Telegiornaliste anno XV N.
30 (612) del
13 novembre 2019
Francesca
Cenci: al Tg5 il mio sogno
di
Giuseppe Bosso
Volto del
Tg5,
Francesca Cenci è approdata a Mediaset dopo i primi
passi sulle emittenti romane e in Rai.
La tua giornata tipo.
«Dipende se sono in conduzione, cosa che mi capita una settimana ogni
mese. Ma anzitutto ci sono i miei figli, che cerco sempre di
accompagnare a scuola, quindi sveglia prestissimo e poi di corsa in
redazione, se non conduco ci sono pezzi da montare… è una vita
complicata, piena di sacrifici, ma sono felicissima di quello che sto
vivendo».
Cosa ha rappresentato per te il passaggio dall’essere inviata a
conduttrice?
«Il giornalismo è un sogno che ho coltivato fin da ragazzina, e
l’approdo al Tg5 è stato il coronamento di un lungo percorso.
Sicuramente diventare conduttrice è stato un passaggio importante, anche
se amavo essere “sul campo”, andare in giro per l’Italia a diretto
contatto con la gente».
Il grande pubblico ti ha conosciuta nell’estate 2003, con Uno
Mattina Estate, insieme ad altre splendide ed emergenti ragazze che
abbiamo avuto anche modo di intervistare in questi anni, da
Caterina Balivo a
Paola Cambiaghi,
Eleonora De Nardis e
Irene Benassi: cosa ricordi di quell’esperienza e cosa ha
rappresentato per te?
«Molto positiva, anche se ovviamente era un contesto molto diverso da
quello per il quale mi ero indirizzata. Anche allora, come oggi, era
ogni giorno un’alzataccia (ride, ndr) ma è stata una palestra
importante».
Spesso ti tocca affrontare notizie molto dolorose: come le affronti?
«Sono stata la prima giornalista a
intervistare la madre di Pamela Mastropietro, ed ho avvertito
la grande responsabilità che comportava: non sono una ‘giornalista
d’assalto’, nel senso di andare alla ricerca dello scoop a qualunque
costo: è importante che la gente che intervisti veda in te una figura
amica, con cui potersi aprire. Mi è successo anche con Sabrina Misseri».
Guardandoti indietro c’è qualcosa che non rifaresti?
«No, sono contenta del percorso che ho fatto. Certo, ripensare al
periodo precedente al mio passaggio a Mediaset, magari non avrei
aspettato tanto o comunque non sarei rimasta in un contesto ‘glamour’
come quelli che mi offrivano, per esempio il programma
Oltremoda.
Ma poi appena ho avuto la possibilità di passare a Rete 4 ho colto
quell’occasione; sono contenta di aver avuto la possibilità di imparare
anche a montare un servizio e altre cose che prima non avrei davvero
immaginato di saper fare».
Quanto è importante l’immagine?
«Tengo all’eleganza e alla cura, ma non per una mia vanità. L’immagine è
anzitutto il pubblico che ti vede, e che quindi deve anzitutto trovarsi
al cospetto di una persona ordinata, che gli deve anche raccontare di
notizie drammatiche o difficili. Sempre senza esagerare, ma essere
piacevole».