Telegiornaliste anno XVI N.
9 (626) del 11 marzo 2020
Carlotta
Dessì: la mia quarantena
di
Giuseppe Bosso
Anche il mondo dell’informazione è alle prese con l’emergenza
Coronavirus, non solo come notizia del momento; nelle ultime settimane
si sono registrati casi di inviati che dopo essersi recati nel lodigiano
per documentare lo stato dell’emergenza sono stati messi in quarantena.
E tra questi
Carlotta Dessì, inviata dei programmi Mediaset
Pomeriggio 5
e
Fuori dal coro, che ci racconta la sua esperienza, che documenta
quotidianamente a mezzo Instagram, e le sue sensazioni.
Ci racconti cosa è successo e cosa ha provato in quel momento.
«Io non sono stata colpita dal virus. Io sono stata inviata nei paesi
considerati il focolaio del corona virus e per questo motivo la mia
azienda, giustamente, ha deciso di seguire le direttive del Ministero
della Salute: 14 giorni a casa, in isolamento. Insieme ai miei operatori
sono stata a Castiglione D’Adda e Somaglia. In quei luoghi sono stata a
contatto con tantissime persone tra cui il presidente della squadra di
calcio di Mattia, il paziente 1, che ad oggi però non risulta positivo
al Coronavirus».
E i suoi cari, come hanno reagito?
«Il mio compagno malissimo. Per due settimane la nostra vita è stata
stravolta in tutto e per tutto. Io sono in un’altra casa perché
ovviamente non potevo fare questo isolamento con lui e cerco di
adattarmi. Mamma inizialmente era agitata ma il mio super papà è
riuscito a calmarla e a far ragionare anche me».
Non è l’unica giornalista ad essere finita in quarantena: ha avuto
modo di contattare qualcuno dei suoi colleghi, perdoni l’espressione un
po’ brutale, compagni di sventura?
«Ho fatto un gruppo con “i miei compagni di sventura”. Si chiama
Noi,
quelli della quarantena. Ci facciamo compagnia, ci confrontiamo,
ridiamo; i primi giorni sono stati durissimi per tutti. Ora “ci siamo
quasi abituati” ma il nostro lavoro ci manca moltissimo. Non vediamo
l’ora di fare la valigia e ripartire».
In questa situazione non facile i media, secondo lei, che tipo di
informazione stanno offrendo? Si può riuscire a invitare alla massima
attenzione senza creare o facilitare allarmismo?
«C’è molta confusione. Le notizie circolano e non sempre passano solo
dai media. La verità è che le persone hanno iniziato ad aver paura già
da quando il virus è scoppiato in Cina. E ognuno reagisce a modo suo».
Chi sente di voler ringraziare maggiormente tra le persone che le
sono state vicine in questi giorni non facili?
«Sono stata e sono circondata da un affetto indescrivibile. In questi
giorni ho avuto la certezza che sono circondata da amici veramente
speciali. Ma la medaglia d’oro va ai miei genitori. In particolare a mia
mamma. È stata l’unica che ha subito e subisce i miei momenti di
nervosismo, di sconforto. E vi garantisco che ad oggi, ne ho avuti
parecchi».
Un giorno, tra tanti anni, ricordando questi momenti, cosa racconterà
ai suoi figli o comunque a chi nascerà dopo?
«Che la libertà non ha prezzo. E che certe situazioni prima di
giudicarle, bisognerebbe viverle. 14 giorni in una casa non tua, senza
un abbraccio, senza un bacio o un semplice sorriso, senza nessun
contatto fisico ti fanno sentire vuota, persa, completamente sola».