Telegiornaliste anno XVI N.
28 (645) del 28 ottobre 2020
Carlotta
Macerollo, tenere la barra dritta
di
Giuseppe Bosso
Incontriamo
Carlotta Macerollo, volto di
Rainews 24.
Raccontare l’Italia nell’anno del Covid: quali sono finora le sue
sensazioni di questo particolare momento storico?
«Raccontare il periodo che stiamo vivendo è particolarmente complicato
perché, oltre alle regole del buon giornalismo, dobbiamo fare i conti
con la paura per noi stessi e per le persone che ci sono care. In
primavera, durante il lockdown, sono stata inviata due mesi in Piemonte
per raccontare la situazione in una delle regioni più colpite dal Covid:
ho cercato di “tenere la barra dritta”, riportando in agenda i temi
importanti da seguire e approfondire, quindi raccogliendo storie,
capendo i dati, trovando interlocutori affidabili… non è stato facile, è
complicato lavorare quando c’è molta incertezza intorno, ma ho imparato a
gestirla».
E per quanto invece la riguarda direttamente, in questi mesi cosa ha
dovuto cambiare della sua vita e come ne ha risentito?
«Di solito mi piace molto leggere: invece, durante il lockdown, faticavo
a finire i romanzi e così ho interrotto il “gioco” intitolato “a book a
week” che avevo iniziato da un paio d’anni con le mie amiche e non l’ho
più ripreso… una delle conseguenze delle “preoccupazioni” per il covid».
Ormai è da oltre dieci anni che lavora in Rai, tra Tg1 e Rainews:
come pensa di essere cambiata rispetto al suo esordio e come è cambiato
il servizio pubblico da allora?
«In questi dieci anni in Rai penso di essere cresciuta parecchio. Amo
questo mestiere ma non avevo mai pensato di lavorare in tv, mi
immaginavo più nella carta stampata o, meglio, nelle agenzie di stampa.
La televisione è un mezzo diverso, non “le” si può nascondere niente: se
ti senti stanco si vede, se ti senti insicuro si percepisce, se non hai
dormito bene sei meno veloce. Richiede anche un’empatia, una capacità di
mettersi in relazione con i telespettatori (che non vedi) per far
arrivare un messaggio. Al centro della comunicazione c’è il messaggio,
la notizia, non il giornalista: a me piace che questo messaggio arrivi
in modo pulito, chiaro, il più diretto possibile».
I nostri
utenti, come potrà vedere, la seguono con particolare interesse:
questa attenzione nei suoi confronti cosa le suscita?
«Sono molto contenta di questo interesse! Il coinvolgimento degli utenti
e dei telespettatori fa sempre piacere perché sono loro, siete voi, al
centro del nostro lavoro».
Dal punto di vista del look e dell’immagine segue qualche particolare
accorgimento?
«In questo periodo di emergenza sanitaria, a Rainews, come in tante
altre testate, dobbiamo rinunciare al lavoro dei truccatori e così ho
comprato pennelli, ombretti e fondotinta… piano piano sto “imparando” un
altro mestiere e mi diverto anche».
Quale notizia spera di dare nei prossimi mesi?
«La notte del 24 agosto del 2016 mi è capitato di vivere e raccontare il
terremoto di Amatrice, siamo stati in diretta parecchie ore e il nostro
lavoro è servito a dare informazioni e anche a far compagnia a chi da
casa si chiedeva preoccupato cosa fosse accaduto. La notizia che mi
piacerebbe poter dare è la fine di questa pandemia, con la scoperta di
un vaccino, o di trattamenti efficaci… ma temo che non accadrà tanto
presto. Nel frattempo mi accontenterei di dare qualche notizia positiva
in più, ce ne sarebbe proprio bisogno!».