Telegiornaliste anno IX N.
12 (356) del 25 marzo 2013
Elisabetta Grassi:
le mie giornate tra sport, informazione e... Achille
di
Giuseppe Bosso
Pubblicista dal 1998, firma de
Il Resto del Carlino e opinionista
sportiva su È TV Teletricolore, intervistiamo
Elisabetta Grassi.
Ricordi il tuo primo articolo?
«Certamente, il primo non si scorda mai. Lo scrissi nel 1994, a 17 anni, per
l’inserto che il fascicolo reggiano de
Il Resto del Carlino dedicava al
mondo della scuola e riguardava la presentazione di Genux, il giornalino
studentesco del Liceo Classico Ludovico Ariosto di Reggio Emilia, che io
dirigevo. Da quella redazione di studenti, con orgoglio posso dire che diversi
dei redattori che scelsi allora, oggi sono giornalisti o lavorano nel mondo
della comunicazione».
La tua giornata tipo?
«A dire la verità le mie giornate non sono tutte uguali, anzi… ma sicuramente
sono strapiene e all’insegna dell’incastro selvaggio. Sono in piedi verso le 6
(di solito dopo una notte intervallata da 4 o 5 risvegli dovuti al mio bimbo di
un anno) e vado di pianificazione. Da lunedì a venerdì: con in sottofondo la
musica o i cartoni animati preparo il bimbo con annessa colazione e preparazione
merenda di metà mattina e menù del pranzo. Con il piccolo che mi segue passo
passo mi preparo, faccio la lavatrice, svuoto la lavastoviglie. Verso le 7:40
lascio il bimbo alla baby sitter e prima di andare al lavoro mi fermo a fare un
po’ di spesa, poi via ad Unindustria (l’associazione in cui mi occupo di
comunicazione) dove leggo i quotidiani e realizzo la rassegna stampa, poi scrivo
comunicati, aggiorno il sito internet e predispongo il materiale stampa per gli
eventi in programma. Poi corro a casa per il pranzo, cucino per i miei cari,
gioco con Achille, lo addormento e, dopo averlo affidato ai nonni, torno al
lavoro. Un paio di pomeriggi a settimana però sono io che me lo godo e, se il
tempo è bello, usciamo insieme per nuove avventure… idem il sabato e la
domenica, quando non lavoro. Infatti se la
Reggiana Calcio o la
Trenkwalder
basket giocano in casa seguo le partite, realizzo le interviste post partita
e scrivo per il giornale. Il lunedì in questo caso, dopo aver sfamato e “pigiamato”
il piccolo Achille, vado ospite come opinionista nella trasmissione
Appuntamento Sport di È TV Teletricolore. Ogni tanto il lunedì parlo di
sport anche al mattino su Radioreggio. Nei ritagli di tempo vedo le mie amiche,
cerco di andare in palestra e seguo l’ufficio stampa del Rotary Club Reggio
Emilia».
Dall’intrattenimento all’informazione: cosa ti ha portato a questo
cambiamento?
«Essendo di carattere estroverso amo ancora l’intrattenimento e in certe
occasioni in cui mi trovo a condurre eventi e serate questo mio lato esce
tuttora, ma con il tempo il lato giornalistico, la mia vera passione, ha avuto
il sopravvento ed è diventato il mio pane quotidiano».
Come stai vivendo, da cittadina e da giornalista, il dopo-terremoto che ha
sconvolto la tua regione?
«Sono orgogliosa di come gli emiliani hanno affrontato l’emergenza e la
ricostruzione, meno di come la politica ha risposto alle richieste di cittadini
e imprese. La cosa incredibile è vedere come nonostante la burocrazia sia un
laccio che frena la ripresa, non sia comunque riuscita a spegnere la forza e il
coraggio della nostra gente».
Cosa ti appassiona del basket, di cui sei stata radiocronista e che ancora
adesso segui?
«Il basket è una tradizione di famiglia: mio padre, mio zio e i miei cugini
hanno giocato a diversi livelli e poi trovo che Reggio offra sempre momenti
molto emozionanti sul parquet, tanto che ora anche mio marito Alberto condivide
questa mia passione. Sto coinvolgendo anche mio figlio che ha fatto il suo
esordio al Palasport a solo un mese di vita. Il basket trasmette valori positivi
che condivido: forza, determinazione, gioco di squadra ed impegno».
L’Elisabetta giornalista e l’Elisabetta mamma come convivono?
«Non benissimo, sono sincera… ci vorrebbe il dono dell’ubiquità. Vorrei sempre
dare il massimo su entrambi i fronti, ma purtroppo è un equilibrio difficile da
mantenere, sicuramente mi impegno molto».
Come ti vedi tra vent’anni?
«Difficile dirlo, chissà, spero serena e con i miei cari ancora accanto a me».
Lo scoop che sogni di realizzare?
«Non ho uno scoop particolare in mente, mi piace raccontare le storie della
gente comune e magari vorrei poter scrivere un articolo sulla Reggiana calcio se
non in serie A, almeno in serie B… ma so che è un sogno davvero difficile da
realizzare».
Un aggettivo per descrivere Elisabetta Grassi.
«Tenace».