Telegiornaliste anno IX N.
14 (358) del 8 aprile 2013
Cristina Provenzano:
non ho dimenticato gli insegnamenti di Biagi
di
Giuseppe Bosso
Intervistiamo
Cristina Provenzano,
direttore responsabile della web tv
Fuori.tv, nonché videomaker
di
Report,
programma condotto da
Milena Gabanelli su Rai
e giornalista di
Trc-Telemodena.
Giovane ma con alle spalle importanti esperienze come la realizzazione di
reportage in giro per il mondo e, qualche anno fa, al fianco di Enzo Biagi nella
sua ultima trasmissione,
Rotocalco Televisivo.
Che ricordo hai di Enzo Biagi?
«Ho conosciuto Enzo Biagi per la prima volta alla cerimonia per la sua laurea ad
honorem presso l'Università di Modena e Reggio Emilia; in quella occasione erano
gli studenti a dialogare con lui ed io, ancora studentessa, ebbi l'occasione di
fargli una domanda. Il consiglio che diede a chi aveva il sogno di diventare
giornalista era quello di restare sempre curiosi e di vedere, dove possibile, i
fatti con i propri occhi. Questo cerco di non dimenticarlo».
Com’è iniziata la tua collaborazione con Report?
«Nell'agosto 2012: cercavano una figura che fosse un ibrido tra un giornalista e
un operatore di ripresa; io avevo realizzato, come videomaker, alcuni pezzi per
la trasmissione di Biagi “Rotocalco Televisivo”, e così ho inviato il mio
curriculum. Lavorando con diversi autori sto imparando molte cose e ne sono
felice».
Hai realizzato diversi reportage in giro per il mondo: cosa le hanno dato
queste esperienze?
«Ognuna delle esperienze che ho realizzato all'estero mi ha lasciato qualcosa di
diverso e unico; viaggiare è una passione, ma quando, viaggiando, puoi
raccontare quello che succede alle persone, il tuo lavoro diventa una
responsabilità sociale. In particolare in zone che sono state scenario di
conflitti come il Libano, i campi Saharawi o la Bosnia, le condizioni di vita
sono molto diverse dalle nostre. Ho imparato che a volte lottare rende le
persone più vitali e che con azioni quotidiane ci si può battere per la libertà
in maniera pacifica».
La provincia emiliana ti sta stretta?
«Fino a qualche tempo fa sì; cercavo sempre qualcosa di diverso, ma oggi ti
rispondo di no; lo scorso 20 maggio, dopo la prima grande scossa di terremoto,
sono andata a Finale Emilia a cercare di raccontare cosa stesse succedendo e non
avrei voluto essere in nessun altro luogo. Oggi mi sento ancora di più legata a
questa terra».
Hai avuto modo anche di realizzare laboratori nelle scuole e un progetto con
Rai Educational: cosa hai cercato di trasmettere a quei ragazzi?
«Il messaggio che ho cercato di trasmettere nei miei laboratori ai ragazzi è
quello che è importante quello che ogni singola persona pensa e che esprimerlo
attraverso il video può essere un modo per comunicare e farsi sentire; insieme a
loro abbiamo analizzato in maniera critica quello che c'è dietro allo schermo
televisivo. Anch’io ho imparato molto da loro».
Sei direttore di una web tv: credi che sia questo il futuro
dell’informazione?
«Sicuramente sì: chi non coglie l'importanza di internet non solo resta
indietro, ma scompare. Oggi le notizie corrono online prima di tutto e i social
network sono una enorme cassa di risonanza. Allo stesso tempo, però, bisogna
stare attenti alle cosiddette “bufale” e per questo credo che sia fondamentale
il rispetto della deontologia. A volte il confine tra blog e giornale è labile,
ma è sempre un confine che credo debba essere mantenuto».
Il tuo sogno nel cassetto?
«Raccontare le ingiustizie del mondo».
Chiudiamo con una piccola nota di colore: il tuo look ideale come
giornalista.
«Voto per un look classico: giacca o camicia».