Telegiornaliste anno XVI N.
8 (625) del 4 marzo 2020
Lucia
Petraroli, lady viola
di
Giuseppe Bosso
Questa settimana intervistiamo la giornalista toscana
Lucia Petraroli.
A distanza di quasi un anno che idea si è fatta di Rocco Commisso?
«Un uomo che con il suo entusiasmo è riuscito dopo tanto tempo a
riportare a Firenze la passione sopita. Rocco Commisso si è fatto
coinvolgere totalmente dal progetto viola tanto che è già al suo settimo
viaggio in Italia da giugno scorso quando comprò il club viola dalla
Famiglia Della Valle, di cui l'ultimo viaggio di quasi un mese. In breve
tempo ha fatto un mercato invernale di 70 milioni, porta avanti la
questione stadio nuovo, cerca di portare una sede della lega seria a in
America è cerca di farsi sentire in Italia in questioni importanti quali
le questioni arbitrali. Ricordiamo che il magnate Italo americano ha un
grande business in Usa con la sua Mediacom, quinta azienda fornitrice di
Tv via cavo con 5 miliardi di patrimonio. Mediacom gli ha permesso dopo
sessant'anni di dedicarsi oggi alla sua più grande passione il calcio,
con i suoi New York Cosmos e Fiorentina».
Da anni si parla di un nuovo stadio a Firenze: ritiene sia un
progetto attuabile per la città?
«La questione è molto intricata e difficile. Commisso si è dovuto
scontrare con una realtà molto diversa da quella americana dove le leggi
e la burocrazia sono molto diverse. Spero Commisso nel suo percorso a
Firenze non si stanchi e disamori da questa attesa. Sul piatto il
restyling dello Stadio Franchi bloccato dalla Sovrintendenza ai beni
culturali essendo l'impianto monumento storico. L'area Mercafir proposta
dal Comune ha in scadenza il bando ad aprile dove non è dato sapere ad
oggi se Commisso parteciperà o no visti i costi e i tempi lunghi di
attuazione, l'altra proposta Campi Bisenzio oggi può essere la più
fattibile con terreni di privati ma fuori città. Il motto del patron
viola è
Fast Fast Fast. Fare veloce, gestione del progetto e
prezzi contenuti».
Gioie e dolori di una giornalista sportiva a Firenze.
«Grata di avere la possibilità di svolgere il mio lavoro con persone che
hanno creduto fin dagli inizi in me. Firenze è una meravigliosa città
che può darti fino ad un certo punto a livello lavorativo poi si deve
avere il coraggio la voglia la dedizione la passione smisurata di
mettersi in gioco dove si fa sul serio».
Negli ultimi anni ha avuto modo di intervistare, per la rubrica
Lady Viola, compagne di calciatori della Fiorentina e anche
calciatrici: come definirebbe il lato rosa del pallone di questo tempo,
in cui il calcio femminile sta acquisendo maggiore attenzione?
«Con la mia rubrica ho avuto la possibilità di dare voce e conoscere
persone davvero di spessore. Il cammino delle donne all'interno del
calcio è sempre più in espansione, che siano calciatrici, giornaliste o
altro. Abbiamo di fronte vere e proprie professioniste che fanno del
loro lavoro amore e passione con una costanza sorprendente. Mi ritrovo
molto nel loro spirito combattivo dove niente ti fa paura e davanti hai
solo il tuo obiettivo».
Le sta stretta la Toscana o è il suo posto al sole?
«Questo lavoro è mosso dall'ambizione, la ricerca di fare sempre meglio,
studiare, migliorarsi. Se non hai questo dentro allora questo mestiere
non fa per te. È un lavoro che scegli, difficile, spesso avresti voglia
di mollare tutto per l'ennesimo ostacolo che ti trovi davanti,
soprattutto essendo donna, ma il famoso fuoco dentro, i famosi occhi
della tigre poi ti riportano sulla strada scelta. Si chiama passione».
Fa parte di una generazione di giovani giornaliste sportive che man
mano si stanno affermando in un ambiente, tuttavia, ancora molto
maschile che ancora sembra non accettare la vostra presenza, spesso con
uscite di cattivo gusto come tempo fa Mihajlovic con
Mikaela Calcagno: le è mai capitato personalmente una situazione
così?
«Ammiro molto Mikaela e la sua professionalità, una grande giornalista
dalla quale si può solo imparare. Lascio agli altri i commenti su
determinate situazioni, io personalmente ho risposto con ancora più
costanza, studio e professionalità di quanto ne avevo prima se ce ne
fosse stato bisogno. Certe critiche non mi smuovono dal mio obbiettivo
anzi lo rinforza».
Cosa farà Lucia da grande?
«Sicuramente la giornalista. Con la stessa umiltà, la voglia di
conoscenza, la voglia di migliorarsi di sempre».