Telegiornaliste
anno XI N. 20 (451) del 1 giugno 2015
Carmen
Pellegrino, passione ‘abbandoni’
di
Giuseppe Bosso
Il pubblico televisivo ha imparato a conoscerla da circa un anno, con le
sue frequenti partecipazioni a
Uno Mattina dove ha modo di raccontare la sua
passione: la scoperta e la ricerca dei luoghi ‘dimenticati’ sparsi lungo
la Penisola. Ma chiamarla ‘abbandonologa’ è forse troppo riduttivo per
spiegare Carmen Pellegrino, originaria di Postiglione. Ha recentemente
pubblicato
Cade la terra, edito da Giunti.
Carmen, come nasce questa tua passione per i luoghi abbandonati?
«Da bambina ho cominciato a frequentare borghi abbandonati, ed era un
po' come andare al luna park. Ho cominciato dal Cilento, la mia terra
d’origine, e poi altrove, sempre più in là, sempre più in là. Un anno fa
Andrea Di Consoli, originario anche lui di un paesino dell'osso del sud,
mi ha chiamato a parlare di borghi abbandonati nel suo
Caffè di
Raiuno».
Come individui i luoghi da segnalare?
«Visitandoli anzitutto, e poi prestando molta attenzione alle
segnalazioni, che possono giungere dagli abitanti di paesi prossimi ai
luoghi abbandonati oppure da internet».
Avverti maggiore amarezza per quello che trovi o speranza di
recupero?
«La mia visione dell'abbandono non include la riqualificazione
funzionale, ma solo un recupero alla memoria collettiva. Non ho una
concezione utilitaristica delle cose: ciò che è stato abbandonato ha
perduto la destinazione d'uso, e ora non attesta che se stesso. Esiste
un tempo delle cose che mi interessa anche di più del tempo degli
uomini. I borghi resistono e quindi esistono anche se gli uomini non ci
vivono più».
Con la partecipazione a Uno Mattina hai aumentato i contatti
con le persone che ti segnalano i posti da scoprire?
«Parlare di borghi abbandonati in televisione alle sei del mattino,
parlarne agli italiani che si svegliano presto, è stato un azzardo. Ma è
andata bene. Ricevo lettere e messaggi di grande complicità sul discorso
dei luoghi e della memoria che i luoghi custodiscono».
Per i nostri lettori che volessero contattarti per segnalarti luoghi
abbandonati dove possono scriverti?
«Su
Facebook e, ultimamente, anche su
Twitter».
Qual è stata la soddisfazione più grande per te?
«Scoprire che c'è tanto interesse intorno all'abbandono, che è uno dei
grandi temi che ci riguarda tutti. L'abbandono è ovunque, anche nelle
nostre veloci città, basta soffermarsi un momento di più su ciò che
abbiamo intorno per scorgerne tracce».