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Emanuela SandaliTelegiornaliste anno IX N. 3 (347) del 21 gennaio 2013

Emanuela Sandali:
una giornalista molto severa con se stessa

di Giuseppe Bosso

Questa settimana incontriamo Emanuela Sandali, volto di Tgcom 24.

Come sei arrivata a Mediaset?
«Al termine della laurea specialistica ho scelto la cosiddetta tesi in azienda,, che dava l'opportunità di fare uno stage presso una realtà che rappresentasse un caso di studio. Trattando la mia tesi dell'informazione multi-piattaforma ho deciso di studiare il caso del Tgcom. Era il 2006 e Tgcom.it era uno dei primi e più riusciti esempi del multi-piattaforma. Sono rimasta circa 5 mesi nella redazione del Tgcom diretto da Paolo Liguori. Al termine dello stage, dopo qualche mese, ho fatto un colloquio per entrare a Studio Aperto, allora diretto da Mario Giordano, ed è andato bene! Il 16 aprile 2007 è stato il mio primo giorno da redattrice. Me lo ricordo come fossi ieri!».

Ti abbiamo scoperta due anni fa come inviata del programma Bikini: che esperienza è stata per te?
«Bikini è stata un'esperienza appassionante, divertente e impegnativa al contempo. La parte della redazione che lavorava a questo programma è stata davvero una famiglia. Credo che nessuno immagini quanto lavoro c'è dietro a un servizio - anche leggero - di qualche minuto. Invece l'impegno è tanto: con i colleghi che lavoravano a Bikini ho passato praticamente ogni sera, per due estati consecutive. Eravamo una squadra unita e molto affiatata. Le ultime ore prima della definitiva consegna dei pezzi erano le più frenetiche e anche le più belle. Vedere poi in onda il risultato era una bella soddisfazione!
Prima e dopo Bikini però ho fatto anche altre cose; ho lavorato a Studio Aperto, a Live, poi sono passata a News Mediaset e ora a Tgcom 24, il canale all news nato il 28 novembre 2011: un'esperienza davvero intensa».

Si tende però a criticare questi programmi dedicati al gossip inseriti spesso anche nel prime time: cosa ne pensi?
«Sono dell'idea che ogni cosa abbia dignità quando è fatta con cura, impegno e serietà. Elementi che hanno contraddistinto Bikini. Detto ciò, non era un programma di gossip. Era un programma che si rifaceva ai cinegiornali: l'elemento dell'ironia era centrale. E l'ironia è sinonimo di intelligenza».

Quali sono le tue aspirazioni professionali?
«La mia aspirazione è di fare bene; anzi, di fare e dare sempre il meglio. Non è solo un'aspirazione professionale: è il mio modo di affrontare ogni aspetto della vita. Da me pretendo il massimo; sono piuttosto severa con me stessa».

Superato il timore per la mancata profezia Maya, come guardi al domani?
«Sempre con ottimismo, ma anche con realismo: ognuno è artefice del proprio destino. Bisogna lavorare sodo e impegnarsi molto perché le cose vadano come si vuole, o almeno provarci».

C'è spazio per gli affetti nella tua vita?
«Certo! Oltre al lavoro è indispensabile avere un equilibrio nella vita privata. Devo fare i nomi? I miei genitori, pilastri assoluti, il mio fidanzato, uomo eccezionale e gli amici, in primis le mie due più care amiche, due sorelle».

Lo scoop che sogni di realizzare?
«Per stare nella storia, vorrei scoprire che fine ha fatto l'agendina rossa del giudice Paolo Borsellino. Per stare nell'attualità, vorrei scoprire che fine fanno gli aerei a Los Roques».

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