
Telegiornaliste anno XVII N. 
		14 (664) del 21 aprile 2021
		
		
Emanuela 
					Esposito Amato, scrivere con amore 
					di 
Giuseppe Bosso 
					
					Incontriamo
					
					Emanuela Esposito Amato, scrittrice e docente che 
					ha saputo brillantemente coniugare la sua esperienza di vita 
					trascorsa tra la natia Napoli e Parigi nei suoi libri. 
					
					
Salve, Emanuela, parliamo anzitutto di Lui dorme e 
					altri racconti, tua ultima fatica letteraria; racconti 
					di donne alla ricerca di un equilibrio interiore: ti sei 
					ispirata a persone che conosci o personaggi che ammiri?
					
					«I miei racconti sono frutto di un vissuto, di esperienze di 
					vita: alcune mie, di altre persone o di pura invenzione. 
					Sempre con un occhio alla realtà, tuttavia, anche nei 
					contesti più paradossali che talvolta ho messo in scena nei 
					miei racconti. C'è sempre una conoscenza del reale, perché 
					mi documento in modo quasi maniacale prima di scrivere. In 
					questo senso i miei racconti hanno una sorta di vissuto, una 
					forza di concretezza in cui ognuno può riconoscersi. Molti 
					lettori, infatti, mi hanno “confessato” di essersi 
					riconosciuti in toto o in parte nelle storie che descrivo 
					nei miei racconti». 
					
					
Donne protagoniste ma titolo al maschile: chi è il “Lui” 
					che dorme? 
					«Il “Lui” è un personaggio del racconto che dà il titolo a 
					tutta la raccolta. Dorme, nel vero senso della parola, 
					mentre accade un episodio drammatico senza che lui se ne 
					renda conto. In senso più esteso, quello che mi interessava 
					far cogliere, “lui” rappresenta il dramma dell’indifferenza, 
					del disinteresse per l’altro. Che si tratti della compagna 
					di vita, o di qualsiasi altra persona o situazione, ci sarà 
					sempre qualcuno che “dorme”, che preferisce evitare 
					piuttosto che affrontare e aiutare. E non è detto che sia 
					per forza un “Lui”. Potrebbe essere di qualunque sesso!».
					
					
					Altra tua fatica letteraria, 
Il diario segreto di Madame 
					B.; donne sempre protagoniste, stavolta, senza 
					spoilerare, con un’immagine riflessa nello specchio come 
					punto trainante: cosa rappresenta questa simbologia? 
					«A mio avviso rappresenta una sorta di conoscenza dell’altro 
					da sé, attraverso una coincidenza fortuita, e quasi 
					incredibile, che porta una giovane donna dei nostri tempi a 
					venire in contatto con una donna vissuta nella prima metà 
					dell’Ottocento. Tutto ciò avviene grazie a un’immagine 
					riflessa in uno specchio antico e al ritrovamento di un 
					diario segreto che creerà il legame tra le due protagoniste 
					del romanzo. Ma il segreto non appartiene solo al diario…. 
					Ogni personaggio ha il suo, che tenta di custodire 
					gelosamente….e mi fermo se no cado nella trappola dello 
					spoiler…». 
					
					
Inevitabilmente hai dovuto fare i conti con l’emergenza 
					covid sia per il tuo lavoro da docente che per la promozione 
					dei tuoi libri: come ti sei attrezzata e chi ti è stato 
					vicino? 
					«Questa è una domanda davvero urticante. Purtroppo non è 
					stato facile, né produttivo, riuscire a conciliare la realtà 
					distopica della scuola e della nostra esistenza in generale, 
					come la stiamo vivendo ormai da un anno, con il tentativo di 
					promuovere i miei scritti in modo diverso dalle 
					presentazioni in pubblico, con il contatto diretto, con la 
					possibilità di dialogare. Tutto, ormai, è diventato 
					virtuale! Scuola, rapporti umani, condivisioni di interessi 
					… passano attraverso uno schermo, che sia quello del 
					computer o del telefonino. Come tutti gli scrittori 
					emergenti, ho utilizzato la rete, in particolare i social 
					networks, Instagram e Facebook, per cercare di far arrivare 
					i miei scritti e la mia personalità di scrittrice a quante 
					più persone possibile. Ho conosciuto di tutto, dal lettore 
					colto , al giornalista, al recensore, e purtroppo anche chi 
					non ha compreso che non avevo altro scopo se non quello di 
					presentare i miei libri e me stessa! Ti confesso che sono 
					stata più volte costretta a bloccare dei profili! Inoltre ho 
					avuto l’opportunità di essere intervistata in programmi 
					televisivi, come 
In Città, di TV Luna, condotto dalla 
					bravissima Lorenza Licenziati, e 
Mattina 9, di Canale 
					Nove, condotto dall’acuto Claudio Dominech». 
					
					
Hai vissuto tra Napoli e Parigi, due città, due anime 
					diverse: quanto hai preso da loro e in cosa le hai trovate 
					diverse e vicine? 
					«Napoli e Parigi hanno sicuramente una cosa in comune: la 
					tendenza a tirar tardi, in particolare se l’indomani non è 
					lavorativo. Prima della pandemia, sia a Napoli che a Parigi 
					era possibile trovare locali aperti fino a tarda notte. Si 
					avvertiva la frenesia del “cogliere l’attimo”, di lasciarsi 
					trascinare dalla vita notturna, di avere l’impressione di 
					due città sempre vive e in movimento. Diverso, invece, è 
					l’interesse per l’arte e la cultura. A Parigi ho sempre 
					avuto la sensazione di respirare quest’aria! Pensa che prima 
					che le librerie chiudessero per il lockdown, c’era una coda 
					impressionante di gente che attendeva il turno per 
					rifornirsi di libri…. Qui, a Napoli, la fila era notevole 
					per entrare al supermercato… Questione di scelte! Entrambe 
					le città fanno parte di me, non posso stare a lungo lontana 
					da Parigi senza avvertire un’acuta nostalgia. Manco dal 
					novembre 2019, e non vedo l’ora di poterci ritornare, quando 
					sarà possibile!». 
					
					
Da docente nei tuoi studenti alle prese con dad e 
					distanziamento vedi più rassegnazione o speranza nel futuro?
					
					«Entrambe le prospettive che mi presenti. In questo momento 
					li vedo soprattutto destabilizzati. Non sanno neanche loro, 
					come noi del resto, quale sarà l’evoluzione di questo 
					cambiamento epocale. Fortunatamente, essendo giovani, sento 
					che la speranza di recuperare una sorta di “normalità” di 
					vita non li ha ancora abbandonati». 
					
					
In futuro continuerai ancora questa tua avventura da 
					scrittrice? 
					«Sì, compatibilmente con l’enorme mole di lavoro che ho da 
					svolgere per la scuola, che mi impegna tante ore al giorno, 
					anche nei week-end. Non ho abbandonato la scrittura. La amo 
					troppo! Cerco sempre di ritagliarmi una scheggia di tempo 
					per entrare nel mondo della storia che sto scrivendo: il 
					seguito del 
Diario segreto di Madame B., con nuovi 
					personaggi che affiancheranno quelli che già il lettore 
					conosce e nuovi segreti da scoprire…».