Telegiornaliste anno IX N.
6 (350) del 11 febbraio 2013
Federica
Flocco, passione lettura
di
Giuseppe Bosso
Tutte le domeniche cura la rubrica del Vg21, il telegiornale di
Canale
21 di cui è anche inviata,
Il libro della settimana,
partita tre anni fa e a lei affidata dopo un paio di mesi.
Incontriamo Federica Flocco.
Come nasce la tua rubrica?
«Inizialmente era uno spazio che avrebbe dovuto ricoprire solo i
mesi estivi, ma da due anni è diventato un appuntamento fisso.
Tutto inizia quando io, da grande appassionata di lettura quale
sono, nel 1999 inizio a collaborare con il quotidiano
Il Roma,
diretto da Genny Sangiuliano, scrivendo in terza pagina anche
recensioni; la mia unica attività extra famiglia. Mio marito,
imprenditore che ha anche sponsorizzato il Napoli Calcio, iniziò
ad intervenire come ospite fisso in una trasmissione sportiva,
che poi si trovò anche a coprodurre. Iniziai così ad
avvicinarmi, con curiosità, al mondo della televisione; mi
proposi per uno stage a Canale 21, il cui editore era un mio
carissimo amico. Così iniziai la mia collaborazione
giornalistica con l’emittente; poi, il direttore del Vg21 Gianni
Ambrosino scoprì la mia passione per i libri, e mi propose di
condurre la rubrica, inizialmente affidata ad un’altra collega,
che era nata come uno spazio estivo e che da due anni è
stabilmente inserita nell’edizione domenicale».
Quindi stiamo parlando di una tua grande passione.
«Sì. Diciamo che se la media delle donne ama andare in
profumeria, per me è la libreria il luogo in cui amo entrare, ed
è difficile che non ne esca con almeno un paio di libri. Il
risultato è che casa mia ne è piena zeppa. Poi ci sono
ovviamente quelli che gli scrittori che ho intervistato mi
regalano, curiosi di sapere la mia opinione anche sulle loro
opere passate oltre quelle di cui parliamo nella striscia, in
cui lo spazio è ovviamente limitato a pochi minuti mentre per le
recensioni stampa sono molto più minuziosa».
Si legge poco. Il libro elettronico e i ritrovati della
tecnologia in genere potranno essere una soluzione per
invogliare i giovani?
«Per quanto riguarda me, pur da amante della tecnologia, faccio
ancora fatica ad accettare che ci sia qualcosa che possa
superare il libro cartaceo. Per quanto riguarda i giovani,
invece, innegabilmente è un modo semplice per avvicinarli alla
lettura, e i risultati si stanno vedendo».
Molte donne tra le tue intervistate: possiamo dire che la
scrittura è rosa?
«Ho intervistato più donne perché queste sono molto più
prolifiche degli uomini. Tuttavia, spesso, questa abbondanza di
pubblicazioni non corrisponde ad una buona lettura: le donne
scrivono per mettere fuori, per esorcizzare, per raccontarsi.
Non sempre, dunque, si tratta di opere di narrativa, quanto di
diari e di racconti di vita quotidiana. Gli uomini, invece,
scrivono - chiaramente dal mio punto di vista - quando hanno
qualcosa da dire, se hanno una storia interessante da
raccontare».
Quale sarà lo scrittore dell’anno, secondo te?
«Forse è presto per dirlo. Comunque vedo molto quotati Maurizio
de Giovanni e Diego De Silva. Di Gramellini potremmo assistere
ad un altro exploit; io spero però che una bravissima scrittrice
napoletana che ho avuto modo di conoscere da poco, Enza Alfano,
autrice di un romanzo davvero splendido, diventi un caso
nazionale».
E tu invece hai mai pensato di cimentarti come scrittrice?
«Non potrei davvero. Ci ho anche provato, ma quel che scrivo
sono piuttosto pensieri sparsi. Semmai un giorno mi piacerebbe
avere una casa editrice dove la gente mi invia le sue bozze, che
poi deciderei io se pubblicare. È un altro aspetto molto
interessante questo. Mi piacerebbe farlo, anche se non ho le
basi».
Sei anche inviata del Vg21.
«In realtà la mia è una collaborazione saltuaria, che nasce
dalla voglia di conoscere e di essere sulla notizia; tuttavia,
avendo il valore di un hobby, non mi vincola una intera
settimana, così come accade alle mie colleghe giornaliste. Turni
ed orari, invece, sono decisi in largo anticipo e ci sono
comunque. Non lavorare per il Vg21 tutti i giorni mi lascia del
tempo libero; il risvolto è che, spesso, perdo gli sviluppi
successivi di vicende a cui ho lavorato con alacrità e
dedizione».
Cosa ti auguri per il futuro?
«Il progetto della casa editrice di cui ti parlavo sarebbe un
sogno che spero davvero di poter realizzare prima o poi.
Recensire e correggere sono aspetti antitetici eppure così
uguali nel mondo della scrittura».
Se dovessero scrivere un romanzo su di te, come lo
intitoleresti?
«La forza e la ragione».