
Telegiornaliste anno XI N. 37 (468) del 16 
		novembre 2015
									
		
Laura 
					Lenghi: i miei figli voce di Masha, 
		ma non cresceranno in 
					sala doppiaggio come me 
					di 
Giuseppe Bosso  
					
					Ha prestato la voce a popolarissime attrici come Hilary 
					Swank, Jennifer Garner in 
Alias e... a Paperina.
					
					Laura Lenghi ci racconta come vive il suo lavoro, 
					che anche i suoi figli, Luca e Sara, stanno iniziando a 
					praticare, doppiando la piccola e irriverente Masha, 
					protagonista del cartone del momento, 
Masha e Orso.
					
					
					
Ricordi il tuo primo doppiaggio? 
					«Certo! Avevo circa 8 anni, mi hanno portata in uno 
					stabilimento (che esiste ancora) a Via Margutta e il mio 
					direttore era il grande Emilio Cigoli: ero emozionatissima 
					perché c'erano tanti adulti e un ragazzino con la faccia 
					simpatica: Fabio Boccanera (doppiatore, tra gli altri, di 
					Johnny Depp-Jack Sparrow nella saga 
Pirati dei Caraibi, 
					ndr). Io e Fabio ormai siamo "parentizzati", neanche voglio 
					pensare a quanti anni sono che ci conosciamo». 
					
					
Rispetto ai tuoi inizi avverti maggiore disponibilità 
					all’ascolto da parte dei doppiatori più esperti nei 
					confronti delle nuove leve? 
					«Personalmente sono contraria all'ascolto; secondo me, a 
					parte imparare la terminologia che si usa mentre lavoriamo, 
					non serve a niente: è un falso mito quello che, assistendo 
					ai turni di doppiaggio, s'impari questo mestiere. Il 
					doppiaggio è frutto dell’esperienza sul campo: io potrei 
					guardare 1000 partite di Totti ma non imparerei a giocare a 
					calcio, al massimo capirei cos'è un fuorigioco. Comunque 
					adesso, per via della privacy, è sempre più difficile 
					entrare in sala per assistere». 
					
					
C’è un personaggio o un’attrice a cui hai prestato la 
					voce con cui ti sei sentita maggiormente in sintonia?
					
					«Ho prestato la voce a tantissime attrici, e non ne ho una 
					con cui mi sento particolarmente in sintonia, io mi 
					affeziono al film, anche perché spesso, un attrice viene 
					"condivisa" da più colleghe. Non c'è una prelazione su un 
					attrice da doppiare, invece la storia rimane e aver fatto 
					parte di quella storia, di quella magia, come 
Million 
					dollar baby, per esempio, è una cosa che mi rimarrà nel 
					cuore per sempre». 
					
					
Anche i tuoi figli stanno seguendo le tue orme: come è 
					nata questa cosa? 
					«I miei figli fanno un po’ di doppiaggio, è vero, ma 
					lavorano saltuariamente. Io ho lavorato molto da bambina e 
					non voglio che passino l'infanzia nelle sale di doppiaggio 
					come ho fatto io. Dev'essere solo un passatempo divertente 
					ma niente di più... però poi c'è Masha…». 
					
					
Già, la piccola Masha, nuovo idolo dei bambini a cui 
					prima Luca e poi Sara, i tuoi figli, danno voce: come mai 
					secondo te questo cartone sta avendo tanto successo?
					
					«Questo cartone sta avendo un successo planetario, piace a 
					tutti, coinvolge genitori e figli, questo è il segreto! 
					Spesso i bambini guardano i cartoni in maniera ripetitiva, 
					mia figlia Giulia, quando era piccola era capace di guardare 
					una puntata dei 
Teletubbies anche 50 volte e per me 
					era un vero strazio. Masha fa ridere ed è piacevole 
					riguardare le sue avventure anche per noi genitori». 
					
					
Dove potremo ‘ascoltarti’ prossimamente? 
					«Prossimamente usciranno tante cose che sto doppiando, ma ce 
					n'è una in particolare a cui tengo molto: è la seconda 
					stagione di una serie televisiva americana che si chiama 
					Empire, il mio direttore era
					
					Vittorio De Angelis – scomparso nello scorso mese 
					di giugno per un infarto, ndr - un amico, una persona 
					fantastica». 
					
					
Il bello e il brutto di essere doppiatrice? 
					«Il bello di essere una doppiatrice è che si fa un lavoro 
					sicuramente non comune, un lavoro un po’ da schizofrenici, 
					nella stessa giornata si passa dal fare una tossicomane del 
					Bronx, alla poliziotta di New York per finire con una che 
					taglia la testa agli zombie! Il brutto? Il buio: lavoriamo 
					al buio, il che può essere un bene per le rughe ma 
					sicuramente non per l'anima!». 
					
					
Cosa farai da grande? 
					«Sono già grande! Cosa farò da vecchia, semmai! Sinceramente 
					non lo so: lavoro, ho tre figli di 14, 11 e 8 anni, due 
					gatti e un milione di cose da fare, per ora cerco di 
					sopravvivere!».