Telegiornaliste anno XII N. 36 (509) del
7 dicembre 2016
Debora
Alberti, Tra due nastri di raso viola il mio esordio da
scrittrice
di
Tiziana Cazziero
Questa settimana abbiamo incontrato la giovane scrittrice
cremonese Debora Alberti, che ci parla della sua prima fatica
letteraria,
Tra due nastri di raso viola. Ci racconta
della sua passione per la scrittura, di come è nata questa
prima opera e di come abbia deciso di diffonderla attraverso
l'autopubblicazione.
Tra due nastri di raso viola, come nasce questo
titolo? Ha un significato particolare per te?
«Il titolo è stato molto sofferto, perché racchiudere il senso
di tutto il romanzo in poche parole non è stato affatto facile:
poi ho pensato a quel particolare che la protagonista sfiorava
ogni volta che richiudeva il suo diario e mi sono chiarita le
idee, anche perché quei nastri hanno fatto parte della mia
infanzia, in quanto ricordano un diario di raso viola donatomi
dalla classica anziana vicina di casa»
Chi sono i personaggi principali e quanto c’è di te nei tuoi
testi?
«La protagonista è Sara, ragazza di ventisette anni che
rispolvera la sua vita andando a ritroso grazie a ricordi e
aspetti che si incastrano con la sua vita attuale: Michele, suo
fidanzato per otto anni, figura portante nel suo passato e che
torna nel presente inaspettatamente ed è proprio grazie a
questo ritorno che Sara si trova a cavalcare nuovamente la sua
vita, confidandosi con Simone, altro personaggio chiave del
romanzo, dottore genovese con passato difficile. Tutti e tre
raccontano a modo loro, con i loro caratteri, come nella vita
si può attraversare e superare le difficoltà. Di me c’è
parecchio, pur non essendo un’autobiografia ho, come mi piace
dire, impastato stralci di vite che conosco, in un unico testo»
Quando hai scoperto la passione per la scrittura e cosa
significa a oggi, per te aver pubblicato un tuo libro?
«Scrivo dall’età di diciassette anni grazie anche agli stimoli
della mia professoressa di italiano, la quale mi ha aiutata a
capire che attraverso le parole potevo essere me stessa e non
solo la ragazza timida e impacciata che ero a quei tempi e ogni
tanto si ripropone. Aver pubblicato questo libro per me è prima
di tutto un successo personale, negli anni ho provato ad
improntare altre tracce, ma senza mai trovare lo spunto vero di
svilupparle ed esserci riuscita con questo è un grande
orgoglio»
Che genere preferisci come autrice e lettrice? Credi che
ogni libro debba inviare un messaggio ai lettori? Se sì, qual è
il tuo?
«Il mio genere da lettrice è la narrativa, lo stesso con il
quale è etichettabile
Tra due nastri di raso viola: ogni
libro ha qualcosa da insegnare, perché come ogni favola c’è
sempre una morale; la storia raccontata in
Tra due nastri di
raso viola tocca vari argomenti, anche tragici che nel reale
spesso guardiamo con freddezza, ma alla base ho messo la
lucidità, qualsiasi cosa la vita ci riserva dobbiamo avere il
coraggio di affrontarla»
Come mai la scelta di autopubblicare? In virtù di questo
qual è il tuo pensiero sull’editoria moderna?
«Una volta terminata la stesura di
Tra due nastri di raso
viola ho provato la strada della pubblicazione attraverso
canali “più usuali”, ma le proposte ricevute da diverse case
editrici includevano troppi vincoli per portare avanti con
quelle modalità quello che per me è principalmente una
passione; così, convinta da un paio di amici con i quali avevo
condiviso l’anteprima di lettura, ho optato per la strada
dell’autopubblicazione, decisamente più alla mia portata e che
mi ha dato anche la soddisfazione di produrre qualcosa
completamente con le mie mani. Penso quindi che il canale del
self-publishing rappresenti una valida alternativa per tutti
colori che come me hanno qualcosa da raccontare o semplicemente
un sogno nel cassetto da realizzare»
Tornando a te e alla tua storia: quando e perché hai deciso
di scriverla? C’è stato un momento decisivo o un evento che ha
ispirato la scrittura?
«Ho scritto
Tra due nastri di raso viola nell’estate del
2014; cercavo rifugio nelle parole per superare un periodo
delicato e così dopo un paio di tracce, la notte del primo
agosto ho abbozzato i lineamenti di Sara e ho via via iniziato
ad appassionarmi sempre di più alla sua storia trovando a mia
volta la forza per superare le difficoltà di quel periodo.
Credo sia stata come un’ancora di salvezza, trovando appiglio
da quella parte di me che si celava sotto la vita inventata di
Sara».
Hai scritto altri libri e dopo questa esperienza, quali sono
gli altri progetti per il tuo futuro?
«Non ho scritto altri libri, per ora: mi sto dedicando in
particolare ad una traccia che spero presto di portare a
termine, ma senza alcuna fretta, non voglio rischiare di
accozzare parole solo per arrivare alla fine. Scrivere è una
cosa che faccio per me, mi fa stare bene e mi piace l’idea che
altri possano provare emozioni leggendo le mie parole. Sono
orgogliosa del personale “piccolo successo” che sta avendo
Tra due nastri di raso viola, e non mi dispiacerebbe se
questa della scrittura potesse diventare un’esperienza
continuativa».