Telegiornaliste anno XII N.
22 (495) del
22 giugno 2016
Rosa
Feola, il soprano di Caserta che incanta in Italia e in Europa
di
Lisa Pinto
Questa settimana raccontiamo la soprano Rosa Feola che,
nonostante la sua giovane età vanta una prestigiosa e brillante
carriera: diplomatasi nel 2008 con il massimo dei voti al
conservatorio “Giuseppe Martucci” di Salerno, negli anni si è
affermata nel panorama musicale internazionale; voce calda e
potente che porta la mente indietro nel tempo; letteralmente
impossibile non essere rapiti dalle sue brillanti e
coinvolgenti esibizioni dove canto e recitazione si fondono in
perfetta armonia. Stagione impegnativa quella passata, per Rosa
Feola che è reduce dalla sua ultima esibizione al Teatro San
Carlo di Napoli nel ruolo di Nannetta in
Falstaff, ma la
soprano campana, originaria di San Nicola la Strada in
provincia di Caserta, ha vissuto una grande emozione: da poco è
stata in scena a Chicago, diretta dal Maestro Riccardo Muti,
con la Chicago Simphony Orchestra. Tante le sorprese per lei
che si prepara debuttare al Teatro alla Scala di Milano: una
brillante carriera ricca di soddisfazioni e grandi emozioni che
non potrà che volare sempre più in alto.
Rosa, nonostante la tua giovane età, ti sei affermata da
subito nel panorama della musica lirica e dell’opera, come ti
sei avvicinata a questo ambiente “d’altri tempi”?
«È stata una fortuna, o un destino quello di imbattermi in
persone che mi hanno trasmesso l'amore per quest'arte
meravigliosa!».
Hai calcato i palcoscenici dei teatri più importanti:
Napoli, Roma, Venezia, Zurigo, Berlino, Salisburgo ed ancora
Ravenna, Valencia e Buenos Aires: ogni volta è un’emozione
nuova o potresti definirti “abituata” all’ansia da
palcoscenico?
«Credo, e spero, che non mi abituerò mai a calpestare un
palcoscenico, luogo che ritengo sacro: ogni volta è un'emozione
nuova; quello che rende ogni esperienza unica é il legame
"familiare" che si crea col team dello spettacolo; si
costruisce giorno per giorno, fatica dopo fatica, qualcosa di
unico per soddisfare il pubblico di tutto il mondo».
La tua brillante carriera ti ha permesso di conoscere e di
lavorare con alcuni dei più grandi Maestri di musica: Riccardo
Muti, Bruno Campanella, Daniele Rustioni solo per citarne
alcuni: c’è qualcuno a cui ti senti più legata o che ti ha dato
un consiglio particolare?
«Ogni grande direttore con cui ho avuto la fortuna di lavorare
mi ha donato tanti insegnamenti; quello a cui resterò per
sempre legata di più è però il Maestro Muti, uomo di grande
intelligenza e generosità, unico nel suo genere; senza di lui
la mia carriera avrebbe avuto sicuramente una strada diversa».
Qual è stato il momento in cui ti sei resa davvero conto che
il tuo sogno di diventare una cantante lirica si stava
realizzando?
«Quando ho vinto 3 premi al Concorso internazionale Operalia,
il più importante al mondo. Era il 2010: la commissione era
formata da persone molto rilevanti nell'ambito teatrale
lavorativo; dunque era proprio quella l'occasione migliore per
presentarsi ai boss dei teatri mondiali più importanti!».
Ultimamente hai inciso anche un disco che ha riscosso
notevole successo, sei quindi un’artista completa ma in quale
ambiente ti senti più a tuo agio: teatro, radio, musica o
recitazione?
«Grazie! Creare un personaggio mi rende felice. Ragionare sul
suo carattere, scegliere atteggiamenti, aggiungere colori... è
il lavoro più interessante per me. Dunque se dovessi scegliere
fra un concerto o un'opera, sceglierei sicuramente la seconda:
recitare è quello che preferisco; è sottinteso che la mia
recitazione senza il canto non esisterebbe; nel senso che non
mi immaginerei mai come attrice di prosa, ma solo artista
lirica».
Negli anni hai interpretato ruoli importanti ed impegnativi,
c’è un personaggio o un’opera alla quale sei particolarmente
legata e perché?
«Porto nel cuore il personaggio di Gilda, soprano protagonista
nel
Rigoletto di Verdi, che tra l'altro avrò l'onore di
interpretare nel mio amato Teatro di San Carlo l'anno prossimo.
Sia musicalmente che psicologicamente è un continuo evolversi:
da giovane ingenua e inesperta si esprime con note acute e
leggere, col tempo l'amore la trasforma in una donna matura che
ha la sfortuna di dover scegliere di morire per salvare la vita
a suo padre e al suo stesso amato: anche la musica diventa
drammatica a poco a poco, portandomi fino alle lacrime ogni
volta».
Quella per la musica è una passione che unisce anche nella
vita privata, come concili gli impegni lavorativi e quelli di
moglie?
«Io e mio marito abbiamo sempre condiviso la passione per la
musica dunque abbiamo sempre avuto un legame speciale;
riusciamo a comprenderci e a sostenerci in ogni situazione, e
non è da poco. Star lontani per lavoro non è facile ma ormai
abbiamo creato un nostro equilibrio, reso possibile solo da un
forte amore. Dopo il matrimonio non è cambiato molto direi; il
nostro impegno è sempre lo stesso: quello di rispettarci a
vicenda».
Quali sono i tuoi progetti per il futuro, c’è un ambito in
cui vorresti misurarti e in cui non ti sei mai testata?
«Per il futuro mi piacerebbe evolvere sempre in qualcosa di
stimolante. Non riuscirei ad immaginarmi fuori dal mondo della
musica ma, chissà, tutto è possibile. Cucinare è la mia
passione quando sono libera dal lavoro… intanto mi concentro
sui miei prossimi debutti, la sfida più grande sarà cantare al
Teatro alla Scala l'anno prossimo come protagonista de
La
Gazza ladra di Rossini. Ce la metterò tutta! Speriamo
bene…».