Telegiornaliste anno XI N. 31 (462) del 5 ottobre 2015
Ilenia Carlantuono:
a Telecattolica ho trovato una vera famiglia
di
Giuseppe Bosso
Ilenia Carlantuono,
volto di
Telecattolica ci racconta di come la sua vita professionale, che
in un primo momento sembrava indirizzarla a un futuro in toga più che
davanti a una telecamera, sia improvvisamente cambiata.
Da aspirante avvocato a telegiornalista d’assalto: cosa ha
determinato questo tuo cambiamento?
«Tutto è successo molto casualmente; adesso continuo a essere iscritta
sia all’albo dei giornalisti pubblicisti che a quello degli avvocati, ma
ho accantonato la professione forense, che non potrei esercitare per
ragioni di incompatibilità visto che mio marito è magistrato nel nostro
circondario e, quindi, posso dire di essere giornalista a tempo pieno».
Come sei arrivata a Telecattolica?
«Nel 1996 partecipai a Miss Italia arrivando alle prefinali di Riolo
Terme; in quella occasione il settimanale
Gente mi dedicò un
articolo in seguito al quale fui chiamata come ospite in una
trasmissione di Telecattolica. Nel 2003, dopo la laurea, tornata da Roma
a Lucera, nella mia città, piccolo centro ma di antiche origini e con
monumenti dall'alto valore culturale, rincontrai il regista di
Telecattolica, Gino Romice che, su due piedi, mi propose di intervistare
il Vescovo e il Sindaco di allora in occasione di un concerto
organizzato nel Duomo per l'arrivo di Maria Luisa Stringa presidente del
Centro Unesco di Firenze (purtroppo deceduta lo scorso giugno). Per me
fu un colpo di fulmine e, al contempo, l’occasione di superare una
timidezza che ho sempre avuto. Di lì a poco ho iniziato a lavorare come
giornalista, leggendo il tg, e poi ho proseguito questo percorso che mi
ha portata anche a frequentare uno stage a Roma sulla piattaforma Sky.
Adesso mi occupo, tra gli altri compiti, di una rubrica di cucina e di
uno spazio editoriale in cui recensisco libri in classifica nazionale
dando però spazio anche agli autori conterranei ».
La particolare situazione editoriale dell’emittente ti ha mai creato
vincoli o problemi?
«No, assolutamente. Sia prima quando avevamo un editore religioso che
adesso che ne è arrivato uno laico, ho trovato un ambiente di grande
collaborazione e solidarietà, in cui ho massima libertà di espressione».
Il doverti occupare di tante cose non strettamente legate al
giornalismo fa di te una giornalista ‘tuttofare’: è la miglior palestra
questa?
«Sì, è proprio così; è un farsi le ossa giorno per giorno, e ho
riscontrato questa cosa soprattutto quando mi sono trovata a fare lo
stage che ti dicevo, a Made in Italy Channel; sicuramente lì potevo
contare su una maggiore disponibilità di mezzi e risorse, ma mentre il
prodotto veniva registrato e quindi curato con più attenzione, a
Telecattolica abbiamo la possibilità di lavorare sul pezzo in piena
diretta, e questo ci ha permesso di sviluppare un bagaglio professionale
non meno importante».
Ti sta stretta la realtà di Lucera?
«Avendo vissuto a Roma per un lungo periodo innegabilmente avverto la
mancanza di una realtà più ampia e variegata, ma sono felicissima di
quello che ho: il poter dedicare molto tempo alla mia famiglia e ai
viaggi, una mia grande passione. Un domani, dovesse presentarsi la
possibilità di un trasferimento, legato anche al lavoro di mio marito,
la valuterò».
Difficile essere una mamma telegiornalista?
«Le difficoltà ci sono ma, come ti dicevo, la mia fortuna è quella di
poter lavorare in un ambiente che è diventato una vera piccola famiglia,
con persone che capiscono le mie esigenze e mi lasciano gli spazi
necessari da dedicare ai miei due bimbi».
Curi anche una rubrica di cucina: c’è una ricetta che consiglieresti
ai nostri lettori, magari per far conoscere loro la tua città?
«Sicuramente i cicatelli al pomodoro 'prunillo' che cresce solo con
acqua piovana e rucola del castello federiciano di Lucera dal sapore
unico e inconfondibile».