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Intervista a Betty Barsantini   Tutte le interviste tutte le interviste
Betty BarsantiniTelegiornaliste anno XII N. 6 (479) del 15 febbraio 2016

Betty Barsantini: mai fingere di essere quello che non si è. Così si conquista il pubblico
di Antonia del Sambro

Betty Barsantini è una giornalista che ha saputo unire la sua grande passione per la moda e il glamour con una grande professionalità e il risultato è un giornalismo vivace, colto e raffinato che incanta da anni tutti gli spettatori che la amano e la seguono con lo stesso entusiasmo del primo giorno. La sua conduzione effervescente e mai banale e I suoi servizi di moda e costume fanno scuola e molte sono le donne che la considerano un vero e proprio punto di riferimento per il look e il suo modo di lavorare.

Betty, lei è una vera icona di stile e di professionalità. Molte donne negli ultimi anni hanno cominciato a vestirsi e truccarsi come lei ma il suo stile è noto e apprezzato anche giornalisticamente parlando perché è brava e diretta. A questo punto la domanda per tutte le nostre lettrici è d’obbligo: come si diventa Betty Barsantini?
«Il segreto è senz’altro rimanere fedeli a se stessi, non tradire mai il proprio io: ne sono convinta perché il mio percorso è stato anche molto casuale, dalla ricerca all’università al concorso in Rai, poi vinto con mia sorpresa, ho intrapreso le strade che la vita mi ha indicato ma sempre rispettando il mio modo di essere, la mia possibilità di affermare idee, emozioni, convinzioni. Ho anche studiato con passione per la laurea in filosofia e non mi sono mai risparmiata rispetto ad impegni sociali, politici, umani... l’altro segreto è quello di rispettare gli altri, di non barare, di non voler apparire quello che non siamo. Per una donna questo è un percorso complesso e anch'io ho faticato, ma ho avuto e continuo ad avere molte soddisfazioni perché avverto che chi mi segue si fida di me e questo è il massimo che si può desiderare quando si svolge un ruolo pubblico. Dunque sincerità, costanza, voglia di vivere e di interagire con gli altri. Lasciando fuori dalla porta gli sciocchi personalismi».

Lei lavora alla Rai, ma in una redazione locale: cosa ci può raccontare del suo lavoro e come si preparano i tg in una regione così eclettica e vitale come la Toscana?
«La scelta delle notizie è un impegno collettivo, frutto di un confronto fra varie competenze e punti di vista. Un bravo giornalista impara presto a scegliere, a riconoscere il fatto rilevante e che merita di essere approfondito. Le notizie sono molte, troppe, e lo spazio non sembra mai abbastanza, selezionare vuole dire anche non sommergere chi ci segue di un cumulo indifferenziato di sollecitazioni, fatto che spesso genera nevrosi e frustrazione. Chi la segue sa che si occupa moltissimo anche di moda, costume e cultura, ci racconti un aneddoto su una location o un evento con gente famosa che le è rimasto particolarmente impresso. Molti ce ne sono e non è facile scegliere: ho un ricordo molto tenero di Gianfranco Ferré durante una sfilata nella sede della maison a Milano; dopo aver fatto un'intervista con lui, uomo meraviglioso ma molto timido e introverso, ero alla ricerca di Naomi Campbell, star dell’evento, e Ferré mi ha aiutato a cercarla nei meandri del palazzo finché non l’abbiamo trovata, bellissima e imponente. Oppure una festa nella casa fiorentina di Eva e Roberto Cavalli: una serata fantastica , tutti seduti in terra su cuscini zebrati, che poi gli invitati hanno fatto a gara a portar via in ricordo di quegli splendidi padroni di casa. Fu molto divertente».

Lei in Toscana è amatissima e molto seguita, ma se dovesse scegliere per un mese della sua vita un altro posto dove lavorare e fare la giornalista cosa sceglierebbe?
«Premetto che amo molto il mondo anglosassone, anche il modo di fare giornalismo che lo caratterizza; amo molto anche il freddo e il nord, dunque mi piacerebbe molto l’Inghilterra ma non disdegnerei gli Stati Uniti».

Un consiglio a tutte le ragazze che vogliono fare le giornaliste da grandi.
«Considerando che il mondo in generale e quello del giornalismo in particolare stanno molto cambiando direi che oggi per affermarsi servono competenze precise legate alla pratica giornalistica, spirito di sacrificio e una conoscenza delle lingue che va oltre il solito inglese scolastico. Serve anche una dose di amor proprio e di cura della persona che renda piacevole a chi ci guarda, soprattutto in televisione, la nostra presenza. Non si tratta di atteggiarsi a veline, scelta secondo me deleteria, ma di essere femminili ed eleganti nel look e nei modi. Quindi... buon lavoro!».

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