Telegiornaliste anno XV N.
3 (585) del 30 gennaio 2019
Giulia
Lorenzoni, musica in valigia
di
Alessandra Paparelli
Abbiamo incontrato Giulia Lorenzoni, grintosa e talentuosa
cantante jazz, musicista e cantante, scrittrice e anche
attrice, l'abbiamo ammirata recentemente nella fiction di Rai 1
Il paradiso delle Signore; grande successo di pubblico.
Quando hai iniziato a cantare e a seguire la tua vena
artistica, a che età?
«Quando ero al liceo ho cominciato a cantare in una rock band.
Da una sono diventate due, poi tre. In una settimana mi fermavo
per fare le prove dopo la scuola almeno quattro volte. Non
potevo farne a meno e ciascuna band era importante per me
perché ogni musicista, per quanto inesperto, mi stava
insegnando qualcosa».
Come hai iniziato e come sei cresciuta, musicalmente? Quali
i riferimenti artistici?
«Sono cresciuta in saletta. Solo a quindici anni ho cominciato
a studiare canto con Daniela Carletti. Studiando ho capito che
con la voce avrei potuto fare molto soprattutto a livello
espressivo. Mi sentivo davvero pienamente me stessa. Dopo il
liceo per una serie di vicissitudini familiari ho cominciato a
lavorare. Studiavo al Saint Louis College of Music e per pagare
la retta lavoravo tutto il giorno, finché ad un certo punto, ho
deciso di rischiare. Ho giocato d'azzardo, ho deciso di
licenziarmi e darmi due mesi di tempo per riuscire a vivere di
musica. Avevo messo su un repertorio in duo basso e voce, e duo
chitarra e voce. Andavo in giro tutto il giorno con una demo di
dubbia qualità a proporre la mia musica personalmente nei
locali, finché sono riuscita a cantare praticamente tutte le
sere. Posso dire di aver fatto un buon lavoro manageriale.
Avevo vent'anni, poca esperienza e una voglia enorme di fare
musica. In quel periodo ascoltavo moltissimo Ella Fitzgerald
che con la sua forza creativa mi dava energia e idee e Paolo
Conte che con la sua voce calda e le sue parole mi confortava
con la voce di un padre».
Sei anche una scrittrice, è uscito recentemente il tuo
lavoro, il tuo ultimo libro Una valigia di perplessità,
in vero concert-book; perché questo titolo e come è nata
l'esigenza di scrivere?
«
Una valigia di perplessità non è solo un libro, è un
vero e proprio progetto concettuale. Il 2018 è stato un anno
molto difficile per me, è finito l'amore che credevo essere
l'amore della vita, è morto un caro amico e bravissimo
musicista, è cambiato tutto in pochi mesi. Ho passato molte
giornate estive a letto senza riuscire a mangiare e l'unico
slancio vitale era scrivere musica e dipingere il più possibile
in solitudine. Ho dipinto un quadro ad olio rappresentante un
pianoforte aperto che prende le sembianze di una valigia piena
di oggetti che rappresentano o hanno rappresentato molto nella
mia vita. Era la mia valigia di perplessità. Una mattina mi ha
chiamato il mio produttore Giampiero Turco e - un po' per darmi
una scossa - mi ha detto che sarei stata in scena da lì a una
settimana al teatro Ghione di Roma. Non avevo nessuna voglia di
cantare se non le mie canzoni e così è nato il concert-book. Ho
scritto da quella mattina fino alla sera guardando quel piccolo
dipinto a olio pieno di perplessità e ne ho fatto uno
spettacolo. Ho poi fatto le prove per tutta la settimana
imparando a memoria quanto più possibile e arrangiando le mie
canzoni per piano e voce. Sono andata in scena completamente da
sola con solo il pianoforte sul palco. Ho cantato, suonato e
raccontato le mie vicissitudini e alla fine dello spettacolo
Giampiero Turco ha deciso di farne un libro. Abbiamo pubblicato
il libro
Una valigia di perplessità a novembre con come
immagine di copertina il mio quadro. È un vero e proprio
concerto fatto di monologhi, poesie e testi di canzoni che si
può leggere in intimità a casa o si può ascoltare a teatro
raccontato e cantato da me».
Sei stata mia e nostra ospite a Radio Italia Anni 60 e
Anni 60 Roma, nella trasmissione del sabato Breakfast in
Italia: ti piace la radio e il magico mondo della
radiofonia?
«Amo il mondo radiofonico. Anzi devo dire che è stato molto
bello essere con voi in studio. La radio è un mondo
incredibile. Ho lavorato in radio quando avevo diciannove anni.
Ho avuto l'onore di fare una trasmissione dedicata al jazz con
la supervisione del grande storico musicale Adriano Mazzoletti.
Mi ha insegnato molto, addirittura alle volte abbiamo
recuperato registrazioni da concerti registrati live su Nastro.
Una emozione incredibile. È un mondo di voce e di passione».
Sei una bravissima cantante, con una voce piena, matura, di
talento, ricca di sfumature. Quanto costa, in termini di
sacrifici, vivere di musica?
«Ti ringrazio per i complimenti. I sacrifici sono tanti. Ho
studiato seriamente lavorando sempre contemporaneamente. Gli
anni del conservatorio sono stati davvero pesanti perché ho
studiato a Frosinone e percorrere tutte le settimane quella
strada è stata davvero un'impresa. Ho conosciuto tanti
bravissimi musicisti e incredibili amici con cui ho fatto un
percorso di crescita musicale considerevole. Ho sempre cercato
di lavorare quanto più possibile con gli amici. Abbiamo
condiviso le peggiori avventure e le più grandi soddisfazioni
insieme. L'amore per l'arte alle volte porta noi musicisti a
lavorare tantissime ore. Gli spettacoli sono solo la punta di
un iceberg fatto di prove, poche ore di sonno e tanto studio.
Mi sono trovata in passato ad accettare lavori live che non
rispettavano tutta questa fatica, ma che comunque mi hanno
permesso di imparare a farmi rispettare. Sono convinta che la
libertà nel mondo dell'arte è fatta di tante cose a partire dal
decidere se accettare o meno i compromessi, che siano cachet
bassi o repertori indecenti. Ogni artista è libero di scegliere
cosa fare della propria carriera».
Nel Paradiso delle Signore, fiction di successo
targata RAI 1, interpreti una cantante, il personaggio Stella
D'Anna: come è stata l'esperienza in televisione?
«
Il Paradiso delle signore è stata una breve ma intensa
esperienza. Sono stata chiamata in qualità di cantante e una
volta aver registrato il brano in studio è stato deciso che
sarei anche comparsa sul set. Non è stata chiamata un'attrice
per cantare in playback sulla mia voce ma ho direttamente
interpretato io il ruolo. Per me è stata una grande emozione,
nonché novità. Non avevo mai lavorato su un set e devo dire che
l'esperienza è stata più che positiva. Ho imparato tanto e i
tempi sono strettissimi per partiture dei brani che ho inciso
le ho avute solo il giorno prima di registrare, e le battute le
ho avute la mattina stessa delle riprese mentre la parrucchiera
mi pettinava. È un mondo davvero caotico».
Artista completa: musicista e cantante, pittrice, scrittrice
e attrice. Qual è il ruolo professionale, l'esigenza (nonché
passione) che senti più tuoi?
«Non posso ritenermi né un'attrice né una pittrice, né una
scrittrice. La mia vera professione è di musicista. Quando si
tratta di cantare sono sempre pronta, non ho mai paura, so come
cavarmela anche nei momenti di difficoltà. Per quanto riguarda
il resto forse è consequenziale. La scrittura è un'esigenza
espressiva e di conseguenza la recitazione per portare in
pubblico quello che ho scritto».
Programmi ed eventi prossimi, live? Parlaci dei tuoi
progetti.
«In questo momento sono molto impegnata con lo spettacolo “Una
valigia di perplessità”. E dunque mi trovate in scena nelle
seguente date, se vorrete seguirmi: il 1° febbraio Teatro
Circolo Empedocleo ad Agrigento; il 14 febbraio al Teatro Agorà
di Roma; l’8 marzo ospite al Teatro Agorà per la rassegna
Intolleranza Zero a Roma; il 26 aprile al Teatro Brancaccino di
Roma; a giugno una data da definire al museo MAXXI di Roma e a
settembre sempre data da definire all’Auditorium Parco della
Musica di Roma».
Il 14 febbraio sarai in scena con il ConcertBook 2019
insieme al Trio Improvviso, parlaci di questo importante
evento.
«Sarò al Teatro Agorà di Trastevere giovedì 14 febbraio
prossimo alle 21.00. Sul palco con me ci saranno Edoardo
Cicchinelli al basso e contrabbasso e Gianluca Costa alla
batteria. Lo spettacolo è un alternarsi di monologhi e canzoni
di mia composizione arrangiate per trio, il concerto verrà
registrato in presa diretta. Registreremo tutti i miei concerti
dal 14 febbraio in poi e in estate sceglieremo tra le varie
versioni, e le più emozionanti verranno fissate per sempre su
un disco in vinile che lancerò a settembre all' Auditorium
Parco della Musica. Con il biglietto d'ingresso ci sarà inoltre
il mio libro in regalo».
Prima di salutarci, una curiosità: cosa ascolti durante le
tue giornate?
«Dipende molto dal mio stato d'animo. Alle volte passo intere
giornate senza ascoltare musica. In generale ascolto molta
musica jazz, soul e cantautoriale italiana. Ho cominciato negli
ultimi anni ad apprezzare il rap. Per rispondere alla domanda:
ogni giornata suona in un modo diverso».