Telegiornaliste anno X N. 35 (423) del 27 ottobre 2014
Roberta
Zanfranceschi:
difficile emergere per le personalità forti
di
Giuseppe Bosso
Molto probabilmente il suo volto è familiare alla maggior
parte dei telespettatori come protagonista di svariate
televendite, sia sui circuiti nazionali che locali; ma
Roberta Zanfranceschi ha alle spalle un curriculum di tutto
rispetto, fatto di tv, radio e cinema.
Quali sono, se ne ha, gli accorgimenti che segue per
impostare una televendita?
«Ho studiato dizione e recitazione fin da ragazza, seguendo
una formazione che speravo mi avrebbe portato a diventare
conduttrice in maniera totale; poi è capitato per caso,
quando facevo radio negli anni’90, che un’azienda che era
intervenuta nel mio programma mi proponesse di fare una
promozione per loro; gli accorgimenti che seguo riguardano
sempre il tono di voce, la modulazione».
Si tende a non dare molta importanza a questi spazi
televisivi: alla luce della sua esperienza cosa
risponderebbe?
«Quando ho iniziato a farle le televendite non erano diffuse
come adesso, ed erano presentate anche da persone abbastanza
bizzarre, la televisione italiana sul genere si è mossa
diversamente e un po' in ritardo, rispetto ad esempio, gli
Stati Uniti e la Germania, dove i televenditori vengono
trattati da sempre, come vere star. Con il passare degli
anni è tutto cambiato, le televendite sono presenti nei
canali nazionali e presentatori famosi sono ben lieti di
presentarle. Resterà comunque nella storia televisiva, il
programma
Le grandi firme che ho avuto l'onore di
presentare anni fa, girato negli studi di Cinecittà e Videa
a Roma: un programma di televendite con prodotti di
stilisti, che a tutt'oggi resta, a detta degli esperti, il
miglior programma nel settore».
Ha mai avvertito ostacoli nel suo percorso professionale?
«Potrei dire molte cose, mi limiterò a risponderle che una
donna, soprattutto di grande personalità, trova maggiori
difficoltà per emergere».
Non solo televendite: anche radio, trasmissioni
televisive, fiction, film… cosa l’ha gratificata
maggiormente?
«Mi piace lo spettacolo e la comunicazione; ciascun canale a
suo modo è una forma di comunicazione; non mi sono solo
occupata di questo, ho anche affrontato tematiche di
rilevanza sociale: ricordo, per dirne una, delle persone che
vivevano nella ex Jugoslavia quando scoppiò la guerra, e
ascoltavano il mio programma alla radio; mi chiesero di
poter partecipare per denunciare cosa accadeva laggiù, e con
una scelta devo dire coraggiosa tanto da parte mia quanto da
parte dell’editore oltre all’intervento per mesi
raccogliemmo indumenti e generi di prima necessità per
quelle sfortunate popolazioni; ho ottenuto anche un
attestato di ringraziamento per questo, che mi ha molto
gratificato. Una cosa che sicuramente mi soddisfa è aver
imparato a gestire i tempi della diretta e di saperla
‘tenere’ in maniera che molti hanno apprezzato».
Guardandosi dietro, c’è qualcosa che rimpiange di non
aver fatto?
«Mi sarebbe piaciuto entrare nel mondo del doppiaggio e per
questo da Treviso, mia città di origine, per un certo
periodo mi spostai spesso a Roma, ma mi dovetti scontrare
con un ambiente piuttosto ‘chiuso’, dove se non hai una
famiglia inserita alle spalle le porte sono quasi sempre
chiuse… a Milano, dove andavo a fare casting, mi proposero
di partecipare come valletta a
Ok il prezzo è giusto,
ma non essendo una cosa a cui aspiravo rifiutai; pensandoci,
però, da lì sono usciti molti volti noti di adesso, per cui
non posso nascondere un certo rammarico per quel treno
perso...».
E guardando avanti cosa farà?
«Difficile dirlo, soprattutto in un periodo di crisi così
pesante che attanaglia un po’ tutto; se dovessi continuare a
fare ciò che sto facendo sarò comunque molto felice, mi
piacerebbe poter tornare a fare radio, poter presentare un
programma tutto mio, o lavorare dietro le quinte, in veste
di organizzatrice».