Telegiornaliste anno XIII N. 27 (537) del
27 settembre 2017
Lia
Cutino, ho sempre seguito le mie priorità
di
Giuseppe Bosso
Incontriamo
Lia Cutino, giornalista di Scafati (Salerno) che ci racconta
la sua vita, divisa tra impegni professionali e familiari.
La tua giornata tipo.
«Ho avuto da poco la mia seconda figlia, ora la maggior parte del tempo
è dedicata a lei, ma presto riprenderò il mio ritmo tra impegni
scolastici della maggiore, impegni familiari e lavoro ».
Pro e contro di essere giornalista a Scafati.
«Tutti i pro e i contro di chi scrive e racconta il locale».
Da ex concorrente di Miss Italia pensi sia ancora un palcoscenico
ambito per le ragazze di oggi?
«Assolutamente sì, soprattutto negli ultimi anni: è stato superato quel
momento di ‘crisi’ che il concorso aveva vissuto nel passaggio dalla Rai
a La 7, grazie anche ai social che consentono, alle concorrenti di avere
maggiore visibilità e al concorso di adeguarsi ai tempi».
Mamma e giornalista: si può conciliare?
«Dipende dove vuoi arrivare – sorride, ndr – e a cosa sei disposta a
rinunciare: ovviamente se le tue aspirazioni sono alte, dal punto di
vista professionale diventa difficile se non hai il supporto di un
marito, di una famiglia o più in generale di un aiuto».
MezzoStampa si può definire un’impresa familiare?
«Sì, solo familiare, visto che è curata da me, mia sorella, con il
supporto di nostro padre nei momenti in cui i nostri impegni familiari
ci hanno tenute lontane».
C’è un “capo” fra voi sorelle?
«Direi proprio di no: non c’è gerarchia, lavoriamo di pari passo, in
perfetta sintonia»
La bellezza per una giornalista di oggi è un’arma a doppio taglio?
«Per me lo è stato, soprattutto all’inizio, quando dovevo rimuovere il
marchio di ex concorrente di Miss Italia. Anni di lavoro per far capire
che se si ha un aspetto gradevole si può avere anche un cervello».
Famiglia e carriera ti hanno mai imposto scelte che non rifaresti?
«Ho sempre cercato di seguire quelle che ritenevo fossero le mie
priorità; certamente la famiglia ha avuto il sopravvento e ho rinunciato
a tante scelte lavorative che mi avrebbero portata lontano da casa. Di
tanto in tanto ci penso, ma per il momento cerco di fare quello che mi
piace senza togliere troppo tempo a loro e alla famiglia. Rifammi la
domanda fra qualche anno, ti dirò se ne è valsa la pena».
Proposte indecenti e compromessi sono parole con cui hai dovuto avere
a che fare?
«Forse all’inizio: è capitato, quando ero più giovane, di rifiutare
proposte di lavoro che avevo intuito celassero delle richieste di un
certo tipo; ho saputo dire no».
Un aggettivo per descriverti?
«Solare, ma anche discreta; organizzata e precisa sul lavoro; metodica».
Ti sei mai sentita imbavagliata?
«No. Ho sempre espresso la mia con chiunque».