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Intervista a Jenny Viant Gomez   Tutte le interviste tutte le interviste
Jenny Viant GomezTelegiornaliste anno XIII N. 1 (511) del 11 gennaio 2017

Jenny Viant Gomez, da Cuba all'Italia narrando il gusto
di Giuseppe Bosso

Incontriamo Jenny Viant Gomez: nata a Cuba, dal 1994 in Italia, specializzata in tematiche eno-gastronomiche.

Vivi dal 1994 in Italia, cosa è cambiato per te nel primo approccio col nostro Paese?
«Mi sono dovuta confrontare con abitudini e ritmi diversi da quelli a cui ero abituata. Col tempo e la buona volontà di integrarmi oggi mi sento in Italia come a casa».

Tu e l’enogastronomia insieme per caso o per passione?
«Il mio è stato un graduale percorso, che mi ha portata ad affrontare inizialmente tematiche economiche. Poi mi sono avvicinata al settore enogastronomico attraverso interviste e partecipazioni ad eventi, così ho deciso di seguire una specializzazione orientata al settore. Sono diventata sommelier, degustatrice e narratrice del gusto».

Si dice che la crisi generale non abbia toccato il settore, secondo te è vero?
«Innegabilmente la crisi si è trascinata anche in questo campo, ma le potenzialità e le risorse che hanno sempre contraddistinto il made in Italy hanno saputo fronteggiarla».

Ti manca Cuba?
«Sono nata laggiù e ho vissuto all'Avana fino a vent’anni. Mi farebbe piacere tornarci, ma momentaneamente non ci sono le condizioni a Cuba per svolgere la mia professione».

Ti sta stretto l’operare in questo settore dell’informazione?
«No, è un settore che ho scelto ormai come mia strada, che ha delle sue peculiarità e che sento di poter continuare a trattare con professionalità».

È stato più difficile inserirsi nel giornalismo come donna o come straniera?
«Come straniera, non nascondo che all’inizio è stato arduo dovermi confrontare con una nuova lingua, ricominciare i miei studi universitari, riposizionarmi dal punto di vista professionale, superando quel gap che a quel tempo consisteva nel non essere ancora l’Italia un Paese così cosmopolita come negli ultimi tempi è diventato. Molte cose sono cambiate per fortuna».

Cosa ti aspetti dal prossimo anno?
«Approfondire le mie conoscenze e continuare a divulgare con un maggiore bagaglio di esperienza il patrimonio enogastronomico italiano».

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