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Intervista a Flora Gallert   Tutte le interviste tutte le interviste
Flora GallertTelegiornaliste anno XIV N. 11 (558) del 21 marzo 2018

Flora Gallert, curatrice della collana Floreale
di Tiziana Cazziero

Ciao Flora e grazie per il tuo tempo. Parlaci di te, autrice self e Rizzoli, quando ti sei avvicinata alla scrittura?
«Ciao, grazie a te per questa intervista. Scrivo dall’età di nove anni, ho iniziato con un diario “segreto” in cui descrivevo le mie giornate… poi con il tempo ho iniziato a buttare giù vere e proprie storie ma senza riuscire a scriverne il finale. Finalmente, verso i vent’anni scrivo il mio romanzo d’esordio, un low fantasy, questo mi ha come “sbloccata” e da allora non mi è stato più difficile scrivere i finali dei miei libri. Con il tempo però ho trovato il mio “modo” di scrivere, chi mi segue e mi conosce sa che scrivo per lo più romanzi brevi. Ho iniziato a pubblicare in self questi miei scritti, all’inizio è stata dura, pensavo bastasse mettere online i libri per poter raggiungere i lettori, ma più i mesi passavano più mi allontanavo dai miei obiettivi. Dopo sei mesi nessuno sapeva di me o del mio libro. Evidentemente sbagliavo in qualcosa. Mi sono dovuta rimboccare le maniche e studiare, fare ricerche. Alla fine, il mio romanzo si è piazzato tra i primi posti dei bestseller fantasy e lì è rimasto fino a che non l’ho tolto dalla vendita per pubblicarlo con una piccola casa editrice. Da allora, tutti i miei romanzi sono stati dei piccoli successi personali, per un motivo o per un altro fino ad arrivare a The (im)perfect man. Nonostante una piccola delusione sapevo che quella breve storia valeva, quindi scrissi quei capitoli che mancavano per renderla completa e provai a inviarla alla Rizzoli, collana Youfeel, e dopo qualche mese ricevetti la chiamata più bella della mia vita: il mio libro era piaciuto. Il romanzo ora è online in tutti gli store e si intitola L’uomo (im)perfetto».

Parliamo della collana Floreale cosa ti ha spinto ad abbracciare questo progetto?
«Il mio amore per la lettura e la scrittura, ma soprattutto la mia esperienza di autrice “self”, essere editori di se stessi è stato il primo passo per entrare nei complessi meccanismi dell’editoria».

Come ti trovi in questo nuovo ruolo di curatrice editoriale? Leggi personalmente tutti i manoscritti che arrivano in redazione?
«La maggior parte li valuto io, altrimenti affido i romanzi a persone fidatissime. Comunque sia alla fine li leggo tutti».

Chi volesse inviare un manoscritto, quale genere accettate?
«Romanzi con forte componente romantica, possono essere romance, chick lit, erotici, fantasy».

Cosa consigli alle nuove leve dell’editoria che cercano la loro strada? Quali difficoltà ci sono e come si raggiungono i lettori?
«Oggi scrivere un libro non basta più perché la scelta per il lettore è davvero ampia. Bisogna catturare l’attenzione curando il più possibile anche i profili social. Di base consiglio sempre di offrire un prodotto curato sotto tutti i punti di vista: dalla cover, al testo, all'impaginazione».

Tu come autrice quale è il genere che hai pubblicato fin oggi e ci racconti qualcosa sui tuoi scritti?
«Ho pubblicato romance, fantasy ed erotic romance. Sono tutti romanzi brevi, letture semplici e poco impegnative. Attraverso la mia passione cerco di regalare momenti di svago e di evasione».

Se dovessi descrivere questa esperienza con la collana Floreale, cosa diresti?
«Direi che non ho scelto una strada in discesa, ma piena di ostacoli, tortuosa e difficile da percorrere. Per questo ogni passo in avanti è come raggiungere un piccolo traguardo e quando si raggiunge un traguardo si prova gioia, felicità e orgoglio».

Selezionare non è semplice, cosa ti spinge a dire “sì” a un testo e no a un altro? Emozioni, stile o cosa?
«Contano solo le emozioni per me. Sul testo ci si può sempre lavorare».

Il pubblico come ha reagito quando ti sei presentata come curatrice di una collana editoriale?
«In molti mi hanno sostenuta, alcuni però erano un po’ scettici per via della mia età».

Oggi si parla molto di self e pubblicazione con casa editrice, in base alla tua esperienza qual è il tuo pensiero oggi?
«Il self non è per tutti, oggi è molto difficile emergere. Se non si ha una mente imprenditoriale e non si offre un prodotto ottimo (che una sola persona non può creare, perché non basta solo “saper scrivere”) è meglio accantonare questa idea. Le case editrici oggi sono tantissime e ciò è un bene e un male. Si possono prendere delle vere fregature che però possono essere evitate adottando piccoli accorgimenti. Innanzitutto selezionare con cura le CE a cui inviare il proprio manoscritto. Come selezionarle? Leggendo i libri di queste case editrici, leggendo i pareri, contattando gli autori. Osservando la pagina, il sito web. La casa editrice in questione mette al centro l’autore? Ogni pubblicazione è curata sotto tutti i punti di vista? Viene fatta promozione? Una volta che ci troviamo di fronte al contratto, occorre prendersi del tempo per leggerlo bene. Non è così complicato scrivere un contratto in maniera semplice e chiara. Già se la forma di questo si presenta ingarbugliata, con paroloni e frasi difficili da comprendere, rivolgetevi a qualcuno che ne capisce di più e restate in allerta».

Dove possono scoprire la collana i lettori?
«Su tutti i migliori store (Amazon, Kobo, Google Play ecc…) sia in e-book che in cartaceo».

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