Telegiornaliste anno XIV N. 11 (558) del 21 marzo 2018
Ludovica
Donnarumma: voglio impormi con il mio talento
di
Giuseppe Bosso
Incontriamo
Ludovica Donnarumma, firma della testata
Mondo Napoli.
Come è avvenuto il tuo incontro con il giornalismo sportivo?
«Mi è sempre piaciuto il calcio, grazie a mio padre, insegnante di
educazione fisica, che ha lo sport nelle vene. Anche scrivere è una
passione, e ho deciso di abbinare entrambe».
Con quale spirito sei stata accolta nel corso degli anni dai vari
conduttori e giornalisti con cui hai lavorato?
«Molto bene, mai avuto problemi, anzi, ognuno mi ha sempre insegnato
qualcosa per migliorare, abbinando il giornalismo di stampa con quello
sul campo; con la televisione, avendo amicizia con Antonio Petrazzuolo,
ho saputo inserirmi in questo ambito, così come con Antonio Russo. È
così che si creano le migliori condizioni per poter fare bene questo
lavoro; mi è capitato poche settimane fa di moderare la presentazione di
un libro scritto da un tifoso del Napoli, Antonio Mariniello,
Da
Napoli-Spal a Spal-Napoli, con la partecipazione di personaggi come
Gianni Improta,
Raffaella Iuliano, Rino Cesarano… anche questi eventi sono
occasioni in cui ho la possibilità di interagire con persone che hanno
dimostrato stima nei miei confronti».
Fai parte di una generazione di giovani ragazze che col tempo stanno
man mano acquisendo esperienza in un ambiente tradizionalmente maschile:
è davvero finita l’epoca della valletta-immagine?
«Ci sono ancora vallette, anche troppe forse; però l’immagine della
giornalista-donna ormai è sdoganata, ho dei riscontri positivi anche sui
social, sui miei articoli; mi hanno definita competente in materia
calcistica, non so se lo sono davvero, ma i segnali positivi ci sono.
Non siamo viste come antagoniste del pallone, ma esperte».
E sempre a questo proposito per quanto riguarda te specificamente,
sei molto apprezzata dal pubblico che ti segue, ma pensi di essere
riuscita a far capire che non sei solo una ragazza carina da guardare ma
anche una professionista competente?
«Sì, mi piace parlare di calcio, anche poter dire la mia opinione da
spettatrice a 360°».
Napoli primo in campionato ma eliminato non senza polemiche
dall’Europa League: questo evento potrà avere ripercussioni sul
proseguimento di una stagione sin qui esaltante per la squadra di Sarri?
«Credo che il Napoli abbia fatto una scelta precisa a luglio, andando
insieme in ritiro a luglio – qualcuno dei giocatori anche rinunciando a
qualche giorno di vacanza – per partire subito al massimo con un
preliminare di Champions che, a differenza di quanto accadde nel 2014 con
il Bilbao, è stato superato in scioltezza; Sarri ha costruito una
squadra formata magari non tutti campionissimi, ma forte come
collettivo; ed è proprio la collettività a fare grande il Napoli (anche
se magari non mancano partite che possono essere risolte dal colpo di
biliardo del singolo come Mertens); uscire dall’Europa League è stato un
rischio, non avendo più altre competizioni oltre il campionato. Si è
deciso di correrlo, di puntare sullo scudetto per realizzare questo
sogno che nonostante un passo falso pesante come quello con la Roma (in
parte influenzato dalla notizia, giunta pochi minuti prima di scendere
in campo, del successo della Juventus con la Lazio a tempo scaduto, con
sconcerto tra tifosi e giocatori, senza nulla togliere ai meriti dei
giallorossi) è realmente percorribile dalla squadra che ci crede e
lotterà fino alla fine, affrontando queste vere e proprie finali che ci
aspettano fino a maggio; dovrà essere solo il campo a parlare. Ma non
parlerei di fallimento in caso di secondo posto alla fine, perché
comunque la squadra ha disputato finora una stagione al di sopra delle
sue aspettative; per il futuro sono certa che si lavorerà per essere
competitivi anche su altri fronti, in ambito europeo, costruendo una
mentalità sempre più vincente».
Nonostante stia disputando un campionato splendido si ha però la
sensazione che i grandi network, soprattutto del nord, non abbiano in
grande considerazione gli azzurri: i media locali compensano questa
disattenzione?
«Certamente, fanno parte della vita del quotidiano del tifoso, sia come
emittenti televisive che come social. Paradossalmente il Napoli ha avuto
grandi elogi soprattutto dall’estero, dalla Premier League e dalla Liga
dove in molti hanno accostato gli azzurri al Barcellona di Guardiola del
tiki-taka, con le debite proporzioni ovviamente, si tratta di interpreti
diversi».
Indipendentemente dall’esito finale del campionato, può essere il
successo del Napoli un monito di riscatto non solo per la nostra città
ma per tutto il sud?
«Assolutamente sì; abbiamo anche un’altra squadra campana in serie A
quest’anno, il Benevento che però è stata la vera cenerentola del
campionato, ormai inevitabilmente destinata al ritorno in B; ma il
Napoli si è dimostrato una bella realtà per l’Italia in generale: una
società che con un presidente come De Laurentiis sia pure con tutti i
suoi difetti capace di realizzare una gestione lungimirante, con i conti
in ordine, progredita rispetto ad altre società che hanno avuto i loro
problemi; la Roma che sebbene in ripresa ha dovuto comunque privarsi per
motivi di budget di elementi importanti; le milanesi che sono ancora in
una fase di “limbo”; la Lazio che sta facendo sì un campionato di alto
livello ma non ritengo una big. Il Napoli è la squadra che negli ultimi
otto-nove anni ha saputo essere continua più di tutte le altre italiane,
anche della stessa Juventus che pure è riuscita ad arrivare due volte in
finale di Champions League… i trofei ancora non ci sono, ma la
continuità è dimostrata anche dal fatto che a quanto si dice il mercato
internazionale ambisca ai titolari azzurri, come Jorginho richiesto dal
Manchester United, Koulibaly corteggiatissimo da tante big… è anche
questo un segno che il Napoli sta facendo un lavoro importante».
Riesci a conciliare la tua vita da studentessa con i tuoi impegni
professionali?
«Ho imparato a conciliarla col tempo. Quando hai delle passioni riesci a
trovare il tempo; sono abbastanza in regola con gli esami,
l’organizzazione è la cosa più importante, e ho la fortuna di lavorare
con un gruppo di ragazzi che danno ciascuno il proprio contributo nel
rispetto della divisione dei ruoli; io mi dedico agli editoriali, a cui
mi dedico magari dopo pranzo o la sera dopo una giornata di studio».
Hai mai dovuto confrontarti con compromessi o proposte indecenti?
«Ci sono state… ma ho saputo rifiutare ogni avance proprio perché come
ti dicevo credo nella passione e se valgo lo voglio dimostrare con il
mio talento e non con il mio corpo».
E con la parola bavaglio?
«Sì in un certo senso, i giornali anche qui a Napoli hanno dei limiti,
sono una persona molto schietta e spesso forse mi sono dovuta un
po’ trattenere… ma tutto sommato si possono esprimere le proprie idee
senza andare oltre questi limiti».
Cosa farà da grande Ludovica Donnarumma?
«Bella domanda – ride, ndr – spero di continuare nell’ambito
giornalistico, non so se sarà il mio lavoro, ma continuerò sperando di
migliorare e di arrivare il più in alto possibile, sono una ragazza
ambiziosa».