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Valentina SoriaTelegiornaliste anno XV N. 8 (590) del 6 marzo 2019

Valentina Soria, raccontare a Canale 21
di Giuseppe Bosso

Incontriamo Valentina Soria, volto di Vg 21, telegiornale dell’emittente napoletana Canale 21.

Come sei arrivata a Canale 21?
«Sono arrivata a Canale21 tramite stage quattro anni fa e con tanta voglia di mettermi in gioco e di scoprire cosa c'era dietro una macchina da presa».

La tua giornata tipo?
«Sono una persona che non si annoia mai, ho tantissimi interessi oltre al giornalismo e alla comunicazione a 360°. Amo leggere dai quotidiani alle riviste di settore ai romanzi. Le mie giornate sono intensissime, sempre di corsa, ma mai noiosa. Quando posso rilassarmi a casa seguo i talk di approfondimento politico oppure mi concedo una pausa al cinema con gli amici».

Qual è stato finora l'evento che ti ha più colpita tra quelli seguiti?
«Tanti eventi, tra quelli seguiti, mi hanno colpita, emozionata, segnata. Ogni esperienza non finisce mai nel tempo di un'intervista o di un servizio, la si porta dietro con sé per sempre. Si incontrano volti, sguardi, spesso distrutti dal dolore o pervasi dalla gioia. Non si rimane mai indifferente, anche se il giornalista deve essere più distaccato possibile... ricordo ancora, come fosse ieri, il giorno del funerale di Genny Cesarano, il giovane diciassettenne freddato alla Sanità e quei palloncini bianchi lanciati verso il cielo e i volti attoniti e impotenti della folla. Ricordo l'emozione che provai anche nel raccontare in diretta la morte della giovane quattordicenne di Bacoli, che perse la vita, con il suo istruttore subacqueo, durante un'immersione al largo di Procida. Sono tutte storie che restano dentro e rivivono».

Canale 21 ti sta stretta?
«Canale 21 mi dà la possibilità di raccontare tutto ciò che accade nell'immediato nell'ambito del Videogiornale e mi piace farlo, vorrei nel tempo dedicarmi maggiormente a spazi di approfondimento, oltre la notizia».

Tante colleghe, sia esperte che alle prime armi: con chi ti trovi meglio e se c'è qualcuna a cui ti ispiri?
«Siamo una squadra compatta e unita, non ho mai riscontrato particolare invidia o grande competizione tra noi donne della redazione. Cosa non scontata. Mi trovo bene con tutte, ovviamente c'è qualcuna con cui mi trovo più spesso a lavorare e si è stabilita una particolare sintonia; è bello quando tra donne si crea un clima propositivo e positivo».

In prospettiva futura in quale ambito del giornalismo vorresti maggiormente incentrarti?
«Mi piacerebbe continuare quanto sto facendo e dedicarmi maggiormente al sociale e alle inchieste sul mio territorio e poi mi piacerebbe insegnare giornalismo, esperienza che ho avuto l'anno scorso all'Orientale nell'ambito del laboratorio di produzioni dell'audiovisivo diretto dal prof. Francesco Giordano, magari perché no, mi piacerebbe attivare un corso di giornalismo per i detenuti».

Sei impegnata anche nel sociale come molte tue colleghe, come Annarita De Feo?
«Collaboro con L'Iniziativa da molti anni: è un'associazione di promozione sociale e siamo molto attenti a tutto quanto riguarda le problematiche dei territori, il degrado, l'abbandono morale, sociale, ambientale e umano delle periferie che proviamo a rilanciare... anche attraverso iniziative istituzionali e dibattiti pubblici. Insomma mai abbassare la guardia».

Il tuo sogno nel cassetto è...
«Mi piacerebbe tanto in futuro unire due passioni: il giornalismo e il viaggio e magari fare un reportage all'estero, sono molto affascinata dai luoghi estremi del pianeta, ma anche da quelli in cui le disparità sociali sono forti... penso al Brasile, all'Argentina, ma anche ai paesi del Medio Oriente in crisi perenne. Mi piacerebbe raccontare queste realtà senza filtri e oltre l'aspetto che ci viene proposto dal mainstream mediatico».

Hai mai dovuto confrontarti con la parola "proposta indecente" o "bavaglio"?
«Non scriverei mai o darei un messaggio falso, mi vergognerei. Certamente può capitare di dover attutire i toni, smussare, ma il bavaglio mai, non potrei sostenerlo. Proposte indecenti? Sì, è capitato, ma non solo nel settore del giornalismo, anche in altri ambienti di lavoro. Basta proseguire dritto e credere nelle proprie risorse e nella propria preparazione».

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