Telegiornaliste anno X N.
24 (412) del 23 giugno 2014
Eveljn Michelassi, in attesa di ricominciare mamma e moglie a 360°
di
Giuseppe Bosso
Incontriamo
Eveljn Michelassi, volto popolare delle emittenti partenopee.
Cosa stai facendo adesso?
«Mi sono fermata dopo
Radio Sport
24; è stata una splendida esperienza, ma per mancanza di sponsor ci siamo
dovuti fermare, e ho preferito dedicarmi alla mia famiglia, ai miei figli. Ci
sono state delle richieste, ma in tutta franchezza ho rifiutato perché non ho
ravvisato serietà nelle proposte, nessuno ti paga in questo momento di crisi, al
massimo ti offrono una percentuale se porti degli sponsor; no, grazie, non sono
così. In futuro non so, mi piace la conduzione, però finché non troverò persone
che valutino il lavoro per quello che è, qualcosa che viene fatto per essere
retribuito, declinerò questo tipo di offerte».
La tua prima volta davanti a una telecamera?
«Ero piccolina, partecipai a un programma a Canale 21 dove ci si doveva esibire
con un ballo. L’esperienza milanese con la Ruta mi ha permesso di migliorare;
tornando a Napoli ho scoperto la conduzione calcistica, programmi legati al
Napoli calcio».
Diventare mamma e moglie ha cambiato le tue priorità?
«Senza dubbio sono una mamma a 360°, mio marito e i miei figli vengono prima di
tutto nella mia scaletta; ciò non toglie che valuterei eventuali proposte che
arrivassero, a condizione che si tratti di qualcosa che mi stimoli, che ritenga
meritevole di fare».
Qual è stata l’esperienza professionale che ti ha dato più soddisfazione?
«In tutte le cose che ho fatto ho sempre trovato spunti per crescere, per
migliorare; a una prima parte di studio c’è sempre poi il momento
dell’approfondimento e del perfezionamento; è la gavetta; non c’è qualcosa che
mi ha stimolato più delle altre, tutto mi ha permesso di crescere interiormente;
compresa l’esperienza milanese, lo stare lontana dalla mia città, affrontare un
ambiente diverso da quello in cui ero cresciuta».
Hai mai subito proposte indecenti o dovuto accettare compromessi?
«Assolutamente no! Mi è bastato anche percepire da segnali come una pacca sulle
spalle che c’erano delle intenzioni, a cui però non ho mai dato adito; se una
cosa la desideri ci arrivi con impegno, altrimenti devi essere abbastanza
intelligente da poter dire no».
Quale ambito dell’informazione vorresti seguire prossimamente?
«Mi piacerebbe una trasmissione legata alle problematiche quotidiane, magari dei
giovani, in modo da poter sviluppare un dibattito tranquillo e pacato
confrontando diverse esperienze, con leggerezza; che faccia magari anche un
po’ sognare, mischiando informazione e intrattenimento, con persone semplici,
comuni, che possano anche raccontare i loro sogni, non legati alla crisi, alla
politica, anche con un sorriso. Per dare anche un aiuto a risolvere i problemi;
di calcio ormai tutti sono ‘professori’, non penso di poter dire altro».
Come ti vedi tra dieci anni?
«Come mi vedo oggi e come mi vedevo dieci anni fa; non faccio programmi a lunga
scadenza, sono molto solare e penso che i problemi, per quanto gravi, possono
sempre essere risolti con il sorriso, la vita è una e così va vissuta;
sicuramente avrò dei figli più grandi e la mia vita sarà legata alle loro
esigenze, seguirò passo passo la loro vita cercando di aiutarli nelle loro
problematiche e soprattutto indirizzandoli verso un’attività sportiva,
indispensabile per crescere bene».
Napoli è una buona baste di partenza per la carriera giornalistica?
«Dovrebbe cambiare molto la mentalità; nasco come giornalista di carta stampata,
la possibilità ci può essere, ma devi avere la fortuna di conoscere persone che
ti possano far crescere, anche economicamente. Ci si improvvisa con troppa
facilità».
Ti sei mai sentita imbavagliata?
«No. Non mi sono mai occupata di politica, anche quando scrivevo per
Il Roma
non ho mai avuto condizionamenti, ho sempre scelto io di cosa trattare e chi
intervistare».