Telegiornaliste anno XII N.
22 (495) del
22 giugno 2016
Sabrina Duranti: ho adorato doppiare Cristina Yang
di
Giuseppe Bosso
Sabrina Duranti tra le più apprezzate voci del
doppiaggio italiano ci racconta i suoi inizi, il suo
rapporto con le giovani colleghe e dove avremo modo di
'ascoltarla' prossimamente.
Ricorda il suo primo doppiaggio?
«Ho iniziato già grande! Sgattaiolavo nelle sale, senza dire
nulla ai miei genitori, fin da quando avevo 16 anni: volevo
“sentire”; volevo seguire i grandi maestri che doppiavano
personaggi che avrebbero sconfitto il tempo: c’era tanto
lavoro e la qualità era altissima. In quel periodo
iniziavano anche Christian Iansante, Franco Mannella,
Roberto Certomà, Tatiana Dessi, Tiziana Avarista; venivamo
dal teatro, ma avevamo una recitazione fresca, autentica e
spontanea, perfetta per i prodotti video di quel periodo.
Abbiamo faticato, ma il tempo ci ha premiato, direi».
Negli ultimi anni sicuramente uno dei personaggi più
amati tra quelli che ha doppiato è quello della dottoressa
Cristina Yang di Grey’s Anatomy, uscita di scena tra
il disappunto dei fan che sperano in un suo ritorno: anche
per chi presta voce alla lunga un personaggio può risultare
stretto?
«Ho adorato il personaggio di Cristina e le sono grata per
la popolarità che ha avuto e che di riflesso ha coinvolto
anche me;
anche se siamo profondamente diverse, Cristina ha delle doti
che apprezzo moltissimo e trovo che Sandra Oh l’abbia resa
amabile puntando proprio su quelle: la Yang è coerente,
coraggiosa, diretta; è ambiziosa e scaltra ma è una che
gioca pulito e soprattutto sa essere amica di un’altra donna
pur rimanendo se stessa. Come può risultare stretto un
personaggio così?».
Anche uno dei suoi figli ha iniziato a doppiare: pensa
seguirà le sue orme?
«Entrambi i miei figli avevano iniziato: la maggiore, dopo
qualche tempo, ha deciso di cambiare completamente
direzione, mentre
Tommaso al momento sembra molto determinato. Il
nostro è un lavoro in continua evoluzione e bisognerà vedere
se, crescendo, lo troverà sempre stimolante e divertente: ha
talento, il resto verrà da sé».
Tra le giovani doppiatrici che stanno emergendo in questi
anni c’è qualcuna in cui si rivede agli inizi?
«Le giovani sono fantastiche e io ho una vera adorazione per
queste piccole grandi donne, che chiamo affettuosamente “le
mie ragazze”; alcune le ho viste crescere, altre sono
arrivate già grandi. Con Rossella Izzo ho co-diretto
Yo
quisiera e ho avuto il grande privilegio di avere
tantissimi giovani talenti al leggio: è stato amore
reciproco, un viaggio meraviglioso tra le loro emozioni e la
mia esperienza; uno scambio che ha arricchito tutti».
Il personaggio che le è rimasto nel cuore e quello che
non vorrebbe ‘ritrovare’?
«Ho amato tutti i miei personaggi, nessuno escluso: però
Rita Morgan, la moglie di
Dexter, occupa un posto
speciale nel mio cuore. Chi ha visto la serie si complimenta
e mi racconta di aver faticato a riconoscere la mia voce: è
la cosa più bella che si possa dire a un doppiatore; noi
siamo al servizio di un’emozione, non ne siamo protagonisti.
Fare bene il nostro lavoro significa... scomparire!».
Dove potremmo ‘ascoltarla’ prossimamente?
«Sta per uscire
The Conjuring 2 un film molto atteso
dove ho ritrovato una vecchia amica, Vera Farmiga; in tv
invece c’è
The Catch, la nuova creatura di Shonda
Rimes;
Lucifer,
Orange is the New Black,
Rosewood,
Marco Polo del quale ho curato anche i
dialoghi con Fiamma Izzo. Mia figlia dice che sono ovunque e
che le ho tolto il gusto di stare sul divano a guardare la
tv. Meno male che mi riconosce solo lei!».