acqua di Andrea Camilleri e poi mi consiglia di leggerlo convinto che mi sarebbe piaciuto. In effetti l’ho amato tanto che proprio quel libro è stato poi oggetto della mia tesi di laurea. L’idea di scrivere un giallo era già in me ma quella lettura mi ha fatto dire: “proviamo”. Non possedevo un pc e ha scritto il primo racconto (mai pubblicato) con la mia macchina per scrivere. Non pensavo che da quel pomeriggio il commissario Livia sarebbe diventato il mio miglior personaggio».

Cosa devono aspettarsi i lettori per il futuro? A cosa stai lavorando?
«Sicuramente la nuova indagine del commissario Livia e poi una nuova raccolta di racconti dove la protagonista è una giovane giornalista. Ho poi una storia familiare in mente ma devo ancora finire di abbozzare il progetto».

Grazie mille.

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