Telegiornaliste anno XVII N. 18 (668) del 19 maggio 2021
FraSté, graffi del cuore
di
Giuseppe Bosso
Incontriamo FraSté, all'anagrafe Francesca Stefania Rizzo, autrice della
silloge poetica illustrata
Dai graffi del cuore nascono parole,
edita da PubMe per la collana Gli scrittori della porta accanto.
Dai graffi del cuore nascono parole: come mai questo titolo e
cosa rappresenta per lei?
«Il titolo è nato in modo molto spontaneo quando, rileggendo le prime
poesie che ho messo su carta, mi sono resa conto che quelle parole
uscivano direttamente da graffi che avevo sul cuore e che avevo evitato
di guardare per lungo tempo; è stata una sorta di resa dei conti con
quei vecchi dolori e delusioni che solitamente mettiamo da parte per
mancanza di tempo, ma soprattutto di coraggio, e che proviamo a
dimenticare. Durante la pandemia, mi sono ritrovata sola per quasi 3
mesi e, ritrovarmi ad ascoltare queste parole che spingevano per uscire
è stato inevitabile, quindi mi sono arresa e ho deciso di aprire tutti
quei graffi per consentir loro di raccontare quello che avevano da dire.
Il progetto, così come il titolo, ha rappresentato per me un momento
assolutamente catartico e terapeutico, un’occasione impensata per
imparare a vedermi, a perdonarmi e ad accettarmi con i miei fallimenti e
le mie delusioni. Lo considero la mia prima, unica e vera dichiarazione
d’amore… e che sia arrivata da me stessa per me non ha prezzo. Sempre
dal titolo l’idea di definire ‘graffi’ le mie poesie e di raccontare con
dei miei disegni quelle emozioni che spesso, prima che con parole, si
manifestavano con immagini».
Come è nata questa sua esperienza editoriale e quali canali ha
utilizzato?
«L’esperienza editoriale devo ammettere che è nata davvero per caso o
per gioco. Una volta organizzato il mio ‘non-progetto’ in un progetto,
impaginato, con una copertina e un senso logico e organizzativo, avevo
deciso di tenerlo per me, come un regalo speciale. La sfida è nata dopo
aver fatto leggere i miei graffi ad alcuni miei amici e aver mostrato
loro il risultato finale… mi hanno invitata a provare a pubblicare, cosa
a cui non avevo nemmeno mai pensato! Ho avuto un contatto da una mia
amica e ho provato ad inviare il manoscritto e, sorprendentemente,
questa persona si è dimostrata immediatamente interessata ed entusiasta…
ho capito che forse i miei amici non avevo torto e, senza pretesa
alcuna, durante le vacanze che non ho fatto, ho fatto una ricerca sul
web e ho inviato il mio progetto a qualche CE sincerandomi che trattasse
il genere. Poi è successo l’inaspettato… tra fine agosto e inizio
settembre ho ricevuto 15 proposte di pubblicazione! Ho potuto
addirittura scegliere e sono stata travolta da un’esperienza che mi ha
sorpresa e coinvolta totalmente e in tempi brevissimi… perché a inizio
ottobre il libro è stato pubblicato!».
Qual è stato il riscontro che ha avuto dai lettori che l’hanno
contattata?
«I riscontri che ho avuto e continuo ad avere sono assolutamente
emozionanti, emozioni in cambio di emozioni. Sapere di essere riuscita a
toccare chi mi ha letta, sapere che le mie parole arrivano e che chi le
legge ci si immedesima, sapere che i miei graffi stimolano quelli dei
lettori invitandoli a fare con me questo viaggio nelle emozioni… mi
rende assolutamente felice e soddisfatta di questa avventura. Non
chiedevo altro, dato che decidere di condividere una parte di me non è
stato semplice perché mi sono messa completamente a nudo mettendo sul
piatto delusioni, dolori, fallimenti e umiliazioni! Ho deciso di provare
a condividere questa parte di me perché a me ha fatto bene e affrontare
il dolore scaturito dai miei graffi mi ha regalato leggerezza; ho
pensato che sarebbe stato bello che lo stesso potesse succedere a chi mi
avesse letta… non avevo altro scopo che abbracciare con le mie parole,
incoraggiando a ritrovare se stessi per imparare ad accettarsi e a
prendersi per mano».
Parafrasando il tempo che stiamo vivendo, la pandemia lascerà,
secondo lei, dei graffi da cui potrà nascere un domani migliore?
«Posso rispondere per me, perché purtroppo le speranze che nutrivo al
principio di questo momento così difficile sono state assolutamente
disattese dal mondo che mi circonda. Avevo grandi aspettative, ero
convinta questo ‘graffio’ profondo avrebbe portato l’umanità a
riflettere sull’esistenza, sui valori e sul valore della vita… purtroppo
non mi pare i risultati parlino di cambiamento né di sensibilizzazione…
purtroppo, nemmeno una tragedia di questa portata è stata capace di
modificare l’egoismo, il cinismo, l’indifferenza e l’ignoranza della
maggior parte delle persone. Ma, sono sicura che, chi come me invece ha
vissuto questo periodo come un’opportunità, da questo graffio avrà colto
la vera importanza delle cose e, quando ritorneremo alla nuova normalità
tanto attesa, avrà sicuramente occhi diversi per vedere quello che
davvero conta, dandogli la priorità rispetto alle mille chimere da cui
ci lasciavamo distrarre in passato».
Ha in cantiere altri progetti editoriali?
«Continuo a scrivere perché ormai è diventata un’esigenza, la mia
valvola di sfogo, il solo modo per conoscermi e per capire chi sono e a
che punto sono. Ci sono delle idee che potrebbero diventare nuovi
progetti, ma anche in questo caso, per ora li ho scritti per me, vedremo
se troverò il coraggio e la necessità di condividerli. Una nuova
raccolta di poesie illustrate con un nuovo messaggio di rinascita, una
raccolta di filastrocche illustrate che ho promesso ai miei nipotini… e
qualcosa abbozzato qua e là. Forse l’idea e il sogno di scrivere un
romanzo, ma devo prima capire se ne sarò capace… le idee e i sogni non
sempre bastano per realizzare un desiderio».