Telegiornaliste anno X N.
27 (415) del 14 luglio 2014
Barbara Todesco:
innamorata della professione e della mia famiglia
di
Giuseppe Bosso
Incontriamo
Barbara Todesco, volto dell’emittente
Rete
Veneta, di cui è anche coordinatrice di redazione.
Come convive la Barbara mamma con la Barbara giornalista?
«Far convivere lavoro e famiglia, si sa, non è cosa semplice per
nessuno. E da quando, un anno fa, alla presenza di Tommaso, che ha 3
anni e mezzo, si è aggiunta quella di Carlotta, l’impresa, lo ammetto, è
ancora più complessa; diciamo che riesco a far convivere figli e lavoro,
grazie all’amore che ho per la mia professione e potendo contare
sull’aiuto concreto di mio marito e dei nonni, assolutamente preziosi ed
indispensabili. Pur costretta a rimanere molte ore lontana figli, cerco
comunque di essere presente nei momenti importanti, o almeno... ci
provo!».
Per molti anni ha anche ricoperto la carica di addetto stampa, al
comune di Cassola: cosa le ha dato questa esperienza?
«Ricoprire l’incarico di ufficio stampa è molto più complesso di quanto
si possa credere. Specie in un comune medio-piccolo, il ruolo ti porta,
non solo ad essere sempre disponibile e pronta nei confronti dei
colleghi, ma ti pone anche al centro delle diatribe politiche tra
l’amministrazione che ti sceglie e l’opposizione che ti considera solo
uno strumento di promozione della maggioranza. Il tutto, con il rischio
di non servire al meglio il territorio che si ha il compito di
promuovere e i suoi cittadini».
Qual è stata l’esperienza professionale che l’ha maggiormente
gratificata?
«Ho provato a pensare quale sia stata l’esperienza più gratificante di
questi anni di lavoro, ma ammetto di non essere riuscita a trovarne solo
una; è vero che ho avuto modo di conoscere tanti personaggi che in molti
sognerebbero di incontrare e ho persino realizzato qualche sogno
d’adolescente, arrivando ad intervistare qualche mio mito giovanile
(penso al mondo dello sport, che resta pur sempre la mia prima passione,
o a quella volta che, intervistando Mario Rigoni Stern ho sentito di
avere accanto una pagina di storia da ricordare) ma a dir la verità,
quel che più mi gratifica del mio lavoro è il rapporto con i
telespettatori-lettori; il fatto che diano ascolto a quello che diciamo,
che aspettino di leggerci o ascoltarci per sapere com’è andata la
giornata; mi ricorda l’importanza del nostro lavoro e ovviamente la sua
difficoltà».
Le sta stretta la provincia veneta?
«Forse fino a qualche anno fa ho sognato di fare “il grande salto”,
anche se la provincia non mi è mai stata stretta; mi piace raccontare
cosa accade nel territorio, che poi è anche quello in cui vivo e sono
nata. L’unica ragione per cui sarei disposta a lasciare la mia amata
provincia è poter raccontare le grandi gesta sportive; lo sport, dopo
tutto, resta sempre la mia vera e assoluta passione».
Di quali notizie non vorrebbe più dover parlare?
«Vorrei non dover più raccontare le tante storie di famiglie alle prese
con i drammatici effetti della crisi: sono notizie che non si vorrebbero
mai dover dare».