Telegiornaliste anno XIII N.
4 (514) del 1 febbraio 2017
Elisabetta
Mazzeo, crescere sul campo
di
Antonia Del Sambro
Elisabetta Mazzeo è una giornalista giovane, ma che ha preferito
intraprendere e professare questo lavoro esattamente come si faceva una
volta, partendo da piccoli servizi per emittenti locali e facendo
gavetta vera, quella che fa imparare il mestiere e che alla lunga premia
sempre. E ora la giovane giornalista è entrata a pieno titolo a far
parte della redazione sportiva di Mediaset, un vero polo giornalistico
di prestigio ma anche di veri talenti.
Elisabetta, ormai il concetto di giornalista sportivo solo al
maschile è stato fortunatamente superato ma come ci si sente a parlare
di sport e di sportivi dal punto di vista di una donna, cosa ci metti in
più?
«Coraggio, determinazione, tenacia e preparazione; una donna che vuole
emergere e farsi notare nell'ambiente del giornalismo sportivo deve
stare sempre un passo avanti agli altri. Perché, inutile negarlo, un po'
di snobismo nei confronti della categoria c'è ancora: io però ti posso
dire di aver avuto un bel percorso in questo ambiente a tinte fortemente
maschili; ho sempre cercato di farmi apprezzare per le mie qualità,
magari a volte nascondendomi volutamente anche dietro a poco trucco,
abbigliamento minimalista e di basso profilo. Volevo essere guardata
come giornalista e non come donna. Ricordo con affetto le prime mischie
in zona mista allo stadio, a sgomitare, tra tanti uomini, per un posto
in prima fila o per fare la mia domanda a questo o quel calciatore; è
bello sapere di avercela fatta e di notare oggi negli sguardi dei
colleghi il rispetto e la stima che credo di essermi guadagnata giorno
per giorno sul campo».
Nel nuovo mondo del web e della rete tutti possono al momento postare
o fare la cronaca di qualche evento: tu invece hai percorso la vecchia
strada della gavetta e dell’esperienza sul campo; quanto ti è servito
tutto questo e se tornassi indietro lo rifaresti?
«Assolutamente sì; credo che la gavetta sia fondamentale nel nostro come
in tutti i mestieri, ti aiuta a non trovarti impreparata nelle
situazioni, a gestire la tensione, a percorrere il cammino che hai di
fronte a testa alta. Perché quando sei cresciuta sul campo le persone
hanno imparato ad apprezzarti per quello che sei e ti riconoscono
credibilità, qualità fondamentale, a mio parere, per un giornalista.
Oggi ognuno di noi può postare una foto, commentare, raccontare.
Diventare cronista delle situazioni che ha di fronte. Ma essere,
piuttosto che fare il giornalista è qualcosa di più: è sapere usare le
parole giuste con un linguaggio corretto, catturare l'attenzione del
pubblico con il racconto scritto o con le immagini e valutare le notizie
in base alla conoscenza. Un bagaglio di studi è fondamentale;
l'esperienza sul campo lo è però di più, perché è lì che impari a
mettere in pratica quello che altrimenti rimarrebbe solo teoria. Non
rimpiango nulla degli anni passati a studiare, delle centinaia di
articoli scritti in maniera gratuita, delle difficoltà per emergere e
avere un contratto. Ogni ostacolo superato mi ha permesso di diventare
quello che sono e di arrivare fin qui».
Lo sport curato e realizzato da Mediaset è sempre stato servizi di
qualità e giornalisti bravi e preparati: quanto ti senti orgogliosa di
far parte di una redazione così importante?
«Sono molto orgogliosa di far parte di una redazione così prestigiosa;
io vengo dalla tv locale e lì ho imparato che i colleghi diventano
presto una famiglia. Non pensavo di non poter ritrovare la stessa
sensazione anche in una realtà molto più grande; e invece anche qui ho
incontrato delle persone speciali, da cui imparare molto,
professionalmente e non solo».
Come ti vedi tra dieci anni e se hai ancora un sogno nel cassetto.
«Tra dieci anni mi immagino mamma e scrittrice: il mio desiderio sarebbe
quello di mettere la mia passione per la scrittura a servizio di un
racconto; ho sempre voluto farlo ma non mi ci sono mai messa; ho
percorso altre strade e sviluppato altre passioni, ma il mio sogno nel
cassetto sta qui. Accanto a me, nei pensieri di tutti i giorni: un libro
con la mia firma; o forse più di uno, chissà…».