Telegiornaliste anno XI N. 32 (463) del 12 ottobre 2015
Ghilda Pensante. Più spazio alle nostre atlete
di
Giuseppe Bosso
Dal 2009 volto di
Sky
Sport, intervistiamo
Ghilda Pensante.
Sky Sport per lei ha rappresentato il raggiungimento di un traguardo
o l’inizio di una nuova scalata?
«Nonostante mi occupassi di sport da diversi anni, farlo a Sky Sport ha
rappresentato un passaggio, un’evoluzione verso una dimensione diversa
dalle precedenti, più stratificata e con maggiori opportunità di
crescita e di confronto».
Gioie e dolori che porta lavorare per un network come questo?
«Non contrapporrei queste due sfere, ma le racchiuderei nella
consapevolezza che è necessario dare il massimo e mettere sempre
qualcosa di extra in ciò che si fa. La soddisfazione è una conseguenza
di questo atteggiamento quotidiano».
Giornalista sportiva per caso o per passione?
«Per passione! Da adolescente giocavo a calcio, ho sempre adorato lo
sport, e lo seguivo tanto sia dal vivo sia in televisione. Nei primi
anni da aspirante giornalista, nei giornali locali, lo sport però era
sempre già coperto da colleghi “senior”, quindi mi trovavo a occuparmi
di tutto il resto: cronaca, politica di zona, cultura… ma ho sempre
sognato di dedicarmi a tempo pieno alla narrazione sportiva».
Negli ultimi anni molte soddisfazioni hanno portato all’Italia le
nostre atlete, dalla pallavolo alla scherma, eppure talvolta si ha la
sensazione che i media tendano a considerarle più personaggi di immagine
che sportive da apprezzare, come dimostra per esempio la grande
attenzione attorno a Federica Pellegrini: cosa ne pensa?
«Credo che i media italiani a tutti i livelli dovrebbero e potrebbero
valorizzare di più lo sport al femminile che per sforzi, sacrifici e
risultati soprattutto in certe discipline equivale e supera quello fatto
da uomini. Ma non ritengo negativo che alcune atlete diventino anche
personaggi mediatici, anzi! Il loro essere note, magari attente al look,
brave coi social network, “cool” in una parola, può incoraggiare tante
giovanissime ad avvicinarsi a uno sport. Perché in fondo secondo me a
servire è una crescita della base delle praticanti: più bambine e
ragazze cominciano a divertirsi in palestra, su un campo da calcio o su
una pista di atletica, più in futuro si faranno portavoce dei valori che
tutto lo sport - senza alcuna distinzione - è in grado di veicolare».
Tra gli eventi che ha avuto modo di seguire e raccontare, quale le è
rimasto maggiormente impresso.
«Tra giugno e luglio 2014 ho avuto l’incredibile opportunità di lavorare
all’International Broadcasting Center di Rio de Janeiro durante tutta la
Coppa del Mondo di calcio. Un’esperienza indimenticabile per intensità,
incontri e lavoro di squadra! A tale proposito tengo soprattutto a
sottolineare che il mio ruolo principale all’interno di Sky Sport24 è
rappresentato dall’ufficio planning: quattro giornalisti (oltre a me
Valentina Fass, Luisa Gamberini e Luca Bordoni) chiamati a organizzare
il lavoro della redazione nella sua quotidianità. Stesura dei turni,
pianificazione della copertura degli eventi, raccordo tra i vari reparti
di una realtà così eterogenea. Un compito impegnativo, che svolto in un
gruppo coeso dà una formazione e una forza impareggiabili».
Riesce a conciliare lavoro e affetti?
«Sì, lavoro a tempo pieno in questo settore da oltre 11 anni, quindi ho
imparato a gestire i ritmi che lo stesso impone e talvolta la diversa
disponibilità in termini di tempi e organizzazione del privato. Ed
essere contenti e appagati aiuta a riuscirci!».
Il suo auspicio da giornalista per la nuova stagione?
«Continuare a fare al meglio al mio lavoro e divertirmi. Che sia come
planner, conduttrice o redattrice della rubrica settimanale
SportStyle, che curo insieme alla collega Valentina Fass, ho voglia
di migliorare le mie competenze e sperimentare nuove forme per esprimere
e raccontare lo sport da diversi punti di vista».
Come si vede nel domani?
«Sogno di conservare la passione che mi ha sempre sostenuta e di
continuare a lavorare con entusiasmo».