Telegiornaliste anno XIII N.
31 (541) del
25 ottobre 2017
Simona
Diodovich ci racconta il suo nuovo romanzo
di
Tiziana Cazziero
Abbiamo il piacere di incontrare l’autrice e disegnatrice
Simona Diodovich: ci racconta il suo nuovo romanzo,
Vinci.
Ciao Simona e grazie per aver accettato questa
chiacchierata. Vinci, un romanzo che parla di pugilato
pubblicato negli ultimi giorni, come nasce la voglia di parlare
di questo sport?
«Ciao Tiziana. Grazie per avermi accolto qui: io amo diversi
sport, uno di questi è il pugilato; secondo me è uno degli
sport con più onore e lealtà esistenti. Mette a dura prova la
tua forza e non sempre parlo di quella fisica; sali su un ring
e sai che puoi fare solo una cosa: batterti con lealtà. Una
persona che si scontra ogni giorno con questo pensiero, anche
fuori dal ring ragiona in questo modo. È uno sport magnifico;
credo che sia nato da questo principio il libro».
Quali sono state difficoltà legate alla stesura di questo
libro e perché?
«Se decido di scrivere un libro in cui mi devo documentare
parecchio, poi non mi lamento. Ho scelto io e mi diverto:
certo, scrivere un libro su uno sport come il pugilato ha fatto
sì che prima mi documentassi su tutto e poi, con il materiale
in mano, ho ricamato intorno la storia come la volevo io. Mi
spiego meglio: c’è un passaggio nel libro che poteva essere
fatto solo in quel modo, perché ho chiesto al pugile com'era
organizzato il loro rapporto con manager e allenatori; se parlo
di scatti d’ira di un ragazzo, poi per modificare il suo
comportamento su un ring, parlo di difesa a spalla. Per cui
prima ho studiato molto, poi ho scritto tutto il libro. È
faticoso, ma la soddisfazione è quadrupla».
Cosa ti ha lasciato questa esperienza? Aver parlato di
questo sport soprattutto al maschile, ha forse un messaggio che
intendi lanciare con il tuo libro?
«Questo libro parla, in effetti, di molte cose oltre il
pugilato: parla di onore, orgoglio per il nome che si porta,
famiglia; lealtà, essere in grado di schiacciare chi è cattivo
e non lo fare per rispetto dello sport stesso e per se stessi.
Parla di portare a termine le proprie passioni, andando
incontro anche a ciò che fa male; parla di non cedere ai
ricatti. Parla di pugilato, ma io amo mischiarci dentro tante
altre cose. Mi piace pensare di essere diventata migliore
anch’io, nello scriverlo; chissà se succederà anche agli
altri».
Autrice e disegnatrice , come concili le due attività con la
vita privata?
«Correre da una cosa all’altra si può considerare conciliare le
cose? Scherzo: dopo quasi trent’anni nell’editoria, sono
abituata a ritmi elevati; il trucco è non perdere la
concentrazione quando si fa un lavoro. In più, se sto
scrivendo, dopo un po’ mi manca il disegno, per cui quando devo
disegnare sono la persona più felice perché posso farlo. Il
contrario se sto disegnando: con tutto ciò che segue la stesura
di un libro, documentazione e via dicendo, è il mio momento
relax. In più ho mille hobby, un sacco di amicizie da
coltivare, film e serie tv da vedere, libri da leggere; uscire
e camminare per fare un po’ di sport, ahimè non sono brava nel
pugilato… ho una vita super impegnata, ma vivo ogni secondo
appieno, divertendomi. Ecco, io mi diverto: questo è il
segreto».
Lo sport è spesso ricorrente nei tuoi testi, passione o
scelta dettata da cosa?
«Sono piccola e curvy, al massimo io posso camminare e andare a
far aquagym; amavo la pallavolo e il karatè, ma se sei
disegnatrice, scopri subito che non concilia con il lavoro.
Rischi di spaccarti la mano e non si lavora poi; mi piacciono
gli sport, alcuni visti da fuori. Mi piace ciò che insegna.
C’era un mondo pieno di libri fantasy e io ho scritto un libro
sul football americano: è stato divertente andare contro
corrente. Quel libro vende ancora oggi dopo tre anni; gli sport
sono una scommessa per me. Sono una lunga e dettagliata
stesura, ma sono la mia sfida. Devi documentarti anni per
scrivere un libro fatto bene; io sono stata anche fortunata
perché ho degli amici pugili, a cui sparavo a raffica mille
domande».
Sport, romance, fantasy, questi i generi da te trattati:
pensi di provare qualcosa di differente nel futuro?
«Sì, di sicuro nel prossimo anno sperimenterò uno dei due
generi che ancora voglio provare: romantic suspense. Poi
proverò con il thriller; se studi psicologia per anni, è come
un faro là in fondo che ti chiama ogni volta che ti giri…».
Grazie.
«Grazie a te, Tiziana. È sempre un piacere».