Telegiornaliste anno X N.
23 (411) del 16 giugno 2014
Alessandra Ferraro, il mio libro per Papa Francesco
di
Giuseppe Bosso
Vicecaporedattore della sede Rai di Aosta,
Alessandra Ferraro è
attualmente in libreria con
Non guardate la vita dal balcone, edito da
Elledici, casa editrice dei Salesiani.
Da cosa ha tratto l'ispirazione per il suo libro?
«Mi sono sempre occupata di Papi e di Vaticano; dieci anni fa ho avuto
l’opportunità di conoscere Papa Wojtyla che ha passato per tredici anni i suoi
soggiorni estivi di riposo in Valle d’ Aosta. Ho potuto così seguire, passo dopo
passo, gli ultimi anni di pontificato di Giovanni Paolo II, prima nella sede Rai
di Aosta, poi nel 2005 al Tg1 nella squadra di giornalisti che, per la redazione
esteri, si occupava del Vaticano e degli ultimi mesi di pontificato di Papa
Wojtyla fino ad arrivare al conclave che portò all’elezione di Papa Benedetto. E
ancora nel 2013, collaborando con la trasmissione
Porta a Porta, la mia
attività giornalistica mi ha portato a seguire gli eventi che si sono susseguiti
dall'annuncio delle dimissioni di Papa Ratzinger, l'11 febbraio, fino
all’elezione di Papa Francesco. Un gesto di grande umiltà quello di Papa
Benedetto, che ha fatto nascere un nuovo corso nella storia della Chiesa con
l’arrivo al soglio pontificio di un gesuita, abituato a camminare nelle villa
miserias argentine e che, diventato Papa, continua il suo cammino pastorale nel
segno dell’autenticità. Personalmente sono rimasta, come tutti del resto,
colpita soprattutto dal suo modo di comunicare, dalla straordinaria semplicità
dei suoi gesti e delle sue parole, come ad esempio quando ci ricorda il valore
di tre parole chiave:
permesso, grazie e scusa, che rappresentano un
elemento vitale dei nostri rapporti quotidiani. Il titolo del libro
Non
guardate la vita dal balcone è appunto il suo messaggio, l'invito rivolto a
non limitarsi a guardare la vita dal balcone, senza essere protagonisti degli
eventi, ma a cercare di impegnarsi giorno per giorno per esprimere al meglio,
ognuno nel suo piccolo, il proprio talento e il proprio impegno quotidiano».
Sarà Papa Francesco il personaggio del millennio?
«Il Times lo ha già proclamato personaggio dell'anno 2013, ma al di là di questo
ritengo che proprio per il suo modo di comunicare, di porsi nei rapporti con la
gente e di invitare tutti ad essere partecipi cambierà davvero la storia; ci sta
insegnando a tenere i piedi per terra, ad essere autentici. Quanto mai
significative mi sembrano le sue parole ed in particolare il suo appello rivolto
ad ogni persona a non restare fermi, subendo in modo passivo i problemi della
vita e del mondo. Certo, non è facile, ma saper raccogliere l'invito
non
abbiate timore di andare controcorrente significa mettersi in discussione,
interrogarsi, cercare ogni giorno di ricominciare».
Che riscontro ha avuto dai lettori?
«Ottimo. E tengo a sottolineare come i lettori che hanno maggiormente apprezzato
il libro sono i laici, sono coloro che si stanno avvicinando con curiosità e
partecipazione allo stile di Papa Francesco. Il libro raccoglie anche
significative testimonianze di figure prestigiose: Bruno Vespa, Don Pascual
Chavez, già rettore maggiore dei salesiani, Enzo Romeo, vaticanista del Tg2,
Antonio Staglianò, vescovo di Noto e Monsignor Dario Viganò, direttore del
Centro Televisivo Vaticano. Riflessioni che accompagnano il lettore a scoprire
sfumature inedite di un Papa che tutti sentono molto vicino».
Che sensazione le ha suscitato vedere il seguito che ha con i nostri lettori?
«Mi fa molto piacere, perché è la miglior dimostrazione di quanto il mio lavoro
sia apprezzato. Per me è importante non perdere il contatto con la realtà, con
il mondo esterno, e perciò ritengo importante, a completamento dell’attività
giornalistica, moderare dibattiti, partecipare a presentazioni di libri, essere
comunque in costante rapporto con i cittadini. Sono tutte attività collaterali
al giornalismo in senso stretto, ma non per questo meno importanti nel proprio
curriculum professionale».
Quali sono gli accorgimenti che segue dal punto di vista del look?
«La mia regola è quella di coniugare la professionalità alla sobrietà; come
giornalista sono consapevole di
entrare nelle case e quindi è importante
anzitutto presentarsi bene, senza essere provocanti, ma cercare di offrire
un'immagine piacevole allo spettatore, soprattutto creando un ponte diretto di
comunicazione con un linguaggio chiaro, non superficiale e capace di dare
l’informazione nel modo più completo possibile».