Telegiornaliste anno XII N.
20 (493) del
8 giugno 2016
Marialuisa Moro ci parla di noir
di
Tiziana Cazziero
Abbiamo chiesto all’autrice
Marialuisa Moro di parlarci del noir, un genere misterioso,
con enigmi da risolvere, un poliziesco moderno i cui risvolti non sono
mai chiari fino alla fine; la Moro con la sua ampia collezione di
pubblicazioni del genere, è una vera esperta; personalmente ho letto
molti dei suoi libri, ne sono rimasta affascinata, la sua penna creativa
conquista. Adesso facciamole qualche domanda.
Noir, quando e perché hai cominciato a trattare questo genere? Cosa
ti affascina di questo mondo?
«I miei esordi non riguardano il noir, bensì storie di vita
contemporanea romanzata. Il mio primo noir è stato
Storia di follia,
il mio terzo romanzo in assoluto. Da lì è partito il filone; ne ho
scritti molti altri, ma di rado mi sono discostata da quel genere, che
ho scoperto a me congeniale; sono attratta dai risvolti della psiche
umana, di cui mi piace scandagliare gli anfratti più segreti; il genere
noir si presta meglio degli altri ai miei studi psicologici e alla
creazione di personaggi e vicende, senza contare che amo il mistero e le
atmosfere gotiche in genere».
Come definiresti questo genere letterario? E quali sono secondo te
gli ingredienti per un buon giallo?
«Il noir si differenzia dal giallo tradizionale per la sua atmosfera
cupa e tesa, ricca di suspense, i personaggi complessi di cui viene
fatta una profonda analisi psicologica. Nel noir, contrariamente al
giallo, è assolutamente secondario che la giustizia trionfi e che venga
identificato il colpevole. Attinenti ad essi, esiste il genere thriller,
che, come dice la parola, è caratterizzato da uno stato emotivo di
eccitazione costante (ansia, paura)… di fatto, i tre generi finiscono
molto spesso per mescolarsi uno con l’altro nella maggior parte delle
opere di quel tipo».
Hai cominciato diversi anni fa, trattando anche altri generi, com’è
avvenuto il passaggio quasi definitivo al noir?
«Credo di aver anticipato questa risposta rispondendo alla prima
domanda. Dopo i primi due romanzi di vita contemporanea, mi sono
discostata dal noir solo con
L’uomo sulla panchina (il tema della
reincarnazione) e
Vite sbagliate, storia di un uomo mai
cresciuto, vittima di una libido irrazionale».
Orrore a Helsinki, un thriller finlandese, è la tua ultima
opera pubblicata. Periodo natalizio e location inusuale, come mai questa
scelta? Cosa ti ha ispirato?
«Il mio viaggio in Scandinavia mi ha ispirato
Puzzle, ambientato
presso Capo Nord, e
Orrore a Helsinki, una città che mi ha
affascinata moltissimo. Sono luoghi che si prestano particolarmente alle
mie fantasie noir, come anche la mia città, Milano, soprattutto
d’inverno».
Parliamo un po’ dell’essere scrittrice, cosa significa scrivere e
come si svolge questo lavoro per molti diventato un vero mestiere?
«Per me scrivere non è un mestiere, ma un modo di essere. Io non vivo se
non scrivo. Ė il mio sistema di comunicare con gli altri. Naturalmente
mi fa molto piacere essere letta e apprezzata. Inutile nascondere che si
scrive anche per essere letti, indipendentemente dai risvolti
economici».
Concludendo, perché un lettore dovrebbe leggere il noir, cosa si deve
aspettare, quali sono gli elementi che lo contraddistinguono dagli altri
generi?
«Alcuni dei miei lettori hanno confessato di non essere amanti del
genere noir, ma di aver cominciato ad apprezzarlo leggendomi. Questo mi
ha fatto molto piacere; per gustare un noir bisogna essere interessati
alla psicologia umana, al mistero e alla suspense. Da non dimenticare
che in un noir possono comparire gli stessi elementi degli altri generi:
amore, avventure e quant’altro. Ė l’atmosfera che lo contraddistingue».
Grazie della disponibilità. Ricordo che potete trovare i romanzi
dell’autrice Marialuisa Moro su Amazon.
«Grazie mille a te, Tiziana!».