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Chiara PiottoTelegiornaliste anno XV N. 15 (597) del 8 maggio 2019

Chiara Piotto, migliorare ogni giorno
di Giuseppe Bosso

Nata a La Spezia, Chiara Piotto, dal 2016 volto di Sky, ci racconta il suo percorso professionale e le sue aspirazioni.

Quanto ha inciso nella sua formazione l’esperienza all’estero?
«Moltissimo. All’estero ho fatto il mio primo stage nella redazione di un quotidiano locale, Le Bien Public, dove ho scritto le mie prime interviste su carta e lavorato come reporter di cronaca bianca. In Svizzera sono stata parte della redazione internazionale del St. Gallen Symposium, dove ho potuto condurre in inglese interviste a capi di Stato e Ceo di grandi aziende. A Dublino ho fatto il mio primo workshop in giornalismo televisivo. C’è molto da imparare, fuori dai nostri confini».

Non avrebbe preferito restare fuori dall’Italia?
«Come quasi tutte le persone della mia generazione ci ho pensato. Fare esperienza all’estero, come detto, è fondamentale per crescere professionalmente e mi piacerebbe avere altre occasioni in futuro. Ma quando è venuto il momento di fare una scelta, ho preferito provare a rimanere nel Paese dove ho le radici e di cui conosco meglio cultura, limiti e caratteristiche».

Cosa ha rappresentato per lei l’approdo a un network come Sky?
«Una grande opportunità ed è tuttora una sfida quotidiana. Sono arrivata in stage a 23 anni appena compiuti, stavo finendo il Master in Giornalismo Walter Tobagi e – come tutti i miei coetanei – ero consapevole che non sarebbe bastato essere “brava” per rimanere, perché la competizione è altissima: è necessario migliorare ogni giorno».

Si è occupata di tecnologia e ha curato il lancio dell’account Instagram di HuffPost Italia: quanto incidono i social oggi, sia nel mondo del giornalismo che nella società?
«Più di quanto vorremmo ammettere. Ho la fortuna di essere cresciuta con i social, appartengono alla mia “forma mentis”. Vedo nei social una grande possibilità, che è stata colta solo in minima parte: rinnovare il linguaggio dei media e rivoluzionare il modo in cui ci informiamo. La trovo una sfida molto appassionante».

Sono passati due anni da quando ha ricevuto il premio Primavera dell'European Women's Management Development Network: cosa ha rappresentato per lei?
«Sono stata onorata della loro decisione ed è stato bello ricevere un riconoscimento nella città in cui sono nata, La Spezia. Anche se gli studi mi hanno portata molto presto lontana da lì e ho fatto la mia gavetta altrove: un paese ci vuole - scrisse Pavese - non fosse che per il gusto di andarsene via. Non a caso è una delle mie citazioni preferite».

Riesce a conciliare lavoro e vita privata?
«Sì, do grande importanza all'equilibrio tra lavoro e vita privata. Parlandone con i miei coetanei ho notato che è un punto fermo un po’ per tutta la mia generazione, cresciuta negli anni della crisi economica e con poche prospettive lavorative. Inoltre sono convinta che molte delle cose fatte nel tempo libero – dalla lettura ai viaggi – incidano positivamente sul rendimento professionale».

Come potrà vedere dal nostro forum è subito entrata nel cuore dei nostri lettori ed utenti: cosa vuol dire loro?
«Vorrei ringraziarli per la stima e la fiducia!».

Quale notizia vorrebbe dare un giorno?
«Vorrei poter vedere lo sbarco su Marte. Ma anche vivere in un Paese che si alimenta al 100% con energie rinnovabili. Due sogni visionari, magari, ma raggiungibili».

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