Telegiornaliste anno X N.
5 (393) del 10 febbraio 2014
Gaia
Padovan: la mia vita tra La7 e il mio Baule
di
Giuseppe Bosso
Attualmente corrispondente dal Nord est per la trasmissione
L’aria che
tira, condotta su La7 da
Myrta Merlino,
Gaia
Padovan vanta numerose esperienze giornalistiche tra Mediaset, Rai e Sky. E
non solo…
Come stai vivendo l'esperienza a L'aria che tira?
«Molto bene: quando mi è stata offerta l'opportunità di lavorare come
corrispondente dal Nord Est sono stata felicissima; Roma e Milano sono realtà
professionali entusiasmanti, ma certo vivere a Padova per me vuol dire giocare
in casa. Sono nostalgica, sarà la vecchiaia che avanza… il format è molto
diverso dalle mie esperienze precedenti fatte di tg e all news: è un contenitore
quotidiano di quasi tre ore, dunque i sevizi si trasformano necessariamente in
inchieste di approfondimento. Giro e monto da sola, stancante ma stimolante. Il
programma sta avendo dei risultati molto alti in termini di share: un pubblico
medio alto sempre più numeroso che ci segue ogni giorno, dobbiamo dare il
massimo».
Come ti trovi a lavorare con Myrta Merlino?
«Credo sia una professionista molto valida: unisce i contenuti, una formazione
ben strutturata ad un'ottima telegenia; ha la capacità di esprimersi in modo
semplice, e credo sia uno dei segreti per raggiungere un vasto ed eterogeneo
numero di telespettatori. Decisamente democratica».
Rai, Mediaset, La 7, Sky Tg24... non ti sei fatta mancare niente: cosa ti
hanno dato tutte queste parentesi?
«Tutte qualcosa, per aspetti diversi: al Tg5 ho iniziato a muovere i miei primi
passi a livello nazionale, ma non dimentico le tv locali, dove ho fatto la vera
gavetta, dalla conduzione (in diretta dal primo giorno) al montaggio dei sevizi
giornalistici. Ma ammetto che ho sempre sperato di lavorare nella redazione di
Skytg24 o La7».
Lavorando in un programma dedicato all'economia, vedi segnali di ripresa per
il nostro Paese?
«La situazione è complessa, e proprio qui, nel Triveneto, il gap tra il passato
ed oggi è molto evidente: manca liquidità, le imprese chiudono… la ripresa ci
sarà solo e quando arriveranno le attese riforme; sono tutti stanchi di
demagogia e campagne elettorali».
Cosa spinge una giornalista ad aprire un blog dedicato alla moda come
Il Baule di
Gaia?
«Una casualità, una chiacchierata col vicedirettore di
Marie Claire;
e la sfida. Abbiamo fatto una prova dandoci una scadenza la scorsa estate: «
se
le prime 5 puntate del VideoBlog vanno bene sei nella squadra». E i numeri
hanno superato le aspettative: è divertente, ma molto più sfiancante di quanto
appaia; come tutto ciò che sembra leggero; è un videoblog, non un blog. Ciò
significa lavoro autorale, riprese, montaggio, shooting fotografici, trucco e
parrucco».
Quanto c'è di tuo e quanto dei suggerimenti che ti inviano le tue lettrici (o
lettori)?
«C'è molto di mio, come l'idea stessa della rubrica: ma ben vengano le proposte
di amiche e lettrici; anzi, se ne avete, scrivete, perché dopo 68 puntate la
fantasia inizia ad esaurirsi!».
Cosa farà Gaia da grande?
«La giornalista; la videoblogger; la scrittrice; l'autrice; la
conduttrice… chissà… sicuramente la mamma».