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Claudia CatalliTelegiornaliste anno XII N. 25 (498) del 14 settembre 2016

Claudia Catalli: CineCocktail per avvicinare attori e pubblico
di Giuseppe Bosso

Da cinque anni Claudia Catalli è il volto di CineCocktail, veri e propri momenti di incontro tra attori e pubblico di cui ci parla ampiamente in questa bella chiacchierata.

Come nasce il progetto CineCocktail?
«Cinque anni fa, a Venezia, con l’idea di parlare di cinema in modo nuovo, informale ma professionale, allargando il dibattito ai non addetti ai lavori. La missione è sfatare il luogo comune che il cinema non interessi più alla gente, dimostrando – di fronte a un drink – che la settima arte non è qualcosa da ghettizzare dentro a festival o eventi d’élite, ma da portare in mezzo alla gente. Ecco perché da sempre i CineCocktail sono e resteranno sempre gratuiti: chiediamo ai nostri ospiti di raccontarsi al pubblico e accettare la scommessa dell’incontro, e contemporaneamente chiediamo al pubblico di esprimersi e partecipare in prima persona con domande e curiosità. È un progetto di condivisione culturale: l’idea è azzerare ogni confine noi/voi o star/pubblico per promuovere un dibattito collettivo, libero e orizzontale; sul cinema e non solo».

In questi anni quali ospiti ti sono rimasti maggiormente impressi
«Sarebbe facile rispondere citando i divi hollywoodiani che abbiamo avuto ospiti, da John Turturro a Matt Dillon, ma preferisco cogliere l’occasione per ringraziare tutti gli ospiti che abbiamo avuto finora, partendo dai più sconosciuti: la nostra mission è anche far conoscere i giovani talenti, i protagonisti di domani, alternando un incontro con le così dette “celebrities” a uno in cui presentare validi artisti emergenti a cui è bello poter dare spazio e visibilità. Qualche nome? Lorenzo Richelmy (che oggi è il protagonista della serie Netflix Marco Polo), Greta Scarano (pluripremiata protagonista di Suburra), Sara Serraiocco (che ha vinto come shooting star a Berlino). Ti posso dire, però, i momenti che mi sono rimasti impressi: l'abbraccio tra Lina Wertmuller e Giancarlo Giannini, il concerto di Giuseppe Battiston sulla rivoluzione delle buone maniere, Massimo Dapporto che imita suo padre, Micheal Madsen che racconta i retroscena con Tarantino, Pierfrancesco Favino che omaggia Mastroianni, Luigi Lo Cascio che canta i Bee Gees. E potrei continuare a lungo...».

Giornalista cinematografica per caso o per passione?
«Non è un mestiere che puoi fare senza passione: una passione cieca e smodata, che ti porta a vedere film di tutto il mondo, e volerne ancora. Il cinema, diceva Hitchcock, è la vita con le parti noiose tagliate; non sempre è vero, ma quando succede è pura magia».

Si può dire, secondo te, che il cinema italiano nel tempo sia cambiato parallelamente alla società italiana?
«Il cinema non è arte astratta, è racconto e visione, immagine e fotografia del mondo in continuo divenire; spesso si fa specchio dei tempi che corrono, e ne racconta evoluzione e cambiamento; il cinema italiano continua a fiorire e a dimostrarsi al passo con i tempi: c’è una nuova generazione di registi, attori, produttori più forte che mai, che non a caso sta riscuotendo premi e riconoscimenti anche in ambito internazionale. Più ne decretano la morte, più il cinema italiano dimostra di essere vivo: va sostenuto a livello istituzionale in modo più consistente, questo senza dubbio».

Abbiamo recentemente visto Sophia Loren omaggiata dalla sua Napoli; tra le giovani attrici emergenti intravedi qualcuno che in futuro potrebbe diventare un simbolo pari a quello che ancora oggi rappresenta la diva partenopea?
«Fare paragoni con il passato non è mai un esercizio utile: altri tempi, uno star system completamente diverso, la posizione del cinema italiano e dei suoi protagonisti di assoluto rilievo internazionale, una politica culturale di un livello neanche paragonabile a oggi. Abbiamo attrici di grande talento e magnetismo, ma poche sceneggiature che sappiano dare loro il giusto spazio: pensiamo a regalare loro storie degne di Una giornata particolare o La ciociara, poi ci occuperemo di divismo».

Chi è Claudia Catalli secondo Claudia Catalli?
«Un’inguaribile sognatrice. Una che ci crede fino in fondo e non molla mai: nel bene e nel male».

Quale film potrebbe rappresentare la tua vita?
«Uno strano misto tra Il mago di Oz, Tra le nuvole, Casablanca, Io & Annie, C’eravamo tanto amati, Million Dollar Baby, Jules et Jim e Il favoloso mondo di Amelie».

Cosa farai da grande?
«Quello che ho fatto fin da piccola: scrivere e raccontare storie, su carta come in video, senza fretta ma senza sosta».

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